Riflessioni (sul lavoro) dalle vacanze

Scatto dall'Alto Adige

Devo ammetterlo, ero un po’ prevenuto. Sto trascorrendo la mia prima vacanza estiva ad “alta quota”; fino all’anno scorso sempre e solo mare per la stagione calda mentre la stagione fredda era sì dedicata alla montagna, allo snowboard quando capitava, che si traduceva quindi in neve. Ma in estate? Mi sono sempre chiesto cosa mai ci venissero a fare le persone in montagna e le settimane prima di partire avevo domandato qua e là ad amici cosa mi aspettasse, passando da facce perplesse che mi guardavano come un mezzo alieno ed espressioni entusiaste che mi elencavano le 1000 attività da non perdere.

Beh, l’esperienza è notevole e sicuramente da tener presente per il futuro. A parte l’aspetto vacanziero e i benefici di aver lasciato per qualche tempo la città trasferendomi in mezzo ai monti per entrare in una realtà parallela dove far ritornare i ritmi, frenetici durante tutto l’anno, a velocità umane, ho potuto ri-scoprire alcuni aspetti legati al lavoro che erano entrati nel dimenticatoio. Qualche esempio? Ri-scoprire che il latte per la colazione non nasce direttamente nel cartone della centrale del latte (e nemmeno il burro), ri-scoprire che le uova non le vendono solo nel cartone da 6 sullo scaffale del supermercato, ri-scoprire che il tè con la salvia coltivata nell’orto sotto casa fa passare il mal di gola, ri-scoprire insomma che esistono un’infinità di professioni e mestieri che spesso vengono dati un po’ per “scontati o dimenticati” ma dal fascino garantito.

Scatti dall'Alto Adige

Legato come sono alla vita cittadina e ad una costante attività lavorativa che potrei definire esclusivamente “intellettiva”, osservare lavori che richiedono una buona dose di praticità è stata una ri-scoperta, tra curiosità e stupore. Maria per esempio, la proprietaria del maso Tenningerhof dove si trova il piccolo e delizioso appartamento che ho preso in affitto, è una ragazza sui 35 anni che potrei tranquillamente definire multitasking. Multitasking non nel senso ipertecnologico a cui sono abituato a pensare però, mi spiego subito. Nell’ordine: porta avanti la gestione degli appartamenti del maso (prenotazioni online, gestione del sito internet e tutto quello che potete immaginare legato all’organizzazione di una struttura di ricezione), si occupa dell’allevamento di mucche che risiedono nella stalla qui accanto – 3 mucche + 3 vitelli, uno dei quali nato giusto un paio di giorni fa e che ovviamente ha fatto nascere lei, perché come spiega “il veterinario si chiama solo se ci sono casi complicati” – e cura alcuni terreni vicini dove coltiva patate. Come se non bastasse è maestra elementare del paese. Ieri mattina l’ho vista uscire a bordo del suo trattore, come sempre con una tranquillità e serenità strepitose, e la sera l’ho incrociata mentre stava terminando di mungere le mucche.

Sarà che anche volendo, la città queste opportunità non potrà mai offrirle, ma è utile tener presente che esistono e hanno un grande valore. E perché no, potrebbero anche essere un’alternativa plausibile…

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