Siria, 100 giovani reclute dell'Isis uccise da un raid

Un frame del video di propaganda Isis con i bambini che uccidono un gruppo di ostaggi, 4 dicembre 2015
Un frame dal video della Cnn sui bambini yazidi rapiti
Un frame del video di propaganda Isis con i bambini che uccidono un gruppo di ostaggi, 4 dicembre 2015
Un frame dal video della Cnn sui bambini yazidi rapiti
Un frame dal video dell'Isis che mostra un bambino di 4 anni che fa esplodere un'autobomba con 4 prigionieri
Un frame dal video della Cnn sui bambini yazidi rapiti
Immagini tratte dal video in cui Jojo, il bambino inglese (che all'epoca del video aveva 11 anni) reclutato dall'Isis, mentre giustizia un prigioniero a Raqqa - 26 agosto 2016
Un frame dal video della Cnn sui bambini yazidi rapiti
Un frame dal video della Cnn sui bambini yazidi rapiti
Un frame dal video della Cnn sui bambini yazidi rapiti
Un frame dal video della Cnn sui bambini yazidi rapiti

Un raid aereo condotto dalla Coalizione a guida statunitense avrebbe causato, nella notte tra il 5 e il 6 agosto, una "strage" di giovanissime reclute dell'Isis nell'est della Siria, anche se nessuna informazione al riguardo ha finora trovato conferme nei canali tradizionali. La tv panaraba al Arabiya ha parlato di "notizie non confermate".

"Uccisi 100 Leoncini del Califfato"

La notizia dei "cento ragazzi" uccisi in Siria è stata riferita però con dettagli da un gruppo di attivisti siriani anti-Isis, presenti a Dayr az Zor - ultimo bastione urbano dell'Isis - che lavorano in maniera clandestina. Il gruppo, che su Internet pubblica notizie in arabo sul sito Furat Post ("Furat" è il nome in arabo di "Eufrate") afferma che "cento membri dei Leoncini del Califfato", la milizia dei giovani jihadisti dell'Isis, sono stati uccisi nel raid avvenuto nella località di Kashkiya, tra Mayadin e Albukamal, a sud di Dayr az Zor, 50 km a ovest dal confine con l'Iraq.

Gli attivisti affermano che i miliziani dell'Isis hanno circondato la zona dell'attacco e vietato l'accesso ai civili. In quell'area, aggiungono, la maggior parte dei miliziani jihadisti provengono dall'Asia Centrale e dall'Estremo Oriente.

Alla fine del 2016 l'Isis aveva perso nella battaglia di Mosul, nel nord dell'Iraq, 38 membri dei "Leoncini del Califfato", 31 dei quali - secondo media siriani - erano originari della città di Raqqa, nel nord della Siria.

Offensiva imminente su Dayr az Zor 

Questo presunto attacco avviene mentre su Dayr az Zor si addensano da giorni le nubi di una imminente offensiva governativa siriana, col sostegno di milizie vicine all'Iran e con la copertura aerea e logistica russa. Le forze di Damasco hanno conquistato nelle ultime ore la cittadina di Sukhna, a metà strada tra Palmira e Dayr az Zor. L'offensiva governativa verso Dayr az Zor si muove anche da nord-ovest, dalla regione a sud di Raqqa lungo il corso dell'Eufrate e verso il confine con l'Iraq. La regione di Dayr az Zor è ricca di risorse idriche ed energetiche.

Dimissioni di Del Ponte: "crimini contro l'umanità"

L'episodio è avvenuto mentre Carla Del Ponte, uno dei membri della Commissione d'inchiesta indipendente incaricata dall'Onu di far luce sulle violazioni commesse in Siria e che ieri ha annunciato le dimissioni, affermava - parlando con l'ANSA - che da sette anni ci sono crimini di guerra e contro l'umanità di "ferocia e brutalità" senza eguali. La Commissione d'inchiesta - prosegue Del Ponte - ha svolto indagini preliminari "che non hanno mai portato a nulla e il Consiglio di sicurezza Onu non si è mai attivato. Ora basta - ha aggiunto - questa situazione è inaccettabile, è una vergogna. Io me ne vado".

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