Questioni di stile e di “stylist”

Chi lavora nel mondo dello spettacolo, ma più in generale della tv, sa che per mantenere in stato di grazia la voce “immagine” è necessario intervenire su più fronti.. Quindi il parrucco, capello ben tenuto e ordinato, senza riflessi troppo scuri che segnano i lineamenti o troppo rossi che involgariscono, trucco, che varia a seconda del tipo di prestazione, se si tratta di un tg, come nel mio caso, sobrio e pulito, più marcato se appartiene all’intrattenimento. E poi il look. La parte più difficile. Perché quello che funziona in tv può risultare pacchianissimo in onda.

Esempio concreto? Le tonalità del beige uccidono, giacche elegantissime in velluto, fanno effetto paramento. Piccoli riflessi di tessuti lucidi, sollevano il dubbio: tv op circo?

Insomma ci sono i pericoli delle stoffe e quelli – più minacciosi – del gusto. Quello o c’è o non c’è.. O hai l’idea di quello che su di te funziona, magari creando un genere “tuo”, o vai a tentativi. Oppure chiami quella persona, figura che esiste da pochissimo in Italia, che anche io ho scoperto solo ora. Il personal stylist. Anzi a dire il vero ne esiste solo uno nel nostro Paese. Che ho incontrato per caso alla festa per i 10 anni di una agenzia di comunicazione (e tutto è collegato).

Lui si chiama Luca Boiocchi. Ha 33 anni, ha iniziato sfogliando riviste di moda di tutto il mondo alle “Messaggerie Musicali” per la fame di tendenze. Lui arriva dalla Sardegna, ma chissà perché ha un accento che ti fa pensare a Londra, ai mix di slang urbani delle metropoli in fermento. Un po’ british, un po’ russian, un po’ milanese. Molto cool.

Il suo mestiere non ha una definizione sul vocabolario, perché è nato dai vezzi dei clienti e dalla passione (sua) per la moda. Offre consulenze tanto a vip quanto ad “anonimi” amanti del bello, in cerca di una strada da seguire.. Mi racconta di aver iniziato 20 anni fa, quando faceva il vetrinista in un negozio del centro di Milano, lasciando volantini nelle reception dei grandi alberghi, con il suo numero e le sue competenze.

Il cliente saudita voleva che la moglie acquistasse un look per una serata chic a Milano, ma senza esagerare? Ecco la soluzione. Luca conosce marchi, stili, costi e vestibilità. Un questionario, con 30 domande, per capire gusti ed esigenze del “bencapitato” et voilà. E così poco alla volta, tutti i grandi clienti hanno iniziato a cercarlo. Clienti per vestirsi (con budget per tutte le tasche) e aziende per dare disponibilità di capi da reperire facilmente. Il magnate russo è a Firenze? Luca organizza il total look appoggiandosi a showroom e negozi che hanno esattamente quella camicia in lino, perfetto con il giubbino in pelle che fanno solo in quella bottega artigianale davanti a Santa Maria Novella.. E il giro si è talmente allargato che Luca ha deciso di aggiungere quelle due o tre coccole che regalano (beh, magari regalano proprio no) la sensazione di non dovere pensare a nulla. Di essere trattato come un re. Apri-porta, auto di lusso, aperitivo etc etc.

Fin qui il profano che cerca consulenza. Quando è il vip al centro dell’attenzione è tutto un altro discorso. Perche Luca – che vedo nel suo showroom due giorni dopo per capire che razza di mestiere è il suo – nel frattempo ha raccolto e reinvestito il suo denaro in uno spazio dove i negozi seguono le tendenze di quei marchi nascenti che lui scova in giro per il mondo. Cioè quello che da noi vedrai se tutto va bene tra un anno. E allora i suoi clienti vip possono contare su questa eccezionalità. Essere avanti. Prima degli altri. Non mi fa i nomi, perché mi dice “non vuole sfruttare quell che ormai sono diventate amicizie”, ma per saperlo basta andare sul suo profilo instagram, con 10.000 seguaci. Uomini e donne. Fashion senza distinzioni di sesso. Troppo avanti.

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