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Nevio Scala e il Parma: una storia infinita, che riparte dalla D

Dici Nevio Scala a Parma e i mugugni si trasformano in sorrisi. Con lui al comando della squadra gialloblù, la città emiliana volò in cima all'Europa al termine di una rincorsa da applausi nel campionato di casa nostra. Erano gli anni Novanta, del denaro che sembrava non finire mai e del risveglio della provincia del pallone che non aveva timore a guardare dritto negli occhi le solite grandi. A Parma si costruiva calcio di respiro internazionale, da imitare ed esportare. Poi, il crack Parmalat, la lenta ripresa, fino all'ultimo capitolo di una storia dolorosissima che prende forma in una parola, da suggerire a bassa voce per il tormento: fallimento. La fine di un'avventura, l'inizio di un'altra. Altri scenari (la Serie D), altri proprietari (Guido Barilla prima di tutti), lo stesso grande protagonista, Nevio Scala, che è stato chiamato a gran voce per riprendere le redini della società con il grado di generale. Sarà lui il presidente del nuovo Parma, la garanzia di un progetto che promette di essere innovativo e ricco di speranza. Era il Parma dei miracoli. Potrebbe diventare il Parma del Risorgimento.

Quei favolosi anni Novanta

Il Parma della stagione 1991-1992, vincitore di una Coppa Italia

Quei favolosi anni Novanta

ANSA/ELISABETTA BARACCHI
Nevio Scala in un'immagine recente con la Coppa delle Coppe vinta nel 1993

Quei favolosi anni Novanta

1996: Nevio Scala abbraccia Gianfranco Zola

Quei favolosi anni Novanta

Clive Brunskill/Allsport/Getty Images
Tonino Asprilla, ritenuto dagli inglesi uno dei più sopravvalutati giocatori di sempre: al Newcastle non fece bene come a Parma. 5° posto

Quei favolosi anni Novanta

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Nevio Scala sulla panchina del Parma negli anni Novanta

Nell'ordine, la promozione in Serie A del 1990, il quinto posto nel campionato successivo, il trionfo nella Coppa Italia del 1992, la conquista della Coppa delle Coppe del 1993 (sfuggita in finale dodici mesi dopo), quindi la Supercoppa Uefa e la Coppa Uefa del 1995, soffiata alla Juventus grazie a due gol di Dino Baggio, l'ex che non perdona. Scorri la carriera sotto le insegne del Parma di Nevio Scala, uomo con la cortesia dei grandissimi nel taschino, e capisci le ragioni di un amore incondizionato, lungo e appassionante, vero e necessario. Il tecnico veneto ha plasmato a sua immagine e somiglianza un ensemble di ottimi giocatori con il vizio del talento. Con lui, grazie a lui, sono sbarcati nel calcio che conta campioni come Gigi Buffon, Fabio Cannavaro e Gianfranco Zola, l'abc del pallone italiano per gli anni a venire. Di più. Il suo grandissimo merito è stato modellare a mezzi fenomeni calciatori come Faustino Asprilla, Antonio Benarrivo, Gabriele Pin e Alessandro Melli, che altrove avrebbero fatto sicuramente più fatica a emergere. Era ed è un sognatore, Nevio Scala, uno degli ultimi nel calcio dominato dalle carte bollate dei tribunali. Ora cercherà di trasmettere la sua capacità di vedere lontano a tutti quelli che vorranno essere protagonisti della rinascita del calcio a Parma.

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