SERGIO OLIVERIO / Imagoeconomica
Economia

Popolare di Vicenza dà il via al risiko degli sportelli

Banca Popolare di Vicenza dà il via a una nuova stagione di acquisizioni e fusioni nel settore bancario.

L’istituto vicentino si prepara ad un aumento di capitale fino ad un 1 miliardo di euro (700 milioni di euro da offrire in opzione ai soci e azionisti e ai detentori di obbligazioni convertibili e 300 milioni di euro da offrire a nuovi soci), che sarà destinato a eventuali operazioni straordinarie di crescita oltre che al rafforzamento patrimoniale per allinearsi ai maggiori standard bancari europei.

Da settimane, infatti, si parla di possibili nozze con Veneto Banca che porterebbe alla creazione di una maxi Popolare del Nord Est, estesa a tutte le regioni italiane.

Un progetto fortemente sostenuto da Bankitalia: dopo la recente ispezione, gli uomini di Via Nazionale hanno caldamente consigliato di valutare la strada della ricerca di un partner per l'istituto di Montebelluna, che è pronto a cedere la private bank torinese Banca Intermobiliare per rafforzarsi patrimonialmente.

E che questa sia la strada, lo ha indicato in parte il presidente della Popolare di Vicenza Gianni Zonin, che ha confermato l'interesse sia per Banca Etruria (a cui sarebbe interessata anche la Popolare dell'Emilia Romagna) sia per Veneto Banca, due dossier, ha spiegato, "che stiamo esaminando" come ne "esaminiamo anche altri".

Nel mirino potrebbe finire anche la Popolare di Marostica, un altro istituto su cui è dovuta intervenire Bankitalia, mentre appare più lontana la possibile acquisizione di un pacchetto di oltre 60 sportelli da Banca Marche, l’istituto di Jesi che a sua volta dovrà realizzare una ricapitalizzazione da 600 milioni di euro, di cui si era parlato mesi fa.

Popolare di Vicenza e Veneto Banca dovranno superare a giugno gli stress test della Bce assieme ad altre 13 banche medio - grandi italiane.

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