Top 11 italiani: Candreva inventa e risolve, la Lazio alza la testa

Vista da qui, l'Italia del pallone che calcia e scalcia con la promessa di ritornare grande sotto la guida di Antonio Conte pare bella e convincente. Merito di alcuni senatori, che in azzurro hanno già scritto pagine importanti. Ma anche e soprattutto di aspiranti campioni che presto o tardi busseranno ai cancelli di Coverciano con la pazza idea di vestire il tricolore. Scegliamo noi, questa volta si gioca con il 3-5-2, sperando che chi sta davanti abbia voglia di dare una mano a chi gioca dietro. La formazione? Eccola, da destra a sinistra: Perin; Gastaldello, Romagnoli, Pasqual; Candreva, Bianco, Saponara, Cataldi, Giaccherini; Lasagna, Insigne. Restano fuori, ma soltanto per ragioni di abbondanza, Sorrentino, Marchisio, Crimi, Maccarone e Floccari.

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Mattia Perin (Genoa). Se non vedo, non ci credo. Para tutto il possibile e pure di più. L'intervento ravvicinato su Gomez è da standing ovation, come gli slanci acrobatici sui tiri da fuori dell'Hellas. Il Manchester United ha chiesto notizie di lui: ce lo faremo scappare?
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Daniele Gastaldello (Bologna). Di fronte aveva avversari da trattare con la massima attenzione, perché pericolosissimi come scorpioni. Eppure, il mestiere e l'astuzia che ha messo in campo hanno risolto il risolvibile senza alcun danno vero per la porta rossoblù.
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Simone Romagnoli (Carpi). Lezione numero 1: prendere per mano il bomber-cecchino (leggi Icardi) e non lasciarlo per tutta la partita. Lezione numero 2: se scappa, riprendilo e tienilo ancora più stretto. Dal manuale del difensore doc.
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Manuel Pasqual (Fiorentina). Sistematico ed efficace nelle chiusure, irruento e vorace quando è chiamato a dare una mano in avanti con cross di assoluta qualità. Il suo e pure di più.
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Antonio Candreva (Lazio). Mamma mia che partita per il bravo e bello Antonio. Sguscia sulla fascia come una trottola impazzita e salta gli avversari come fossero birilli. Poi decide, meglio, travolge: rigore e gol, gol e assist. Tre gust is megl' che one.
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Raffaele Bianco (Carpi). Certo, la palla che a uno sbuffo dalla fine della gara consente a Lasagna di pareggiare i conti con l'Inter. Ma cosa dire della solidità granitica che dimostra in mezzo al campo per tutta la gara? Il 2016 è iniziato per lui con il vento in poppa.
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Riccardo Saponara (Empoli). Non poteva che andare così. Il Ricky nazionale si fa bellissimo al cospetto del diavolo che l'ha messo da parte con troppa fretta. Dribbling da urlo, servizi al bacio (vedi l'assist per Zielinski) e una quantità di cose buone da non trovar posto nella dispensa. Italia sì.
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Emanuele Giaccherini (Bologna). Che dietro al suo sì al Bologna ci sia anche il Conte nazionale ci sono pochi, pochissimi dubbi. Ma alzi la mano chi avrebbe puntato forte su una tale esplosione di bravura e intelligenza tattica. Giak da Europeo, prendere e non lasciare.
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Kevin Lasagna (Carpi). Dalla Promozione mantovana alla rete che spacca la Scala del calcio a tinte neroazzurre. Cinque anni di passione, cinque anni di salite e conferme senza fine. Il gioco del pallone è bello perché regala anche queste favole.
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Lorenzo Insigne (Napoli). Realizza dal dischetto la rete che mette in ghiacciaia la partita con la Sampdoria e si fa trovare sempre pronto alla bisogna, per correre, rincorrere e proporre. L'uomo che gioca da solista e da gregario. Una quattro stagioni a forma di pallone.

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