Il ponte Morandi dopo il crollo
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Ponti, viadotti e gallerie: 1918 sono a rischio, servono 3 miliardi

Dopo il crollo del ponte Morandi di Genova la paura per le condizioni dei viadotti italiani è diventata un vero e proprio allarme nazionale. Timori fondati come dimostra l'Upi (Unione delle Province Italiane che controlla circa 100 mila chilometri di strade) dopo il monitoraggio di 5.931 opere a rischio tra viadotti, ponti e gallerie italiane, da Nord a Sud.

Il fondo straordinario

La verifica risponde ad una richiesta fatta dal Ministro delle Infrastrutture a tutte le istituzioni il giorno dopo la tragedia del Morandi. Delle 5931 opere analizzate risulta che 1918 di queste sono considerate in "priorità 1": necessitano cioè di interventi urgenti in quanto già soggette a limitazione del transito o della portata, se non chiuse. L'Upi chiede ulteriori fondi per sanare tutte le opere a rischio, servono in totale almeno 2 miliardi e 454 mila euro. Ma non ci sono solo interventi immediati: dall’analisi delle Province risutlano infatti almeno 14.000 ponti, viadotti o gallerie, su cui è necessario avviare da subito un monitoraggio dettagliato.

I tagli nei fondi alle Province

L'Upi ha sottolineato come i tagli nel budget utilizzato per prevenzione e manutenzione rendano la situazione ancor più difficile. Nel 2009 le Province avevano a diposizione 1 miliardo e 947milioni. Nel 2013 la cifra è scesa ad 1 miliardo 328 milioni e nel 2015 a 981 milioni. Nel 2017 sono stati invece stanziati 712 milioni: un crollo di risorse pari ad oltre il 51%. Ad oggi il fondo di investimenti per le opere di straordinaria manutenzione viaria ammonta a 1 miliardo 620 milioniper 6 anni, una media di 2 mila euro a chilometro l'anno contro gli oltre 22 mila euro a chilometro di cui dispone Anas per la rete stradale e i 120 mila euro al chilometro per la rete autostradale.

"Non ce lo possiamo permettere"

“Il nostro è un Paese fragile – ha spiegato il presidente di Upi Achille Variati – Non si può trascurare la manutenzione continua. Invece inseguendo l’assurda campagna contro le Province sono state cancellate tutte le risorse destinate proprio a questa funzione. Si è sospesa la cura di 100.000 chilometri di strade, di oltre 30.000 tra ponti e gallerie: si è risparmiato non investendo nella sicurezza dei cittadini. Non ce lo possiamo permettere”.



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