Pro Corrado contra Donatum

Mille e seicento anni fa circa si viveva certamente peggio di quanto facciamo noi oggi, ma almeno tra i cattolici c’era la chiara consapevolezza che non è con la dignità del sacerdote che si misura la validità di ciò che la fede predica.

Oggi pare ci sia più confusione sotto il cielo. Intendiamoci: anche mille e seicento anni fa c’erano i donatisti, setta agguerrita e diffusa per sconfiggere la quale Agostino dovette mobilitare tutto il suo talento teologico e la sua autorevolezza di filosofo, di vescovo e di santo. E d’altra parte, l’Aiart - Associazione Italiana Ascoltatori Radio Tele-teatro-cinespettatori – non rappresenta nulla se non se stessa, nonostante spesso la sintesi giornalistica della querelle tra l’Aiart medesima e Corrado Guzzanti (e La7 che ne ha trasmesso lo spettacolo Recital) sia stata “I cattolici contro Guzzanti” e l’Aiart medesima si esprima, senza prima averli consultati e senza ulteriori cautele lessicali, a nome dei “telespettatori cattolici”.

In ogni caso, l’idea che la satira contro il fariseismo dei prelati (indipendentemente dalla veridicità o verosimiglianza della rappresentazione satirica) rappresenti un’offesa al sentimento religioso è senz’altro indimostrata, oltre che criptodonatista.

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