Putin riconosce le repubbliche separatiste dell'Ucraina. La guerra è ad un passo

La guerra ad un passo, la storia ha una nuova data: 21 febbraio 2022. In diretta tv con un discorso dai connotati anche storico religiosi il leader russo, Vladimir Putin ha annunciato al suo popolo e al mondo che la Russia ha riconosciuto le due repubbliche secessioniste ucraine del Donbass, precisamente quelle di Donetsk e Lugansk.

Un passo politico dalle conseguenze tanto certe quanto gravi. Dal punto di vista militare, soprattutto. Perché questo riconoscimento fornisce all’Armata Rossa la scusa per intervenire ed invadere il territorio ucraino rispondendo ad una qualsiasi «richiesta d’aiuto» dei separatisti del Donbass (ricordate l’invasione di Praga???). E le occasioni in questi ultimi giorni sono a decine per quella che è una guerra silenziosa che va avanti da anni alla media di due, quasi tre morti al giorno.

La decisione di Putin per certi versi era attesa e si presta a mille interpretazioni ed analisi. Di certo è una mossa che mette spalle al muro l’occidente. Le dichiarazioni immediate del mondo politico e diplomatico sono all’insegna della durezza: «La Russia inscena il pretesto per una nuova invasione» ha dichiarato il segretario della Nato, Stoltenberg. «È una violazione del diritto internazionale e degli accordi di Minsk. La Ue ed i suoi partner reagiranno con unità, fermezza e determinazione» è invece il commento del Presidente del Consiglio europeo, Michel. Da Washington Joe Biden minaccia sanzioni economiche, come lo stop degli investimenti Usa in queste regioni separatiste. Frasi, parole, a cui però dovranno seguire fatti concreti, a partire dalle sanzioni. Ed è qui che cominciano i dolori. L’Europa infatti da questo punto di vista è del tutto separata. L’Italia, come ha ben spiegato Draghi nella sua recente conferenza stampa, vuole evitare che queste riguardino l’energia. Uno stop alle forniture di gas nel nostro paese infatti trasformerebbero questo inverno già difficile per l’aumento delle bollette ed il balzo dell’inflazione in un bagno di sangue dal punto di vista economico.

Cosa succederà ora è quindi tutto da vedere, da una parte e dall’altra. La guerra, al momento è molto più vicina.

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