Eder
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Top 11 italiani: Eder incanta il popolo della Samp

Vista da qui, l'Italia del pallone che calcia e scalcia con la promessa di ritornare grande sotto la guida di Antonio Conte pare bella e convincente. Merito di alcuni senatori, che in azzurro hanno già scritto pagine importanti. Ma anche e soprattutto di aspiranti campioni che presto o tardi busseranno ai cancelli di Coverciano con la pazza idea di vestire il tricolore. Ecco i migliori undici del quinto turno di campionato. Scegliamo noi, si gioca con il 4-3-3. La formazione? Viviano; Calabria, Romagnoli, Astori, Blanchard; Sala, Bonaventura, Soddimo; Balotelli, Floccari, Eder. Onori e gloria anche per Marchetti, Saponara e Meggiorini. Per loro, buona la prossima. 

Marco Luzzani/Getty Images Sport
Emiliano Viviano (Sampdoria). Un muro, altissimo e impenetrabile. Sforna parate da urlo su Dzeko, Salah e Pjanic, che proprio non sa più cosa fare per gonfiare la rete. Se la Samp lascia all'asciutto la Roma al Marassi il merito è anche e soprattutto suo, dello Spiderman in blucerchiato. Portieri di tutto il mondo, unitevi nell'applauso.
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Davide Calabria (Milan). Per la seconda volta di fila la sua prestazione gli vale un posto nella migliore squadra tricolore del campionato. Davvero niente male per un diciottenne alle prese con i grandi della Serie A. Bravo, bravissimo anche contro l'Udinese: contiene e spinge. Sulla fascia destra, è una garanzia. Fuori lui, cominciano i guai.
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Simone Romagnoli (Carpi). Provateci voi a mettere il bavaglio a Gonzalo Higuain, uno dei più forti attaccanti in circolazione. E' difficilissimo, quasi impossibile. Ce l'ha fatta il venticinquenne di Cremona, centrale dal fisico imponente e dotato di pregevolissime qualità di artificiere. Non teme il confronto con l'argentino, che controlla con le buone e con le cattive.
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Davide Astori (Fiorentina). Tutto vero. Da difensore tra i tanti, più rincalzo che titolare, l'ex giocatore del Cagliari si fa spazio in maglia viola con prestazione sempre più che convincenti. Sbaglia con il contagocce e governa il reparto con il carisma di un leader. Bravo Paulo Sousa a credere in lui. Bravo Astori a non perdere di vista i suoi traguardi.
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Leonardo Blanchard (Frosinone). Diciamola tutta. Se allo Stadium la partita fosse finita cinque minuti prima, del tifoso bianconero doc che veste il blu della squadra ciociara ne avremmo parlato quasi esclusivamente per sottolineare le sue mancanze in fase difensiva. Per capirsi, regala un pallone da brividi a Cuadrado e dà il via al gol di Zaza. Male, anzi, di più. Poi, la gioia infinita. Quel pallone colpito di testa che finisce alle spalle di Neto regalando il primo punto in Serie A al Frosinone. Una mezza favola. Sufficiente per sistemarlo tra i migliori.
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Jacopo Sala (Hellas Verona). Ecco perché erano e sono in molte le grandi di A a seguirlo con grande attenzione. Contro l'Inter, governa la fascia destra con un'autorevolezza e una solidità che manco i big della categoria. Telles fa fatica a fermarlo e Handanovic ringrazia la traversa. A gennaio, potrebbe cambiare maglia. Mancini lo vuole.
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Giacomo Bonaventura (Milan). Ci risiamo. Mettetelo dove vi pare, sulla fascia sinistra, a presidiare il centrocampo o a suggerire spunti agli attaccanti. Difficile possa deludervi. In più, segna. Su punizione, ma anche da opportunista navigato. L'uomo in più di Mihajlovic in questo avvio di stagione.
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Danilo Soddimo (Frosinone). Non si fa prendere dallo sconforto nel duello, sulla carta impari, con la retroguardia della Juventus. Lotta su ogni pallone e mette la firma su alcune intuizioni che meritano considerazione e rispetto. Potrà essere molto utile a Stellone nel corso del campionato.
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Mario Balotelli (Milan). Sempre in bilico tra guerra e pace, conferma a Udine di aver ritrovato il piglio del giocatore vero, in grado di essere utile a se stesso e soprattutto alla squadra. La punizione con cui apre la partita è roba da antologia, così come il talento raro quindi prezioso nel nascondere la palla agli avversari. Balo is back. Durerà?
ANSA / CORRADO LANNINO
Sergio Floccari (Sassuolo). L'ultimo gol l'aveva segnato il 28 ottobre del 2014. Poi, il vuoto. Tanto che in estate pareva che fosse pronto a cambiare aria. A Palermo, la rivoluzione. Riceve palla nella trequarti avversaria, saluta Gonzalez e fa partire un missile terra-aria che lascia di sasso Colombi. Se non è la rete migliore del mercoledì, poco ci manca.
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Eder (Sampdoria). Sei gol nelle prime cinque giornate di campionato. A meno tre dal bottino messo da parte lo scorso anno in 30 gare, a sei dal suo primato personale nel massimo campionato. L'oriundo italo-brasiliano fa felice Zenga perché oltre a vedere la porta con una continuità da applausi dice sempre presente nel lavoro sporco in fase di ripiegamento. Ottimo e abbondante.

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