Montecassino: 70 anni dopo la battaglia

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Nel dicembre 1943 i tedeschi iniziarono la fortificazione dell'altura posizionando l'artiglieria e i punti di osservazione. Nella foto, i beni conservati nell'abbazia sono trasferiti a Castel S.Angelo in vista della battaglia.


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La speranza alleata, soprattutto di Clark, poneva le sue basi sull'indebolimento delle difese tedesche in caso di attacco alleato a Montecassino che avrebbero liberato la via alle truppe sbarcate ad Anzio. 

L'attacco lo cominciarono gli inglesi il 17 gennaio 1944, ma non riuscì nell'intento di sfondare la Gustav per mancanza di forze di rincalzo e per la lentezza delle operazioni che permisero al feldmaresciallo Kesselring di inviare da roma due divisioni corazzate "Panzergrenadier".


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Paracadutista tedesco in postazione lungo i fianchi della montagna di Montecassino.


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Anche gli attacchi degli americani, da parte del II corpo d'armata, fallirono nei giorni 20 e 21 gennaio 1944. non avendo la possibilità di essere coperti dall'intervento di divisioni corazzate. Gli inglesi invece persero, in questi due giorni, ben 2,100 uomini falciati dall'artiglieria della Wehrmacht. Nella foto, postazione di artiglieria britannica puntata contro le difese tedesche.


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Alla fine di gennaio ci provarono anche i francesi e i magrebini del corpo di spedizione, cercando di bypassare Cassino dalle alture. Dopo alcuni iniziali successi, per problemi di rinforzi mai arrivati, furono costretti all'arresto dopo la perdita di circa 2,500 uomini. 

Nella foto, un'immagine desolata della "terra di nessuno" lungo la valle del fiume Liri, dominata dalle alture dell'abbazia.


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Ad un prezzo altissimo, nel febbraio 1944 la fanteria americana cercò di conquistare le alture di fronte all'abbazia, specie la Hill 593, detta il Calvario dai parà tedeschi del 2° reggimento che la difesero a oltranza. alla fine dell'offensiva, la II armata USA era annientata.


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Plotone di paracadutisti tedeschi nascosti negli anfratti della montagna di Montecassino.


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Rimpiazzati dai Neozelandesi e dalla 4a Divisione indiana, le operazioni giunsero allo stallo. Fu allora che entrò in gioco l'azione dal cielo dell'Aviazione alleata. Si riteneva infatti da parte alleata che il cuore delle difese tedesche avesse proprio sede all'interno di Montecassino e non lungo i fianchi della montagna.

La mattina del 15 febbraio si levano in volo 142 B-17, 47 B-25 Mitchell e 40 B-26 Marauder scaricarono oltre 1000 tonnellate di bombe sul monastero, riducendolo ad un ammasso di macerie.


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Bombe alleate "blockbuster" e i loro effetti sulle alture nei pressi di Cassino. Il fatto che i tedeschi riuscirono a riposizionarsi e a limitare le perdite, segnò con evidenza la scarsa portata strategica dell'aviazione in una battaglia che fu combattuta metro per metro ad un prezzo altissimo.


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Ma gli unici a morire furono 230 civili italiani che si erano rifugiati nell'abbazia, mentre il tiro impreciso arrivò a colpire anche postazioni alleate, mentre non risultavano colpiti obiettivi tedeschi di rilievo.  


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La desolazione dell'abbazia dopo i bombardamenti alleati del febbraio 1944.


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La terza battaglia per Cassino cominciò con le artiglierie della Wehrmacht ben mimetizzate tra le rovine del monastero. Il nuovo raid aereo cominciò il 15 marzo e fu contemporaneo all'avanzata neozelandese sotto il tiro dei tedeschi. Nella foto, l'evacuazione da parte della Wermacht del personale religioso.


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In questo caso però fu la pioggia, che iniziò a scendere in abbondanza, a impantanare e rendere vano ogni tentativo di avvicinamento alleato. I corazzati inglesi e americani si piantarono e furono facile bersaglio dei tedeschi. 

Nella foto, vittime alleate dell'attacco del 15 marzo 1944.


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Soltanto gli indiani e i neozelandesi erano riusciti ad avanzare sulle alture di fronte a Cassino, ma furono talmente decimati che si decise il loro ritiro dal campo di battaglia, sostituiti dal XIII corpo d'Armata britannico.

Nella foto, martellamento delle artiglierie alleate contro le alture attorno all'abbazia di Montecassino.


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Il fronte, tra la fine di marzo e per tutto il mese di aprile 1944 si stabilizzò. Con l'arrivo della primavera, le condizioni del terreno miglioravano. Alexander decise di attaccare nuovamente, spinto dall'idea di concentrare le forze nemiche ed impegnarle durante la preparazione del D-Day. Si decise per la convergenza tra l'8a Armata britannica e il 5° Corpo d'Armata di Clark, che si sarebbero dovuti incontrare e concentrare su un fronte di 20 miglia tra Cassino e il mare, per poi sfondare nella valle del Liri e verso la Casilina. Nella foto, Montecassino vista da un ricognitore della RAF, marzo 1944.


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Paracadutisti della "a Divisione Fallshaermjaeger in una postazione di tiro.


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L'artiglieria tedesca riprende posizione tra le rovine dopo i bombardamenti alleati.


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Il Generale Alexander decise di attaccare nuovamente, spinto dall'idea di concentrare le forze nemiche ed impegnarle durante la preparazione del D-Day. Si decise per la convergenza tra l'8a Armata britannica e il 5° Corpo d'Armata di Clark, che si sarebbero dovuti incontrare e concentrare su un fronte di 20 miglia tra Cassino e il mare, per poi sfondare nella valle del Liri e verso la Casilina.

Nella foto, batteria neozelandese in azione nel maggio 1944.


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Aprile 1944. prima dell'offensiva finale contro le difese della linea Gustav, un militare americano porta conforto a una famiglia di contadini rimasti senza tetto durante i combattimenti del mese precedente.


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Nei mesi di sosta, gli americani furono addestrati alla guerra anfibia, mentre i movimenti sarebbero stati effettuati di notte e da unità frazionate e indipendenti.

Alle 23 del 12 maggio 1944 tutte le bocche di fuoco alleate martellarono le difese tedesche. Al mattino gli inglesi e gli indiani avevano passato il fiume Rapido permettendo il passaggio dei carri armati della 1a Divisione corazzata canadese.


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I polacchi tentarono di conquistare Hill 593 ma persero 3000 uomini sotto i colpi dei parà tedeschi. nel frattempo i Goumiers marocchini aggirarono Cassino attraverso alture impervie, riuscendo ad unirsi agli inglesi e affiancarsi all'avanzata americana. A quel punto, le linee di rifornimento tedesche erano compromesse. Nella foto, avamposto inglese durante l'offensiva finale.


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Anche l'esercito italiano co-belligerante contribuirà alla conquista di Montecassino. Nella foto, artiglieri italiani aggiustano il tiro di un cannone da 193mm posto su un treno blindato.


Prigionieri tedeschi della divisione paracadutisti nelle mani degli inglesi dell'VIII Armata nella valle del Liri.


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La mattina del 18 maggio 1944 furono i polacchi, decimati e stremati per i tentativi precedenti, a occupare le rovine dell'abbazia. La strada per Roma era aperta.

Nella foto il capitano Parry richiede rinforzi dalla stazione radio impiantata nella cripta dell'abbazia. 


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Croci tedesche a Montecassino, dopo il ritiro della Wehrmacht a nord verso la nuova linea di difesa "Hitler".


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I primi soldati polacchi, con la divisa dell'esercito britannico tra le rovine dell'abbazia di Montecassino il 18 maggio 1944.


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Montecassino, fine maggio 1944. Ufficiali alleati discutono sulle strategie da adottare per l'avanzata lungo la strada n.6. Prossima fermata: Roma.


Ci vollero 5 lunghi mesi e migliaia di morti per annientare lo sbarramento tedesco lungo la linea Gustav. Neppure l'aviazione, chiamata a bombardare l'abbazia, si dimostrò decisiva. Fu il sacrificio di migliaia di Inglesi, Americani, Indiani, e Neozelandesi a determinare la vittoria finale alleata.

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