Vagabondages, Sergio Larrain in retrospettiva al Forte di Bard

© Sergio Larrain/Magnum Photos

Passage Bavestrello, Valparaiso, Cile, 1952.


© Sergio Larrain/Magnum Photos

Isola di Chiloé, Cile, 1957.


© Sergio Larrain/Magnum Photos

Trafalgar Square, Londra, 1958-1959.


© Sergio Larrain/Magnum Photos

Tra l'isola di Chiloé e Puerto Montt, Cile, 1957.


© Sergio Larrain/Magnum Photos

La Ruche, quartiere Vaugirard, Parigi, 1959.


© Sergio Larrain/Magnum Photos

Potosi, Bolivia, 1960.


© Sergio Larrain/Magnum Photos

"The City", Londra, 1958-1959.


In collaborazione con l'agenzia Magnum Photos, il Forte di Bard, in Valle d'Aosta, presenta dal 25 giugno prossimo la mostra Sergio Larrain. Vagabondages , la prima retrospettiva italiana dedicata al fotografo cileno scomparso nel 2012, già esposizione-evento ai Rencontres d'Arles del 2013. 

La mostra propone 127 fotografie in bianco e nero scattate tra il 1950 e il 1964, il periodo di maggiore attività di Sergio Larrain, nato a Santiago del Cile nel 1931. Figlio di un celebre architetto, dopo 3 anni di insoddisfacenti studi in ingegneria forestale negli Stati Uniti, dal '50 inizia a fotografare con una Leica IIIC e, tornato in Cile, a sviluppare le sue foto in un piccolo laboratorio allestito in casa. Ottiene il suo primo lavoro importante 5 anni dopo, per il settimanale illustrato brasiliano O Cruzeiro: l'inizio di un'intensa vita professionale che dal 1959 lo porterà a collaborare, su invito del fondatore Cartier-Bresson con l'agenzia Magnum Photos . Lavorerà con il Premio Nobel per la Letteratura Pablo Neruda, scattando le foto per Una casa en la arena  e collaborando con lui per il suo primo libro, Valparaiso .

Nel 1978, non riuscendo più a trovare nella fotografia la propria libertà, decise di abbandonarla, e di ritirarsi a vita privata, iniziando un percorso di introspezione mistica in un paesino sulla cordigliera cilena, nel silenzio delle Ande, lontano dal mondo e dalla società. Lì avrebbe insegnato yoga e disegno, scritto libri e poesie, e vissuto in maniera autosufficiente fino alla morte. Oggi le sue opere fanno parte delle collezioni di musei e collezioni prestigiose, tra cui quella del MOMA di New York.

Larrain fu a lungo fermamente contrario all’idea di una mostra retrospettiva sul suo lavoro - che anzi avrebbe desiderato distruggere - timoroso di perdere l'isolamento conquistato, ma alla fine della sua vita accettò che a curarla fosse Agnès Sire, direttrice della Fondazione Henri Cartier-Bresson e amica del fotografo, col quale intrattenne una corrispondenza per trent'anni. Garantendogli che la mostra e i libri su di lui avrebbero "dato conforto all’umanità", Sire riuscì a strappargli il consenso sulla riproduzione delle sue fotografie.


Sergio Larrain. Vagabondages 

coproduzione Magnum PhotosFondation Henri Cartier-Bresson

a cura di da Agnès Sire

25 giugno/9 novembre 2014

Sale delle Cantine del Forte di Bard, Valle d’Aosta


Accompagna la mostra il catalogo Sergio Larrain: Vagabond Photographer , edizioni Thames and Hudson’s, a cura di Agnès Sire e Gonzalo Leiva Quijada, premiato col Best Photography Book Award  dalla Kraszna-Krausz Foundation, prestigioso premio anglosassone all’editoria fotografica.

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