La sinistra «radical-chic» tutta offese e violenza verbale

La nuova coppia radical chic all’attacco del governo. Lo strano ticket De Benedetti-Sala ingaggia una guerriglia scomposta contro la destra. Da un lato, con il sindaco di Milano, nuovo alfiere del politicamente corretto in salsa gender-ambientalista. Dall’altro, con l’uscita infelice – e politicamente scorretta – dell’Ingegnere.

Carlo De Benedetti ha etichettato Giorgia Meloni come “una figurina” che “dimostra demenza”, un attacco virulento passato sotto silenzio. Nell’indifferenza generale delle truppe femministe, evidentemente pronte a stracciarsi le vesti per una caricatura satirica contro Schlein, ma improvvisamente distratte quando, in un colpo solo, si offende il presidente del consiglio con una parola che peraltro coincide con una malattia. Quanto di peggio si possa pensare.

Contemporaneamente, il sindaco di Milano è tornato prepotentemente sulla scena mediatica con una intervista sulla tv pubblica, intervistato da Lucia Annunziata. Ed è stata una scomunica, soprattutto sui principi, del governo in carica. “Ci vogliono riportare indietro, sul fascismo combatterò le omissioni”, ha detto, riferendosi alle parole di La Russa su via Rasella, e alla proposta di Rampelli sui “forestierismi” nel vocabolario. A maggior ragione dopo l’ultima uscita, se dovessimo collocare il sindaco lungo l’arco costituzionale, oggi probabilmente andrebbe inserito nella sinistra spirituale, quella dei diritti civili, delle nuove sessualità, della sbornia ambientalista, perfettamente rappresentata in certi quartieri à la page di Milano. A questo si aggiunge una buona dose di retorica sulla Resistenza, che pure a Milano ha avuto la sua scenografia principale, e che oggi viene adoperata con insistenza in chiave anti-governativa, indossando le vesti del primo partigiano d’Italia, di concerto con quel che resta dell’Anpi.

Insomma, quella di Sala è una sinistra che vive di simboli eterei, e che certamente fatica a raffrontarsi sulla concreta vita quotidiana, segnata, per restare nel capoluogo, dall’allarme sicurezza e dal degrado di certe periferie, o dai prezzi degli affitti che galoppano come mai si è visto in Italia, o della sofferenza dell’automobilista costretto a comprare una macchina più green per essere ammesso in città e assecondare l’ideologia eco-dominante.

Ma la realtà, con le sue complessità, resta lontana dalle analisi del sindaco, che nella realtà politica nazionale si è affacciato più volte, accompagnandosi ora con Di Maio prima che scomparisse, ora con Giuseppe Conte. Ma senza mai fare il passo più lungo della gamba. Molto più semplice ritagliarsi il ruolo di guardiano dei diritti vecchi e nuovi, diritti di cui vanno molto orgogliosi nelle zone pedonali, e un po’ meno fuori dalla cerchia dei Bastioni.

Insomma, gli estremisti dei salotti e degli yacht sono partiti alla carica. E c’è da giurarci: è solo l’inizio.

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