Safari deluxe

Non siamo in Inghilterra nella dimora di un eccentrico collezionista di animali esotici dal sapore vittoriano, ma in Kenya: il Giraffe Manor è uno degli edifici più iconici dell’architettura europea a Nairobi. E oggi simbolo del safari deluxe. Quello in salsa british, appunto, fatto di comfort assoluto e gusti inglesi, per vedere animali meravigliosi persino nel prato davanti a casa. Il richiamo a Karen Blixen e al suo mitico La mia Africa è scontato, tra i mattoni rossi di questo lodge delle meraviglie.

Ma il safari contemporaneo ha anche un altro volto. Rigorosamente tagliato su misura e sensibile all’ambiente. Meno turistico, più wild. Sulla scia della recente filosofia del viaggiatore che si cala nei panni dell’abitante locale, anche in questo caso si cercano esperienze più autentiche. A caccia di un rapporto quasi primitivo con la natura e dei grandi silenzi di quel continente. La mappatura delle destinazioni contemporanee infatti corrisponde a
ecosistemi ricchi e intatti, animali da proteggere, esperienze intense, magari da fare su periodi più brevi del consueto.

Quella breve, infatti, è la nuova formula del safari, pensato come tappa di un viaggio per scoprire volti differenti dello stesso territorio. L’hanno inventata Andrea Boero e Alessia Lo Cascio, che un paio di mesi fa hanno lanciato con successo un nuovo brand, Luxury short safari (Luxuryshortsafari.com). Il nome è già un programma: lodge di lusso, per safari brevi e, si può aggiungere, a tema: "La nostra formula è perfetta per viaggi combinati: resort esclusivi di Zanzibar, Oman e Dubai e la grande savana" spiega Boero. "Sono più corti, ma intensi e adrenalinici, legati ad attività particolari.

Per esempio, in Tanzania si può sorvolare il Serengeti in mongolfiera, andare a cavallo nel Grumeti e, nel sud, fare walking e boat safari. In questo senso sono proposte tematiche". Oltre ai classici game drive, quei safari in cui si attraversano i parchi a bordo di un fuoristrada, al Singita Serengeti house si organizzano dunque esplorazioni nel Serengeti (dove a fine giugno si assiste allo spettacolo della grande migrazione) a piedi, in mountain bike e a cavallo: "In questo caso si procede con cautela, attenti a ogni fruscio, come ospiti in casa d’altri. Un’esperienza per i più temerari" commenta ancora Andrea Boero. Remoto e incantevole, il Greystoke Mahale nel Mahale National Park, sulle rive bianche del lago Tanganika, è un lodge molto esclusivo realizzato con materiali naturali e di recupero, come il legno di vecchie canoe e il tetto di foglie di palma. Questo indirizzo è ideale per il fishing safari, sport fino a ora poco praticato a quelle latitudini, che invece sta riscuotendo una discreta attenzione di pubblico. La versione deluxe (i prezzi si aggirano tra 3 e 14 mila euro) proposta dalla coppia Boero-Lo Cascio prevede anche freschi sashimi all’aperitivo e trekking di avvistamento scimpanzé.

E ancora, il Sand river e il Beho Beho lodge, ricchi di accenni coloniali e design africano, sono la base per chi vuole visitare Selous, un parco selvaggio e poco frequentato nel sud della Tanzania dove dedicarsi a game drive, ma su veicoli aperti, oppure suggestive escursioni in barca lungo il fiume.
La parola safari ha già in sé una caratteristica specifica: in lingua swahili significa viaggio, ma inteso come forma di turismo responsabile, un occhio alla difesa dell’ambiente, l’altro alla salvaguardia delle culture. Un modo per proteggere la bellezza del territorio, ma anche un fantastico business: l’Africa, infatti, è una tra le poche destinazioni a registrare una crescita nel settore anche in questi anni di crisi e recessione. Secondo i dati diffusi dall’Organizzazione mondiale del turismo 2014, il continente cresce del 5,6 per cento, e in particolare l’area sub sahariana si posiziona su un +5,2 per cento rispetto all’anno precedente. Con una grossa novità: l’arrivo delle famiglie con bambini. Se fino a qualche anno fa si considerava il safari non adatto ai giovanissimi, ora quelli childfriendly sono sempre più popolari, al punto da essere accostati alle crociere come possibilità di sviluppo nel prossimo futuro.

Difficile identificare le mete più cool, ma numericamente sono in netto vantaggio Sudafrica e Kenya, con un’incidenza di pubblico maggiore perché più abbordabili dal punto di vista economico. La soddisfazione da parte del viaggiatore, però, è pressoché garantita: nei parchi di questi due stati l’avvistamento dei big five, i grandi animali della savana, leone, leopardo, elefante, rinoceronte e bufalo, è quasi certo. Con conseguente aumento del rischio di mal d’Africa. La sintomatologia classica fa risalire il bush moment, l’istante in cui il malessere si impossessa dello straniero, al rapimento causato da tramonti di fiamma, allo sguardo appuntito di un leopardo o al ruggito di un leone che vibra dentro la pancia. Succede alla Madikwe game reserve, da visitare preferibilmente da aprile a ottobre (Andbeyond.com), la quarta riserva più grande del Sudafrica fedele alla conservazione degli animali e alla sostenibilità ambientale. All’interno della riserva ci si muove solo su veicoli aperti, guidati da ranger, e l’accesso ai safari è permesso a chi prenota in uno dei 30 lodge. Che propongono game drive professionali di circa quattro ore all’alba e quattro al tramonto, quando gli animali escono per la caccia. Simile il trattamento al Mara bush houses del gruppo Asilia, con i suoi lodge extralusso, nel cuore del Kenya dei Maasai (Marabushhouses.com). Oppure si può scegliere una formula innovativa. Si chiama Tinyeleti treehouse al Lion Sands (Lionsands.com) nel Kruger National Park, precisamente tra il bush e il Sabi River. Si dorme in case sull’albero, arredate come hotel di lusso, per vivere isolati, in compagnia solo degli animali, delle stelle e del verde.

Nello stesso territorio del Sudafrica, sta prendendo piede il safari fai-da-te. È il modo migliore per creare il percorso che si preferisce, seguendo unicamente i propri ritmi e le proprie esigenze: basta noleggiare un’auto e guidarla all’interno delle zone consentite. Un’esperienza rara: muoversi in autonomia regala scosse di adrenalina decisamente interessanti. Specialista del settore è Safari drive (Safaridrive.com), con cui mettere a punto il viaggio.

I safaristi esperti, invece, preferiscono destinazioni di nicchia. Come quelle proposte da Volcanoes safaris (Volcanoessafaris.com), specializzati in eco travel in Uganda per avvistare gorilla, un tragitto indimenticabile nella foresta di Bwindi, patrimonio dell’umanità dell’Unesco. Per chi ama le alte cime e i paesaggi decisi, la stessa organizzazione propone trekking sulla catena montuosa Rwenzoris al confine tra Uganda e Congo, destinazioni in crescita insieme al Rwanda e allo Zambia. Per una visione scenografica dall’alto, si arriva in aereo al Mount Gahinga dove si fanno arrampicate e trekking con le scimmie.

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