Polonia proteste per libertà di stampa
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Polonia, in piazza per difendere la libertà di stampa - Foto

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18 dicembre 2016. Un momento del terzo giorno di manifestazioni in difesa della libertà di stampa, di fronte alla sede della Corte Costituzionale a Varsavia, Polonia.
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18 dicembre 2016. Durante una manifestazione in difesa della libertà di stampa, di fronte alla Camera bassa (Sejm) a Varsavia, Polonia, un gruppo di cittadini espone dei manifesti con la scritta "Grazie" ritraenti il Presidente del Tribunale costituzionale, Andrzej Rzeplinski, il cui mandato scade il 19 dicembre.
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18 dicembre 2016. Durante una manifestazione in difesa della libertà di stampa, di fronte alla Camera bassa (Sejm) a Varsavia, Polonia, una donna espone un cartello con una caricatura di Jaroslaw Kaczynski, leader del PiS (Libertà e Giustizia), raffigurato come il generale Jaruzelski, che nel 1981 impose la legge marziale nel Paese.
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18 dicembre 2016. Il leader del Comitato per la difesa della democrazia (KOD), Mateusz Kijowski, interviene durante una manifestazione di fronte alla Camera bassa (Sejm) a Varsavia, Polonia, in difesa della libertà di stampa.
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17 dicembre 2016. Un momento del secondo giorno di manifestazioni in difesa della libertà di stampa, di fronte alla Camera bassa (Sejm) a Varsavia, in Polonia.
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17 dicembre 2016. Un momento della seconda giornata di manifestazioni in difesa della libertà di stampa organizzate dal Comitato polacco per la difesa della democrazia (KOD), di fronte al Palazzo presidenziale a Varsavia, Polonia.
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17 dicembre 2016. Nel secondo giorno di manifestazioni in difesa della libertà di stampa, un gruppo di cittadini fa sventolare una grande bandiera della Polonia di fronte alla Camera bassa (Sejm) a Varsavia.
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16 dicembre 2016. Uno striscione con la scritta "#Media liberi" affisso nel Parlamento di Varsavia, in Polonia, dai gruppi di opposizione, durante l'occupazione della Camera bassa (Sejm) contro la proposta di restrizioni ai giornalisti parlamentari.
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16 dicembre 2016. I leader dell'opposizione antigovernativa durante una conferenza stampa per spiegare la scelta di occupare la Camera bassa (Sejm) in difesa della libertà di stampa, a Varsavia, Polonia.
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16 dicembre 2016. Il leader, Jaroslaw Kaczynski, e la portavoce, Beata Mazurek, del partito di governo Legge e Giustizia (PiS), in conferenza stampa durante l'occupazione della Camera bassa (Sejm) da parte delle opposizioni, in difesa della libertà di stampa.
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16 dicembre 2016. Il leader del partito di opposizione mostrano dei cartelli su cui si legge ''#Media liberi" durante l'occupazione della Camera bassa (Sejm) a Varsavia, Polonia.
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16 dicembre 2016. Il leader del partito di opposizione Nowoczesna, Ryszard Petru (al centro) e altri parlamentari mostrano dei cartelli su cui si legge ''#Media liberi" all'interno della Camera bassa (Sejm) a Varsavia, Polonia.
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16 dicembre 2016. Un momento della prima giornata di manifestazioni in difesa della libertà di stampa organizzata dal Comitato polacco per la difesa della democrazia (KOD), di fronte al Parlamento di Varsavia, Polonia.
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16 dicembre 2016. La folla blocca l'uscita del Parlamento durante una manifestazione antigovernativa in difesa della libertà di stampa a Varsavia, Polonia.

Iniziate venerdì con l'irrituale iniziativa dei deputati dell'opposizione di occupare l'aula della Camera bassa (Sejm), costringendo i colleghi a spostarsi in un'altra sala per approvare la legge di bilancio, sono proseguite anche ieri e oggi, in Polonia, le manifestazioni in difesa della libertà di stampa, che da Varsavia si sono estese a tutto il Paese.

Tutto è iniziato dopo che la maggioranza del PiS (il partito Legge e Giustizia) ha deciso di ridurre, dal prossimo anno, gli accrediti per i giornalisti che seguono i lavori parlamentari. Solo due a testata, con il divieto tassativo di scattare foto o girare video dei lavori dell'Aula. Un sistema per impedire che vengano immortalate eventuali violazioni delle regole, come l'attività dei cosiddetti "pianisti" (i deputati che votano anche per i colleghi assenti) polacchi.

Il presidente polacco Andrzej Duda, esponente del PiS di Jaroslav Kaczynski, dal quale si è però dichiarato indipendente, si è offerto di mediare con l'opposizione. Oggi non si sono però registrati progressi e un nuovo incontro è previsto per domani.

Jaroslav Kaczynski - il gemello del presidente Lech, deceduto quando il suo aereo si schiantò al suolo in Russia nel 2010 in un incidente vicino a Smolensk - dopo aver sbaragliato l'opposizione e conquistato la maggioranza assoluta, dall'ottobre 2015 ha dato il via ad una serie di controverse riforme, finite nel mirino dell'Unione Europea. A ottobre la Polonia aveva rigettato le raccomandazioni europee, riguardanti soprattutto Corte costituzionale e media.

Il braccio di ferro tra Bruxelles e Varsavia sullo stato di diritto continua: i commissari dell'Unione affronteranno la questione mercoledì, nell'ultima riunione dell'anno. Il punto è stato inserito in agenda su richiesta del presidente dell'esecutivo comunitario, Jean-Claude Juncker.

In alternativa alla prosecuzione della "via del dialogo", l'esecutivo polacco potrebbe trovarsi di fronte alla prima volta nella storia dell'Unione in cui si fa ricorso all'articolo 7, che prevede anche la perdita del diritto di voto al Consiglio europeo. Una decisione possibile in via teorica, perché tutti i passaggi della relativa procedurasono sono già stati compiuti. È però probabile che Bruxelles voglia da un lato inviare un segnale di presenza alla protesta filo-europea, senza tuttavia arrivare ad una vera 'rottura' col governo di Beata Szydlo.

(Ansa/Agi)

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