Resilient: l'Africa di Marco Gualazzini in mostra a Milano

© Marco Gualazzini / Contrasto
Marco Gualazzini - Kenya, Dadaab, 2016. La prima settimana di ogni mese, per cinque giorni, viene distribuito il cibo a Dadaab, il più grande campo profughi del mondo
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Marco Gualazzini - Sudan, Kordofan meridionale, 2013.
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Marco Gualazzini - Somalia, Bosaso, 2015. La scuola primaria Haji Mire
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Marco Gualazzini - Ciad, Bol, 2018. La riduzione del lago Ciad è la conseguenza della desertificazione che minaccia l’esistenza delle popolazioni che ne abitano le rive e dell’ecosistema che lo popola
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Marco Gualazzini - Ciad, Dar Es-Salam, 2018. Con il calare della notte, gruppi di pastori nomadi si accampano alle porte del villaggio di Dar Es-Salam,
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Marco Gualazzini - Mali, Mopti, 2012. Centinaia di nuove reclute della milizia Ganda Koy, i “Figli della terra”
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Marco Gualazzini - Somalia, Mogadiscio, 2015. Un uomo trasporta uno squalo martello per le strade di Mogadiscio.
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Marco Gualazzini - Somalia, Mogadiscio, 2012. La cattedrale cattolica situata tra i distretti di Hamar Weyne e Shangani, nel centro storico della capitale somala
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Marco Gualazzini - Ciad, Bol, 2018. Bambini orfani, prevalentemente rifugiati nigeriani, vivono in gruppo all’interno delle scuole coraniche

Dal Ciad al Sudan, passando per Mali e Somalia, "Resilient" raccoglie circa quaranta straordinarieimmagini del "Continente Nero" tratte dal libro omonimo che raccoglie il meglio dei reportage realizzati da Marco Gualazzini in Africa, dal 2009 al 2018.

Dove e Quando

Visitabile fino al 24 marzo 2019, la mostra è ospitata negli spazi di "Forma Meravigli", in Via Meravigli 5 a Milano

Da mercoledì a domenica dalle 11.00 alle 20.00


Lunedì e martedì chiuso

Perchè è interessante

Chiamasi "resilienza" la capacità di un sistema di adattarsi al cambiamento: Marco Gualazzini, nel suo straordinario lavoro, cerca di testimoniare in che modo il continente africano reagisca ai problemi e alle crisi che lo flagellano con una capacità di "resilienza" straordinaria e insieme drammatica.

Le immagini in mostra sono il frutto di un lungo lavoro, durato quasi dieci anni, che ha portato l’autore ad esplorare l’Africa alla ricerca di storie e vicende inedite. Storie che nessuno vorrebbe sentire.

E' il caso delle sue immagini del Congo, paese piegato dalle credenze popolari e dal rapporto tra religione e stregoneria, dove chi soffre di malattie mentali viene tuttora considerato un indemoniato e lo stupro è usato come arma di guerra (ogni anno vengono stuprate 15.000 donne) o il Mali, tormentato dalla guerra e dalle infiltrazioni islamiste nell’Africa subsahariana.

Nei suoi reportage, Gualazzini documenta anche le condizioni del Sudandel Sud e della Somalia, uno tra i paesi più pericolosi e meno accessibili per stranieri e giornalisti.

Durante il suo ultimo viaggio, nel 2018, il fotografo ha testimoniato la grave crisi umanitaria in corso lungo il bacino del lago Ciad, dovuta alla desertificazione come conseguenza del cambiamento climatico.

Le immagini, di grande forza compositiva e impatto giornalistico, compongono un racconto fotografico straordinario e importante e ci regalano uno sguardo ravvicinato, partecipe e attento, sulla nostra realtà

La mostra, curata da Alessandra Mauro, è accompagnata dal libro omonimo edito da Contrasto.

Marco Gualazzini, breve biografia

Nato a Parma nel 1976, Marco Gualazzini ha iniziato la sua carriera come fotografo nel 2004, con il quotidiano locale della sua città, La Gazzetta di Parma. 

I suoi lavori più recenti comprendono reportage sulla microfinanza in India, sulla libertà d’espressione in Myanmar, sulla discriminazione delle minoranze in Pakistan.

Negli ultimi anni ha coperto prevalentemente crisi umanitarie e conflitti in Africa. 

Ha ideato e ha partecipato alla realizzazione di un documentario per la RAI sul sistema delle caste in India (premiato per la "miglior fotografia" al Al- Jazeera International Documentary Film Festival); ha diretto un documentario sul tema dello stupro come arma di guerra in Congo e uno sul modello di accoglienza per i rifugiati in Uganda. 

I suoi lavori sono stati pubblicati - con amplio spazio - su riviste nazionali e internazionali, tra cui Der Spiegel, The Sunday Times Magazine, Paris Match, The New York Times, Al- Jazeera, Geo, Time Magazine (Lightbox), Courrier International, Internazionale e L’Espresso tra gli altri. 

"Resilient" (Contrasto) è il suo primo libro.




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