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Siria: la guerra invisibile delle spie

L’intervento militare internazionale, come quello che l’anno scorso vide la Nato e alcuni Paesi arabi contribuire con aerei, truppe e armi alla caduta del regime libico di Muammar Gheddafi, ancora non c’è ma non per questo mancano gli elementi che indicano le crescenti ingerenze straniere nella guerra civile siriana. A sconsigliare un’azione militare diretta contro il regime di Bashar Assad contribuiscono gli aiuti che Mosca, Pechino e Iran forniscono a Damasco e soprattutto la consapevolezza che un attacco al regime, anche se condotto con mezzi aerei, non sarebbe certo a costo zero come fu quello libico poiché le difese aeree siriane dispongono dei migliori sistemi di difesa aerea russi e farebbero pagare un prezzo elevato agli aggressori.

Anche se sfumato, il ruolo dei Paesi stranieri, potenze globali e regionali, sta diventando sempre più rilevante per entrambi i contendenti nella guerra siriana. Armi, radar, ricambi giungono a Damasco da Mosca che fornisce anche un rilevante supporto d'intelligence mentre l’Iran fornisce soprattutto munizioni e ha messo in campo centinaia di pasdaran che insieme a numerosi miliziani sciiti Hezbollah libanesi affiancano i governativi siriane nelle operazioni contro i ribelli.
In appoggio ai rivoltosi dell’Esercito Siriano Libero e delle milizie islamiste che giocano un ruolo militare sempre più rilevante nel conflitto sono scesi in campo Qatar, Arabia Saudita, Giordania e Turchia.  Ankara ospita i campi d’addestramento dell’ESL, ha messo a disposizione istruttori e forze speciali e lascia transitare lungo la frontiera con la Siria armi e munizioni raccolte da finanziatori e sponsor sunniti.

I turchi sarebbero anche i missili antiaerei portatili Stinger , arma statunitense prodotta su licenza ad Ankara, che avrebbero già abbattuto un paio di Mig e altrettanti elicotteri governativi. Anche la frontiera giordana è un porto sicuro per i ribelli che da qui ricevono armi e denaro (stimato in mezzo miliardo di dollari negli ultimi mesi) provenienti da Arabia Saudita e Qatar  che avrebbe messo in campo al fianco dei ribelli anche missili anticarro e suoi reparti militari ovviamente senza uniforme (come aveva già fatto in Libia l’anno scorso). Anche la presenza di forze Occidentali è segnalata da tempo lungo i confini e in territorio siriano.

Già nell’inverno scorso il sito israeliano di intelligence Debka.com (Gerusalemme tiene sotto stretto cintrollo l'evoluzione della guerra) aveva reso noto che forze speciali francesi e britanniche erano presenti nei campi dell’ESL e al fianco dei rivoltosi ad Aleppo mentre nel giugno scorso il New York Times ha rivelato la presenza di uomini della CIA impegnati nella Turchia meridionale a far arrivare aiuti e ami agli insorti. Due settimane or sono il Times ha rivelato che molti “mercenari” britannici arruolati da società private tra i congedati delle forze speciali di Sua Maestà addestrano i ribelli e li affiancano in azione in territorio siriano appoggiati dalle informazioni raccolte dai servizi segreti di Londra sul campo e attraverso il centro di ascolto e intercettazione delle comunicazioni di Akrotiry, la base britannica a Cipro.

A spiare gli uomini di Assad e a fornire le informazioni militari a turchi, alleati e ribelli, i più bravi sembrano essere i tedeschi del Bundesnachrichtendienst (BND) , servizio segreto da sempre considerato come il meglio introdotto in Libano e Siria che schiera in Mediterraneo il meglio della tecnologia radar e di spionaggio imbarcata sulla nave-spia Oker. Secondo quanto raccontato dalla Bild le tecnologie imbarcate sulla nave, una delle tre unità da oltre 3 mila tonnellate di stazza e 83 metri di lunghezza che il BND definisce ufficialmente da ricognizione (aufklarer). Navigando al largo delle coste siriane sarebbero in grado di cogliere i movimenti di aerei ed elicotteri fino a 600 chilometri di profondità intercettando ogni tipo di comunicazioni.

Informazioni che verrebbero poi messe a sistema con quelle raccolte dai sensori elettronici (inclusi i satelliti e i droni statunitensi che secondo molte indiscrezioni sorvolano regolarmente la Siria) e dagli agenti alleati per disporre di un quadro attendibile e aggiornato della situazione. Le informazioni raccolte dallo spionaggio pare abbiano consentito ai ribelli anche di mettere a segno gli attentati più importanti contro ministri e vertici militari del regime. Pur senza il clamore determinato da bombardamenti aerei e attacchi terrestri la guerra contro Assad coinvolge già direttamente l’Occidente anche se i mezzi messi in campo finora ben difficilmente risulteranno risolutivi.

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