Iraq, i volti dei cristiani fuggiti dall'ISIS

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Cristiani in fuga dall'Isis, Erbil, Iraq, 13 dicembre 2014
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Cristiani in fuga dall'Isis, Erbil, Iraq, 13 dicembre 2014. Una studentessa di Qaraqosh mostra la cosa più preziosa che ha portato con sé: il suo cellulare.
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Cristiani in fuga dall'Isis, Erbil, Iraq, 13 dicembre 2014. Jandark Jibrael, sarta di Qaraqosh, mostra la cosa più preziosa che ha portato con sé: il suo rosario d'oro.
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Cristiani in fuga dall'Isis, Erbil, Iraq, 13 dicembre 2014. Rafo Polis, insegnante in pensione, racconta di non aver portato con sé nient'altro che la sua fede, il suo bene più prezioso.
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Cristiani in fuga dall'Isis, Erbil, Iraq, 13 dicembre 2014. Anas Khaleel, studente e piastrellista di Qaraqosh, mostra la cosa più preziosa che ha portato con sé: il suo smartphone Samsung.
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Cristiani in fuga dall'Isis, Erbil, Iraq, 13 dicembre 2014. Fatin Atheer, 6 anni, studentessa di Qaraqosh, è fuggita senza poter portare niente con sé. Da allora, non ha mai smesso di chiedere di poter riavere il suo piccolo computer portatile, abbandonato nella fuga. Suo padre è da poco riuscito a trovarne uno dello stesso modello in un mercato della città e a comprarglielo.
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Cristiani in fuga dall'Isis, Erbil, Iraq, 13 dicembre 2014. Anwar Nassir, musicista di Qaraqosh, mostra la cosa più preziosa che ha portato con sé: il suo strumento.
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Cristiani in fuga dall'Isis, Erbil, Iraq, 13 dicembre 2014. Nawar Jarjees, falegname di Qaraqosh, ha portato con sé due cose preziose: il suo computer portatile e la sua automobile.
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Cristiani in fuga dall'Isis, Erbil, Iraq, 13 dicembre 2014. Una donna che ha chiesto di non rivelare il suo nome, casalinga vedova di Qaraqosh, dice che la cosa più preziosa che ha portato con sè è il suo rosario.
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Cristiani in fuga dall'Isis, Erbil, Iraq, 13 dicembre 2014. Heleen Dawood, casalinga di Qaraqosh, mostra la cosa più preziosa che ha portato con sé: la sua bibbia.
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Cristiani in fuga dall'Isis, Erbil, Iraq, 13 dicembre 2014. Kamil Abdulahad, conciatore in pensione di Qaraqosh, mostra la cosa più preziosa che ha portato con sé: i suoi documenti dell'epoca del servizio militare.
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Cristiani in fuga dall'Isis, Erbil, Iraq, 13 dicembre 2014. Annosa Ishaac, infermiera di Qaraqosh , mostra la cosa più preziosa che ha portato con sé: il passaporto.
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Cristiani in fuga dall'Isis, Erbil, Iraq, 13 dicembre 2014. Khidhir Badry, trattorista di Qaraqosh, mostra la cosa più preziosa che ha portato con sé: un'immagina sacra di Gesù e della Vergine.
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Cristiani in fuga dall'Isis, Erbil, Iraq, 13 dicembre 2014. Shony Franso, casalinga di Qaraqosh , con la sua catenina al collo. Le cose più preziose che ha portato con sé sono i suoi gioielli.
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Cristiani in fuga dall'Isis, Erbil, Iraq, 13 dicembre 2014. Najeeb Mansoor, fabbro di Qaraqosh, mostra la cosa più preziosa che ha portato con sé: i suoi documenti di identità.

Il fotografo Matt Cardy ha ritratto un gruppo di cristiani iracheni di Qaraqosh, nell'Iraq settentrionale, costretti ad agosto a fuggire in fretta e furia dalle loro case per scampare all'avanzata dei miliziani del sedicente Stato Islamico. Li ha fotografati a Erbil, capitale del Kurdistan iracheno, nelle tende allestite sui terreni della chiesa cattolica Mazar Mar Eillia (del profeta Elia) mentre tengono tra le mani l'unico oggetto che non hanno potuto abbandonare nella fuga, il più prezioso che sono riusciti a portare con sé.

La Regione autonoma del Kurdistan iracheno, secondo le stime ufficiali, ospitava 250.000 profughi siriani già da prima del furioso assalto degli islamisti del Califfato, ma dal suo inizio il numero dei rifugiati è salito a oltre 1,5 milioni. Molti di loro sono stati sistemati in campi di accoglienza organizzati, ma moltissimi hanno dovuto cercare luoghi di riparo in edifici incompiuti o abbandonati, inadatti a offrire riparo dal freddo dell'inverno, che stanno affrontando senza una realistica prospettiva di fare ritorno nelle loro case, in territorio ancora controllato dall'ISIS. 

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