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Ronaldo alla Juve? La follia di mercato che fa sognare (e sposta mezzo miliardo)

Comunque vada sarà la storia di successo dell'estate. Cristiano Ronaldo alla Juventus: suggestione o trattativa? La prima per i tanti scettici secondi i quali è impossibile per un club italiano mettere le mani sul calciatore più famoso del mondo, la seconda per chi a Torino, in Portogallo e in Spagna, sta tessendo la trama della vicenda e mettendo insieme i tasselli del puzzle.

Di sicuro c'è che mai come questa volta CR7 è vicino all'addio al Real Madrid, il club che lo ha preso già affermato campione e lo ha reso leggenda. Immortale. Con i suoi Palloni d'Oro messi in bacheca (sono cinque e la serie non è finita), le Champions League (sempre cinque di cui tre di seguito) e l'immagine di fuoriclasse mondiale ben più di Messi. Il nemico numero uno dell'ultimo decennio in cui il calcio europeo e non solo è vissuto di una diarchia.

Non è solo una fantasia di calciomercato. Voci e indiscrezioni rimblazano come impazzite dall'Italia al Portogallo facendo tappa a Madrid. I tre lati di un triangolo che muoverebbe mezzo miliardo di euro e che ridisegnerebbe la mappa del potere nel football del Vecchio Continente. Restituendo all'Italia un ruolo centrale e dando concretezza all'assalto della Juventus alla Champions League dell'ossessione.

Il gol in rovesciata di Cristiano Ronaldo alla Juventus | video

Spostare Ronaldo? Un colpo da mezzo miliardo 

La domanda è: può un club che fatturato meno di 500 milioni di euro ed è appena nella Top10 europea permettersi di strapapre Ronaldo alla società più ricca del pianeta, Manchester United a parte? No, se si seguono i fondamentali logici ed economici perché l'operazione vale non meno di mezzo miliardo tra clausola da pagare (sarebbe di un miliardo ma ci sarà lo sconto) e ingaggio (240 milioni lordi spalmati in quattro stagioni).

Eppure la Juventus ci sta pensando, immaginando l'affare come il biglietto da visita per l'ingresso definitivo nell'elite del calcio europeo. Certo, nulla si può fare senza un piano che coinvolga anche la proprietà (Exor e Fca) in modo da non scaricare tutti i costi sul bilancio del club. Agnelli può far leva su questo e sul desiderio di Ronaldo di chiudere con il Real Madrid e inseguire la vittoria nella Champions League con tre club diversi: leggendario.

Portarlo a Torino significa non avere in testo l'orizzonte italiano - dove CR7 è superfluo per vincere l'ottavo scudetto di fila per cui la Juventus è ampiamente in pole anche senza - ma quello europeo e mondiale. Un upgrade definitivo. Un po' come lo stesso Real delle superstar che per un decennio ha ragionato così: si prende il meglio anche a costo di strapagarlo, poi il fatturato crescerà in maniera geometrica seguendo l'incremento del valore del brand e i successi sportivi.

Il primo cartellino di Cristiano Ronaldo - 3 luglio 2018GREGORIO CUNHA/AFP/Getty Images

Ronaldo, un'azienda da cento milioni di euro

Il punto di partenza è che Ronaldo va trattato (e rispettato) come se fosse un ramo d'azienda. Non solo i gol, gli assist e le vittorie. Non solo la maniacale cura del fisico e dell'immagine, coltivata attraverso una fan base social da oltre 300 milioni di innamorati delle gesta del portoghese (si calcola che ogni suo post abbia un valore commerciale superiore al milione di euro).

Ronaldo è tutto questo e molto di più. E' un calciatore che, secondo la classifica stilata da Forbes nel 2017, fattura in un anno 90 milioni di euro tra stipendio e sponsorizzazioni, tutte scelte con cura a partire dal legame a vita con la Nike che lo pone al livello di Michael Jordan, il dio del basket Nba.

Se davvero CR7 arriverà alla rottura con il Real Madrid sarà anche per questo: non sopporta di guadagnare la metà di Messi (50 contro poco più di 20) e meno anche di Neymar che la Casa Blanca vorrebbe portare a Madrid per proseguire la politica dei migliori sempre e comunque. Torino non gli può garantire quelle cifre, ma può regalargli qualcosa che per un vincente come lui è benzina: la motivazione per vendicarsi di chi lo scarica colpendo là dove fa più male. Nell'immagine e nel cortile della Champions che a Madrid sono abituati a trattare come casa propria.

Succederà? Difficile. Non impossibile. E già questo è uno scenario che fino a qualche settimana fa sarebbe stato semplicemente impossibile da immaginare.

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