Salario minimo: dalla Svizzera all'Europa

Circa 4mila franchi netti al mese, che corrispondono a 3.300 euro. E' il salario minimo più alto del mondo che la Svizzera potrebbe introdurre prossimamente, dopo un referendum che si svolgerà domenica. A dire il vero, la proposta ha buone probabilità di essere bocciata, almeno a leggere gli ultimi sondaggi che, al momento, rilevano una prevalenza dei no alla richiesta avanzata dai sindacati a dai socialisti elvetici. Qualunque sia l'esito delle urne, però, una cosa è certa: l'introduzione di salari minimi, o l'innalzamento di quelli che già esistono, rappresenta un tema di grande attualità un po' in tutto il mondo. In Italia, il salario minimo non esiste ancora e se ne discute da anni, mentre in Germania dovrebbe essere presto introdotto dal governo di Angela Merkel, anche se incontra molte opposizioni. Negli Stati Uniti, invece, il presidente Obama propone da tempo di innalzare la paga-base oraria del lavoratori da 7,25 a 10,1 dollari, ma ha dovuto affrontare un fuoco di sbarramento da parte dell'opposizione repubblicana.

SALARIO MINIMO O REDDITO MINIMO?

Ma serve davvero il salario minimo? E perché in Italia non c'è ancora? Di fronte a questi interrogativi, le opinioni spesso divergono. Innanzitutto, va ricordato che il salario minimo è cosa ben diversa dal reddito minimo garantito (di cui si dibatte da tempo) che consiste in un sussidio pubblico, erogato a chi si trova in uno stato di disoccupazione cronica e ha gravi problemi economici. Il salario minimo, invece, è una paga-base stabilita dalla legge, che non pesa sulle casse pubbliche ma deve essere riconosciuta dall'azienda al dipendente, per evitare forme di sfruttamento del lavoro. Negli Stati Uniti, come già ricordato, la paga-base è di 7,25 dollari l'ora. In Europa, esistono invece diversi livelli di salari minimi legali, che variano da paese a paese. In Francia, per esempio, le paghe-base sono di oltre 1.400 euro lordi al mese, in Gran Bretagna superano di poco i 1.200 euro, in Lussemburgo sono attorno a 1.900 euro mentre in Spagna sono ben più basse e oltrepassano di poco i 750 euro mensili (dati Eurostat). Per non parlare dell'Europa dell'Est, dove spesso il salario minimo scende sotto i 200 euro.

SALARIO MINIMO: LE BATTAGLIE IN AMERICA

Ci sono poi alcuni paesi che non hanno salari minimi stabiliti per legge. E' il caso dell'Austria, della Svezia, della Danimarca e anche della Germania, dove il governo di Angela Merkel, in accordo con i socialdemocratici che lo appoggiano, ha però in programma di stabilire una paga-base di 8,5 euro l'ora, per combattere il diffondersi di parecchi lavori mal retribuiti, spesso a tempo parziale (mini-jobs). Il progetto sta tuttavia incontrando forti resistenze da parte degli industriali e nello stesso partito della cancelliera, la Cdu. Sono in molti, infatti, a temere che questa riforma faccia diventare il mercato occupazionale tedesco più rigido e che parecchi posti di lavoro vadano a farsi benedire.

IL CASO ITALIANO

Infine, c'è il caso dell'Italia dove appunto il salario minimo non esiste. Questa assenza dal nostro paese, che ci accomuna ad altre nazioni europee, è legata a una motivazione ben precisa: in Italia, come in Austria, in Germania e in Scandinavia, la contrattazione collettiva nazionale tra i sindacati e le imprese ha un ruolo importantissimo ed è la principale fonte utilizzata per stabilire il livello dei salari. In altre parole, in alcuni paesi si è scelto di non consentire alla legge di metter bocca sul livello delle retribuzioni, lasciando questo compito alla contrattazione tra le parti sociali, che è capace di interpretare meglio le esigenze del sistema produttivo.

E' innegabile, però, che in Italia sta crescendo il numero di lavoratori che non godono delle tutele previste dai contratti collettivi perché, nell'ultimo ventennio, si sono diffusi parecchi inquadramenti flessibili, come le collaborazioni a progetto e le cosiddette false partite iva . Per tali figure professionali, oggi è alto il rischio di ricevere delle paghe poco dignitose, ben inferiori a quelle di chi è assunto con contratti più stabili. Per questo, l'ipotesi di introdurre per legge un salario minimo orario anche in Italia è contemplata nel disegno di legge delega presentato dal governo per riformare il mercato del lavoro (il Jobs Act) che deve però essere ancora scritto nei dettagli e passare al vaglio del Parlamento. Riguardo alla paga-base minima, il testo della legge delega parla di un'applicazione in via sperimentale, dopo aver però consultato le imprese e i sindacati. La strada da compiere, insomma, è ancora lunga.

IL PROGETTO DEL REDDITO MINIMO GARANTITO

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