Renzo Di Falco: "Con Il Serialista vi porto nel mondo delle serie tv""

Tra Netflix, Sky Atlantic, Fox, Amazon Prime e Tim Vision l’abbuffata di serie tv è così pantagruelica che non basterebbero sei mesi di ferie per guardarle tutte. È l’effetto valanga, bellezza, con i produttori che sfornano serial a getto continuo e il palato del pubblico che si fa sempre più esigente, trasformando la serialità in un fenomeno planetario. E così, per provare a dare qualche dritta, lo speaker di Rds, Renzo Di Falco, si è inventato Il Serialista, l’insolita guida nata per la social tv sbarcata da qualche giorno sui canali Fox, dove in pochi minuti consiglia e racconta i titoli imperdibili.

Renzo, qual è il click che ha fatto scattare l’idea de Il Serialista?

Dopo la centesima volta che un amico mi ha chiesto: “Scusa, che serie mi consigli?”. Ammetto di essere un addicted di serie tv, sono quasi uno spettatore compulsivo. A quel punto, su suggerimento di un amico, ho provato a “capitalizzare” questa mania, costruendo un piccolo format in cui raccontare a modo mio le serie.

Il format è stato concepito per la Igtv, ovvero la tv di Instagram.

Sì, mi sono immaginato un prodotto verticale, immediato e di breve durata, al massimo 4 minuti, con l’aggiunta di brevi trailer e i consigli degli amici famosi: così ho chiesto il contributo di cantanti, colleghi e volti tv che mi raccontavano che serie stessero guardando.

Poi alla tua porta ha bussato il gruppo Fox. È stata una “proposta indecente”?

(ride) Più allettante, direi. Speravo che qualcuno si accorgesse di me, visto che le visualizzazioni su Instagram erano buone. Ci siamo trovati al momento giusto perché loro – che sono la casa delle serie tv - cercavano qualcuno che raccontasse le loro serie tv, i lanci, le novità e le cose più interessanti del loro palinsesto.

La tv stravolto il format?

No, anzi. E sono incredibilmente orgoglioso che questa mia idea sia passata con assoluta fluidità dal web alla tv. È rimasto il titolo e la totale autonomia. Io guardo in anteprima una serie – com’è successo nella prima puntata con La guerra dei mondi – e la racconto il mio punto di vista.

I tuoi consigli possono essere decisivi?

Sono un piccolo contributo: oggi l’offerta è così ampia che è difficile orientarsi. Anche se questo ha alzato di molto l’asticella della qualità.

Come te la spieghi la mania delle serie tv, diventata ormai una febbre collettiva?

Sono un argomento di discussione, una tema su cui confrontarsi. Rispetto a un film, per quanto bello, se sono ben costruite e diluite, ti appassionano, vuoi sapere che fanno i personaggi, ti affezioni o li detesti.

Sono un business ma le seconde e terze stagioni sono quasi sempre molto deludenti.

Ci sono delle belle eccezioni, ma è vero che gli sceneggiatori tendono a reiterare i meccanismi e ad allungare il brodo quando un titolo è forte. Per accontentare il pubblico, la seconda stagione somiglia alla prima, la terza o quarta si sfilacciano e perdono di mordente. La forzatura è facile.

Senza pensarci troppo: tre serie cult?

Lost, Entourage e Friends.

Il Serialista cosa sta guardando in questo momento?

Sto riguardando War of The Worlds, su Fox, Living with yourselfsu Netflix - con puntate di 25 minuti sul tema della clonazione – e poi un vero gioiellino, Modern Love su Amazon Prime Video.

Il tuo vero lavoro è però quello speaker radiofonico: da sette anni conduci su Rds.

Sono riuscito a realizzare il mio sogno di bambino. Ho cominciato presto, facendo tanta gavetta a Latina e poi a Dimensione Suono Roma, la radio romana del gruppo: nel 2011, sono passato a Rds. Sono felice perché era la radio che ascoltavo da piccolo e oggi la sento come casa mia.

Hai fatto un passaggio in tv, su Rai4. Di cosa si trattava?

Ero uno degli analisti di Kudos, una trasmissione per giovani dedicata al web. E poi sono stato tra i tutor di Rds Academy, un talent dedicato alla ricerca di nuove voci per la radio.

Senza contare i tuoi colleghi di Rds, chi sono i tuoi idoli radiofonici?

Mi piacciono molto Rosario Pellecchia di 105 e Linus, voce e anima di Radio Deejay. Sono quelli che ascolto più volentieri.

Il tuo sogno per il futuro?

Continuare a sperimentare, mixando radio e tv. La mia dimensione è quella della radio di flusso, ma non mi dispiacerebbe fare un programma tv, magari di interviste.

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