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(Ansa)
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I panni sporchi di una famiglia ormai si lavano sui social. Ed è il disastro

I panni sporchi si lavano in famiglia, al massimo in Tribunale, mai altrove. Succede invece che nell'era mediatica, dove tutto viene esposto alla pubblica piazza "virtuale", ci tocca registrare anche gli sconcertanti sfoghi social del marito di un'ex soubrette e poi conduttrice TV, Adriana Volpe, che ribalta sulla stessa accuse velenose, quelle di accompagnarsi ad un nuovo partner che 'girava per casa nudo davanti alla figlia' (Giselle, nata nel 2011).

Gravi insinuazioni di cui lo stesso autore si dichiara consapevole, aspettandosi conseguenze legali che ovviamente ci saranno sia da parte della moglie, sia da parte dell'accusato che vede menomata la sua reputazione per uno sfogo incongruo che vomita sottintesi odiosi.

La Rubrica - Lessico familiare

Non entro nel merito della vicenda che, semmai, verrà valutata dalle competenti autorità, ma al contempo non posso non sottolineare che accuse di tal fatta hanno scatenato, in altre famiglie e contesti, l'intervento dei Servizi Sociali, con conseguenze imprevedibili e, verosimilmente, pregiudicando la bambina che entrambi i genitori dicono di volere proteggere.

Siamo alla banalizzazione estrema del concetto di discrezione, di riserbo ed educazione familiare, alla strumentalizzazione dei social in chiave distruttiva perché non posso credere che il combattivo coniuge non abbia accettato il rischio dell'effetto deflagrante che le sue frasi avrebbero generato.

Lontani sono ormai i tempi in cui, quando la famiglia entrava in crisi, ci si sfogava con i parenti o al massimo con gli amici - quelli più fidati - e si preparavano le battaglie processuali con i propri legali.

Tutto rimaneva circoscritto a questo ambito ma, con i social, ora la natura umana è stata corrotta dal germe della 'comunicazione al mondo', dal bisogno di riversare sul web tutto ciò che attraversa le meningi, senza più filtri: "sono vero/a!" ormai è la proiezione più usata nei reality show per giustificare intemperanze di ogni fatta.

Blog e storie di Instagram, messaggi nelle chat collettive e post pubblici sono i nuovi canali in cui oggi anche mariti e mogli in lite raccontano al mondo le colpe dell'altro, con un effetto molto più devastante di quello di un atto giudiziale.

Senza contare che persino avvocati, consulenti, giuristi e burocrati vari utilizzano in modo sconsiderato il web, pubblicando video tanto compromettenti quanto estremamente riservati, alla faccia dell'assistito che si vede così, suo malgrado, messo in mezzo da chi avrebbe dovuto difenderlo.

Ed è così che al posto dell'atto giudiziale letto e interpretato da un Giudice arriva il "post" dove le accuse pubbliche sono recepite da una moltitudine di soggetti impreparati che non consentono la smentita.

Già perché quello che rimarrà dell'orrenda sortita in commento sarà il sospetto e la diffidenza verso la Volpe come madre inadeguata e verso il compagno esibizionista.

Anche se il post è stato rimosso ormai il danno è fatto ed è insanabile, come insanabile è la leggerezza di chi oggi pensa che questo sia giusto e in linea con i tempi.

No.

Non c'è nulla di moderno né di etico o condivisibile: gli antichi che hanno coniato il detto dei 'panni sporchi' lo avevano capito, noi lo stiamo drammaticamente dimenticando ma è necessario che qualcuno ci riporti in carreggiata.

Lo deve fare la giustizia e la legge.

Se è vero che il Tribunale di Como, con sentenza del marzo 2021, ha dichiarato che le denigrazioni e gli insulti via social possano legittimare l'addebito della separazione, è anche vero che ormai la stragrande maggioranza delle cause di diffamazione si appuntano su espressioni rese con gli strumenti telematici, che hanno una proiezione infinitamente superiore all'antica e demodè chiacchiera verbale.

Cosa abbiamo fatto per meritare tutto ciò?

Il problema è che la coscienza collettiva si sta assuefacendo a queste modalità e le nuove generazioni credono che se non hai un folto numero di amici, follower o visualizzazioni allora sei 'out'.

Beh, molto meglio essere out e continuare a guardarsi allo specchio che gettare in pasto al mondo ciò che di più intimo esiste, ossia le proprie vicende familiari.

E ditemi che sbaglio!

info: Missagliadevellis.com

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