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Siria, impossibile consegnare gli aiuti umanitari

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Un carro armato turco in movimento verso Jarabulus
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24 agosto 2016. Carri armati turchi e combattenti del filoturco Free Syrian Army in movimento due chilometri a est della città di Jarabulus, sul confine tra Turchia e Siria presso Karkamis, nella regione meridionale di Gaziantep.
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25 agosto 2016. Un soldato alla guida di uno dei carri armati turchi in movimento verso Jarabulus, presso la cittadina di Karkamis, nella regione meridionale di Gaziantep, circa 5 chilometri a ovest del confine tra Turchia e Siria.
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25 agosto 2016. Carri armati turchi in movimento verso Jarabulus, presso la cittadina di Karkamis, nella regione meridionale di Gaziantep, circa 5 chilometri a ovest del confine tra Turchia e Siria.
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25 agosto 2016. Un soldato alla guida di uno dei carri armati turchi in movimento verso Jarabulus, presso la cittadina di Karkamis, nella regione meridionale di Gaziantep, circa 5 chilometri a ovest del confine tra Turchia e Siria.
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25 agosto 2016. Carri armati turchi in movimento verso Jarabulus, presso la cittadina di Karkamis, nella regione meridionale di Gaziantep, circa 5 chilometri a ovest del confine tra Turchia e Siria.
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25 agosto 2016. Un bambino osserva i carri armati turchi in movimento verso Jarabulus, presso la cittadina di Karkamis, nella regione meridionale di Gaziantep, circa 5 chilometri a ovest del confine tra Turchia e Siria.
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25 agosto 2016. Carri armati turchi in movimento verso Jarabulus, presso la cittadina di Karkamis, nella regione meridionale di Gaziantep, circa 5 chilometri a ovest del confine tra Turchia e Siria.
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25 agosto 2016. Carri armati turchi in movimento verso Jarabulus, presso la cittadina di Karkamis, nella regione meridionale di Gaziantep, circa 5 chilometri a ovest del confine tra Turchia e Siria.
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25 agosto 2016. Carri armati turchi in movimento verso Jarabulus, presso la cittadina di Karkamis, nella regione meridionale di Gaziantep, circa 5 chilometri a ovest del confine tra Turchia e Siria.
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Aleppo, Siria, 6 agosto 2016
Aleppo, Siria, 17 agosto 2016, le prime cure alle vittime di un raid aereo
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Aleppo, Siria, 15 agosto 2016
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Aleppo, Siria, 15 agosto 2016
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Manbij (Siria) dopo la liberazione dai miliziani dell'Isis, agosto 2016
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Manbij (Siria) dopo la liberazione dai miliziani dell'Isis, agosto 2016
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Le strade di Manbij (Siria) dopo la liberazione dai miliziani dell'Isis, agosto 2016
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Il luogo dell'esplosione delle bombe a Tartus in Siria - 23 maggio 2016
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Il luogo dell'esplosione delle bombe a Tartus in Siria - 23 maggio 2016

"Abbiamo un problema" a far arrivare gli aiuti umanitari in Siria, nonostante l'accordo Usa-Russia: lo ha detto l'inviato delle Nazioni Unite per la Siria, Staffan De Mistura. L'Onu è "deluso" del fatto che "si sta perdendo tempo" nella consegna degli aiuti umanitari ad Aleppo e in altre aree della Siria, rischiando di sprecare l'opportunità offerta dal cessate il fuoco. Lo ha detto l'inviato speciale Staffan De Mistura, accusando il governo siriano di non aver ancora autorizzato il passaggio dei convogli per almeno cinque aree del Paese.

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"La riduzione delle violenze è sostanziale, e continua", ha detto De Mistura in una conferenza stampa a Ginevra trasmessa in diretta dalla tv panaraba Al Jazeera. E il suo consigliere per gli affari umanitari, Jan Egeland, ha affermato che "nelle ultime 24 ore non vi sono state uccisioni di civili". Tuttavia, secondo De Mistura, "è deplorevole" il fatto che ancora nessun aiuto umanitario abbia raggiunto la popolazione, mentre "è qualcosa che dovrebbe avvenire immediatamente", approfittando della tregua in vigore dal tramonto di lunedì.

In particolare, De Mistura ha affermato che il governo di Damasco non ha ancora fornito l'autorizzazione ai convogli dell'Onu per l'accesso a cinque aree del Paese. Tra queste aree non vi è la parte orientale di Aleppo, assediata dalle truppe governative, per la quale l'accordo tra Usa e Russia sul cessate il fuoco prevede "uno status speciale". Ciò significa, ha spiegato De Mistura, che i 40 camion già pronti per partire dovranno essere sigillati e potranno arrivare con il carico intatto a destinazione senza subire perquisizioni lungo la strada. "Questo è l'accordo, e ci aspettiamo che il governo lo rispetti", ha affermato l'inviato delle Nazioni Unite.

Prima che i camion possano partire per Aleppo, tuttavia, le forze governative e quelle ribelli dovranno ritirarsi a una certa distanza dalla strada di Castello, attraverso la quale gli aiuti dovranno passare. E ciò non è ancora avvenuto. "Speriamo di poter fare partire i convogli domani", ha detto Egeland.

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