D-DAY: le ore precedenti lo sbarco in Normandia

Imperial War Museum

Sempre sera del 5 giugno 1944. La Regina Madre saluta un giovane paracadutista della 6a Divisione britannica. A destra, una giovane Elisabetta osserva in disparte.


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Plotone di paracadutisti americani si avvia verso l'imbarco su un C47 "Dakota".


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Ancora fasi preparatiorie nel pomeriggio del 5 giugno 1944. Paracadutisti e Douglas C47 sulla pista di un aeroporto nel sud dell'Inghilterra.


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I vertici Alleati durante le manovre preparatorie dello sbarco. Da sinistra: l'Air Marshal Arthur Tedder, Dwight Eisenhower, ed il Generale Bernard Montgomery


AFHRA (Air Force Historical Research Archive)

Ufficiali del 9th Us Air Force studiano le carte della Francia Settentrionale prima dell'invasione. Ancora una volta, l'apporto dei bombardieri fu determinante per la riuscita dell'operazione Neptune con le incessanti incursioni dei giorni precedenti il D-Day.


Akg/Mondadori Portfolio

Ufficiali della 6a Divisione Aviotrasportata britannica allo studio delle carte militari della Normandia.


Art Archives/Mondadori Portfolio

Bambini inglesi e una sentinella USA catturati dallo spettacolo delle operazioni preparatorie allo sbarco nel porto inglese di Blackpool Sands, Devon.


Mondadori Portfolio

Inghilterra meridionale: una compagnia di fanti americani si avvia ordinatamente all'imbarco in vista dell'offensiva dal mare.


Mondadori Portfolio

Jeep Willys MB del corpo di Sanità americano durante l'imbarco su un LCT, mezzo da sbarco medio.


Mondadori Portfolio

Un camion dell'esercito USA in rampa durante l'imbarco dei materiali di uno dei battaglioni-chiave del D-Day: il 5° "Ranger",che si distinguerà per la difficilissima presa delle difese tedesche al promontorio della Pointe du Hoc.


Mondadori Portfolio

Un sorriso all'obiettivo di un fotografo dell'US Signal Corps. Soldati americani portano con se pesanti armi controcarri. 


Mondadori Portfolio

Un autocarro medio GMC pronto per salire sul ponte dell'LST (Landing Ship-Tank) 134.


Mondadori Portfolio

I Rangers americani del 5°Battaglione a tutta velocità verso l'imbarco in rada, su un mezzo leggero della Royal Navy.


Mondadori Portfolio

Flotta di mezzi da sbarco leggeri britannici con a bordo l'intero battaglione dei Rangers USA.


Mondadori Portfolio

Genieri del 6th Engineer Special Brigade su LCST da trasporto truppe appartenenti alla nave da guerra della marina USA USS "Thurston". Pomeriggio del 5 giugno 1944.


National Archives

B-26 Marauder dell' USAAF in volo verso la Normandia. Le strisce bianche e nere attorno alle ali e in fusoliera indicano la partecipazione dell'aereo al D-Day.


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Con la medesima livrea, un cacciabombardiere Republican P-47 "Thunderbolt" punta la prua alla Normandia, pronto a intervenire a fianco dei bombardieri pesanti.


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Con la carlinga piena di scritte antitedesche, paracadutisti inglesi si preparano a salire su un aliante Horsa la sera del 5 giugno.


Library Of Congress

Paracadutisti americani nel ventre di un Douglas C-47 pronti al decollo.


National Archives

"Band of Brothers": paracadutisti americani dell'82a Divisione aviotrasportata si aiutano nelle operazioni di vestizione con equipaggiamento tattico.


Wikicommons

Paracadutista americano sulla scaletta di accesso di un aliante Horsa poco prima del decollo verso la zona di St. Mère Eglise.


National Archives

Un sorriso che nasconde la tensione e la paura del lancio dietro le linee nemiche. Paracadutisti della 101a durante il volo verso l'entroterra della Normandia


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Volo di alianti di rincalzo alle prime luci dell'alba del 6 giugno 1944. Mancano pochi minuti allo sbarco sulle spiagge.


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Le prime vittime del giorno più lungo sono precipitate dal cielo. Nella foto, le vittime dello schianto di un aliante nei pressi di St. Mère Eglise.


National Archives

L' atterraggio difficoltoso di un aliante Horsa. Per fortuna, questa volta, senza vittime


Imperial War Museum

Paracadutisti inglesi sotto shock dopo un atterraggio traumatico presso Ranville. Poche ore più tardi i parà di Sua Maestà porteranno a termine la missione, occupando il ponte strategico sul fiume Oise.


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Un paracadutista americano tocca il suolo Francese in aperta campagna e si avvia al ricongiungumento con i compagni di lancio. Alba del 6 giugno 1944.


NARA/US ARMY SIGNAL CORPS

Pattuglia di paracadutisti della 101a Divisione aviotrasportata percorrono una strada nei pressi di Saint Mère Eglise dopo aver neutralizzato un nido di mitragliatrice tedesco.

Sono le prime ore del mattino. A pochi chilometri di distanza, sulle spiagge, è cominciato il "giorno dei giorni".


Cinque spiagge da occupare, per garantire una testa di ponte sicura per il passaggio di uomini e mezzi alleati diretti nel cuore della Francia occupata: Omaha, Utah, Juno, Sword e Gold. Inizia la mattina del 6 giugno la cruenta lotta per lo sfondamento delle difese tedesche del "Vallo Atlantico". Il fallimento dell'operazione sarebbe risultato un gravissimo ostacolo all'avanzata verso il cuore del Terzo Reich. 

L'operazione Fortitude  aveva avuto pieno successo. I tedeschi credevano ancora in un imminente sbarco angloamericano presso Calais, ed avevano lasciato in Normandia solo forze di riservisti ad eccezione della 352a divisione di Fanteria, a difesa di Omaha beach. Nei pressi di Caen, si trovava la 21a divisione corazzata "Pazergrenadier", mentre le difese costiere erano costituite da bocche da fuoco nascoste in bunker di cemento, nidi di mitragliatrici, mine antiuomo e anticarro, ostacoli di vario genere sul bagnasciuga. 

I tedeschi non si aspettavano uno sbarco proprio il 6 giugno, poichè le condizioni meteorologiche non erano buone. Il mare era agitato, il cielo coperto. Tuttavia trascurarono questa eventualità a tal punto che Rommel si trovava in licenza in Germania quando fu dato il segnale dell'inizio delle operazioni. 

Alle 23 del 5 giugno furono gli inglesi della 6a Divisione Aviotrasportata a decollare sugli alianti per atterrare nella zona del fiume Orne e conquistarne le vie di comunicazione dietro le linee nemiche. L'operazione fu un successo, con l'interruzione delle comunicazioni nemiche presso il ponte di Ranville.

Agli inglesi seguirono gli americani, della 101a e 82a divisione aviotrasportata, che non ebbe l'esito positivo dell'operazione inglese. Molti alianti si dispersero, atterrarono lontani dal'obiettivo, alcuni impattarono al suolo, creando le prime vittime americane del D-Day. Oltre agli alianti, gli americani operarono aviolanci di paracadutisti, che,a causa del terreno allagato dai tedeschi e dall'imprecisione dei lanci causarono numerose vittime. Gli uomini della 101a, presso St. Mère Eglise, poterono ricongiungersi con le forze sbarcate a Utah beach soltanto tre giorni dopo il lancio. 

Poche ore dopo i lanci, preceduti da un ondata di bombardieri alle prime luci dell'alba, le forze da sbarco anglo-americane daranno il via a quello che è chiamato "il giorno più lungo" della storia del secondo conflitto mondiale.

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