Questi ragazzi faranno strada, parola di Facebook

Si erano candidate in cento, ne sono state scelte cinque. Le più promettenti. Sono le start-up italiane selezionate nell’ambito di FbStart, il programma di Facebook che aiuta le nuove imprese a crescere. Un’iniziativa che ha già investito 100 milioni di dollari e supportato 7.200 giovani imprese di tutto il mondo. In sintesi, il colosso di Zuckerberg prende per mano app e siti seguendoli in modo continuo e pratico, insegnando loro metodi e tecniche per raggiungere una visibilità internazionale.

Il primo evento live in Italia è stato organizzato a Roma presso l’incubatore Luiss Enlabs. «Da luogo per la socialità, ci trasformiamo in motore per il business. Abbiamo creato un collegamento con queste cinque start-up e continueremo a tenerle d’occhio» spiega a Panorama.itPaola Bonomo, responsabile commerciale per il Sud Europa di Facebook, dove è approdata nel 2015 dopo avere lavorato per McKinsey, Vodafone, Il Sole 24 Ore ed eBay.

Le cinque start-up supportate da Facebook

Da sinistra - Domenico Rosito (28 anni), Chiara Parato (27), Marco Grasso (40), Antonio Vecchio (30), Giovanni Parato (25)
Karaoke One - Un’applicazione dedicata a chi ama cantare. Si registra la propria performance tramite tablet o smartphone e la si condivide con gli amici su Facebook. Frutto di un’intuizione di cinque amici, tutti pugliesi, è già un piccolo successo: il programma è stato scaricato 270 mila volte in cinque mesi. Vasta la scelta dei brani con cui cimentarsi: 160 sono gratuiti, circa 3 mila a pagamento.

Le cinque start-up supportate da Facebook

Da sinistra - Alessandro Salvati (27 anni), Luca Sicari (28), Enrico Giancaterina (27)
Nextwin - Trasforma le scommesse calcistiche in un gioco. Anziché puntare soldi veri, si sfidano gli altri membri della community a colpi di pronostico. Chi ne indovina tanti, guadagna popolarità; chi è meno capace, impara dai più bravi. Per tutti ci sono statistiche dettagliate per analizzare le proprie performance. Nel team, un laziale, un calabrese e un abruzzese con la passione per lo sport.

Le cinque start-up supportate da Facebook

Da sinistra - Martina Mattone (26 anni), Gabriele Giugliano (24), Nicolò Bardi (22)
Tutored - Un piccolo fenomeno made in Italy, con mezzo milione di studenti universitari già iscritti. Sul sito trovano ragazzi come loro che hanno superato l’esame che stanno preparando, anche con lo stesso docente. Possono prenotare una lezione privata e pagarla on line, mentre un sistema di feedback vigila sulla serietà dei tutor. Così tre giovani romani hanno creato l’Airbnb delle ripetizioni.

Le cinque start-up supportate da Facebook

Da sinistra - Enrico Deleo (27 anni), Mirko Oliveri (29)
Verticomics - Permette di acquistare la versione digitale dei migliori fumetti cartacei disponibili in edicola o in libreria, Zerocalcare incluso, per leggerli ovunque sul telefonino o sul tablet. Ogni giorno è disponibile un titolo indipendente, gratis per tutti. Presto arriveranno abbonamenti per avere accesso all’intero catalogo, come succede su Spotify. Parola di due ragazzi siciliani fieramente «nerd».

Le cinque start-up supportate da Facebook

Da sinistra - Enrico Scianaro (29 anni), Vito Arconzo (35)
Whoosnap - Trasformarsi in reporter e guadagnare con le foto realizzate con il telefonino è possibile grazie a questa app che ha già oltre 100 mila utenti sparsi tra Italia, India e Inghilterra. Basta rispondere alle richieste di immagini di fatti di cronaca che accadono nei dintorni della propria posizione o proporre gli scatti di un evento. Presto si potranno caricare video. L’idea è nata a Fasano, vicino Brindisi.

Apple vuole aprire una scuola di app a Napoli, Google ha inaugurato un laboratorio universitario a Bologna. Qual è il vostro approccio al sostegno delle buone idee?

È FbStart, un programma composto da due filoni. Da una parte diamo modo agli sviluppatori di sperimentare: forniamo loro crediti da spendere sulla nostra piattaforma e presso i nostri partner; dall’altra offriamo un costante supporto on line e dal vivo, tramite una serie di workshop. Quello nella capitale è stato il primo nel nostro Paese, dopo che ne erano stati organizzati a Londra, Tel Aviv, Berlino e altrove.

Il primo di tanti?

Valuteremo i risultati, di certo mi piacerebbe ripetere questa esperienza. A Parigi, per esempio, sono già una consuetudine: vengono organizzati ogni tre mesi coinvolgendo, a rotazione, diversi fondi di venture capital.

Paola Bonomo, responsabile commerciale per il Sud Europa Facebook

Ma qual è il collegamento, dov’è il nesso tra Facebook e le start-up?

Possiamo mostrare loro come pensare in grande, essere veloci, diventare globali. Tre obiettivi che la nostra piattaforma aiuta a conseguire. Non solo nell’immediato. Ci piace trasmettere una forma mentis, un modo di pensare.

Può avere ricadute pratiche per il nostro Paese?

Sì. E sono misurabili: uno studio pubblicato lo scorso anno da Deloitte ha dimostrato che applicazioni e servizi legati alla nostra piattaforma hanno già prodotto 10 mila posti di lavoro in Italia. La direzione è quella giusta.

Occorre ragionare su una scala globale, non locale. Con un business plan ambizioso e dimostrando il ritmo di crescita necessario per proporsi e accedere a capitali inglesi e americani

Perché tanto interesse per le start-up?

È anche l’eredità di una mia passione personale. Dal 2009 faccio parte di «Italian Angels For Growth», un gruppo di business angel basati a Milano. Dà sempre una grande soddisfazione incontrare giovani imprenditori, aiutarli a validare il loro modello di business e a crescere.

C’è da colmare, innanzitutto, un ritardo con altri Paesi. Non solo i capifila Stati Uniti e Israele, anche con i nostri vicini oltre le Alpi.

È vero, non siamo all’altezza di Parigi, Amsterdam, Barcellona, ma il materiale c’è. Esiste un discreto numero di buone idee.

Cosa manca allora?

La comprensione che occorre ragionare su una scala globale, non locale. Con un business plan ambizioso e dimostrando il ritmo di crescita necessario per proporsi e accedere a capitali inglesi e americani.

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