Siria, le armi americane fermano l’avanzata del regime

EPA/ANATOLY MALTSEV
Una donna guarda in Tv un canale all news russo che mostra presunti bombardamenti dell'aviazione di Mosca in Siria, San Pietroburgo, 30 settembre 2015
Vedat Xhymshiti / Alamy/Olycom
Civili siriani ad Azaz, nel nord del paese
Sam Tarling /Oxfam
Una piccola siriana a Presevo, Serbia del sud, 4 ottobre 2015
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Una piccola siriana a Presevo, Serbia del sud, 4 ottobre 2015
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Rifugiati siriani a Presevo, Serbia del sud, 4 ottobre 2015
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Profughe siriane rifugiate a Jabal Abyad, Giordania, 22 settembre 2015
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Bambini siriani a scuola nel campo profughi di Zaatari , Giordania, 21 settembre 2015
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La scuola per i bambini siriani nel campo profughi di Zaatari , Giordania, 20 settembre 2015
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Sima, una piccola rifugiata siriana nel campo profughi di Zaatari , Giordania, 20 settembre 2015
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Amna, una donna siriana, nel campo profughi di Zarka, Giordania, 8 settembre 2015
Sam Tarling /Oxfam
Ahmad Mohmammad e le sue due figlie (profughi siriani) a Zarka, Giordania, 8 settembre 2015
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Profughe siriane a Zarka, Giordania, 8 settembre 2015
EPA/RUSSIAN DEFENCE MINISTRY PRESS
Un bombardiere russo SU-34 in una base siriana vicino a Latakia, 6 ottobre 2015.
EPA/RUSSIAN DEFENCE MINISTRY PRESS
Un bombardiere russo SU-34 in una base siriana vicino a Latakia, 6 ottobre 2015.
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Un bombardiere russo SU-34 in una base siriana vicino a Latakia, 6 ottobre 2015.
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Un bombardiere russo SU-34 in una base siriana vicino a Latakia, 6 ottobre 2015.
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Tecnici e militari russi preparano per il volo un bombardiere SU-34 in una base siriana vicino a Latakia, 6 ottobre 2015
EPA/RUSSIAN DEFENCE MINISTRY PRESS
Tecnici e militari russi preparano per il volo un bombardiere SU-34 in una base siriana vicino a Latakia, 6 ottobre 2015
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Un bombardiere russo SU-34 in una base siriana vicino a Latakia, 6 ottobre 2015.
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Bombardieri russi SU-34 in una base siriana vicino a Latakia, 6 ottobre 2015.
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Un bombardiere russo SU-34 in una base siriana vicino a Latakia, 6 ottobre 2015.
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Un bombardiere russo SU-34 in una base siriana vicino a Latakia, 6 ottobre 2015.
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Fermo immagine da un video pubblicato dal ministero della difesa russo: una nave da guerra russa nel Mar Caspio, impegata per bombardare postazioni Isis in Siria, 7 ottobre 2015
Peter Horree / Alamy/Olycom
Bashar Al Assad in un murale di propaganda ad Aleppo, 2011
EPA/RUSSIAN DEFENCE MINISTRY PRESS SERVICE
Fermo immagine da un video diffuso dal Ministero della difesa della Russia con riprese da un aereo di Mosca che sta per bombardare quello che viene definito "un campo di addestramento dell'Isis" in Siria, 5 ottobre 2015
uatoday.tv
Un fermo immagine di un servizio di Ukraine Today dedicato ai raid russi sulla Siria, 4 ottobre 2015
Vedat Xhymshiti (Vedat Xhymshiti / Alamy)
Un ribelle siriano nella zona di Azaz,, vicino al confine con la Turchia

Per Lookout news

Con l’intervento russo in Siria, Washington ha ripreso ad armare massicciamente i ribelli anti-Assad attraverso il canale preferenziale saudita. Secondo il New York Times, la guerra per procura americana ha rifornito gli oppositori del regime in maniera persino “superiore a quanto necessario”, paracadutando centinaia di casse di munizioni, armi e materiale bellico “da guerriglia”. Di certo, una delle tattiche per fronteggiare adeguatamente le forze armate di Damasco ad Hama, Aleppo e Idlib, i principali fronti caldi di questa nuova offensiva autunnale, consiste nell’opporre alle armate e ai tank russi pilotati dall’esercito siriano i potenti missili anticarro “Tow”.

Putin-Assad: non è così forte la loro alleanza


 I Tow (acronimo di Tube-launched Optically-tracked Wire-guided) sono lanciatori che sparano missili guidati via cavo, capaci di penetrare nelle armature dei carri armati e di far arrivare in pochi secondi la temperatura all’interno del carro nemico a migliaia di gradi, cosa che provoca lo scoppio delle munizioni e dello stesso veicolo.

La produzione di Tow non recente: i primi risalgono agli anni Settanta, quando furono impiegati dall’esercito americano in Vietnam, ma la loro tecnologia ha conosciuto migliorie significative ed è un prezioso alleato per le milizie che combattono in un simile teatro di guerra. Facile da maneggiare e da posizionare grazie a un treppiedi, può essere posizionato non solo sulle linee di difesa ma anche sopra mezzi di trasporto come jeep e cingolati.

 Come con i lanciarazzi Milan forniti dagli USA e utilizzati dai talebani in Afghanistan ai tempi della guerra contro l’Unione Sovietica, così oggi l’Amministrazione americana ha rispolverato un analogo metodo (peraltro, contro lo stesso storico avversario) che, per adesso, sta dando i suoi frutti e ha già frenato l’offensiva militare in larga scala del regime siriano.

 Vale la pena sottolineare che l’iniziativa di trasferimento dei missili ai ribelli è un’operazione coordinata dalla CIA e non invece dal Pentagono. Nonostante i metodi discutibili di Langley – che ha inutilmente addestrato ribelli, nella convinzione erronea di poterli poi gestire – questa scelta tattica sta avendo più successo di quella varata dal ministero della Difesa, che è fallita perché troppo costosa (vedi i 9,9 milioni di dollari al giorno dei raid aerei) e perché orientata solo in funzione anti-ISIS, anziché nel combattere anche le truppe di Assad, ormai un nemico dichiarato anche per Washington.

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