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Piazza Fontana, 54 anni fa la strage

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La lunga fila delle ambulanze per i soccorsi alle vittime della bomba di piazza fontana.
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Un'ambulanza della Croce D'Oro si fa strada tra la folla accorsa all'esterno della Banca Nazionale dell'Agricoltura in piazza Fontana dopo l'attentato, Milano, 12 dicembre 1969.
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Con questa immagine dei corpi delle vittime coperti dai teli iniziano gli anni della "strategia della tensione" e del terrorismo eversivo.
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Un agente di PS vicino al cratere provocato dall'ordigno sul pavimento della sede della Banca Nazionale dell'Agricoltura.
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I funerali delle vittime della strage di Piazza Fontana nel Duomo di Milano il 15 dicembre 1969.
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La notte tra il 15 e il 16 dicembre 1969 l'anarchico Giuseppe Pinelli, sospettato della strage, vola dalla finestra della Questura. Nella foto accanto al cadavere si riconosce (di spalle) il giudice istruttore Gerardo D'Ambrosio.
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L'anarchico Pietro Valpreda, il primo arrestato dopo la strage.
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Il commissario Luigi Calabresi seguì le indagini all'indomani della strage di Piazza Fontana. Sarà ucciso il 17 maggio 1972 di fronte alla sua abitazione a Milano
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Franco Freda, imputato al processo per la strage di piazza Fontana, in aula durante la prima udienza il 27 gennaio 1975.
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Franco Freda (S) e Giovanni Ventura (D) durante l'udienza del 18 gennaio 1977. Del 23 febbraio 1979 è la prima sentenza condanna all'ergastolo i neofascisti Freda, Ventura e Giannettini. Il primo agosto 1985 a Bari la Corte d'Assise d'Appello assolve per insufficienza di prove Freda, Ventura, Merlino e Valpreda. Il 27 gennaio 1987 infine la Cassazione rende definitiva la sentenza di Bari. Freda e Ventura escono dal processo.
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Un ritratto di Pinelli poco prima della morte durante una riunione di anarchici milanesi.
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Veduta di piazza Duomo transennata dopo l'attentato.
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Auto della Polizia stazionano di fronte alla sede della Banca Nazionale dell'Agricoltura nei giorni successivi al 12 dicembre 1969.

Milano, Venerdì 12 dicembre 1969.

In Piazza Fontana, a pochi metri dal Duomo, la sede della Banca Nazionale dell'Agricoltura è gremita di clienti. Il venerdì pomeriggio è giorno di operazioni per molti agricoltori e allevatori della provincia.

Il chiasso del grande salone della banca è interrotto improvvisamente alle ore 16,37 quando un potente ordigno posizionato al centro della sala esplode. Sul pavimento della sede devastata restano 17 morti. Poi il silenzio è di nuovo rotto dai lamenti dei feriti, molti di quali gravissimi, e poco dopo dall'urlo delle sirene dei soccorsi. Gli 88 feriti vengono smistati negli ospedali milanesi. La città di Milano è atterrita dalla violenza della prima strage che caratterizzerà gli anni della "strategia della tensione". 

Dopo i funerali solenni delle vittime in piazza Duomo, a cui partecipa una folla immensa tra la nebbia e il freddo di quei giorni, inizia la vicenda giudiziaria ad oggi non risolta. 

La prima pista seguita dagli inquirenti è quella anarchica, che porterà  all'arresto di Pinelli e Valpreda, poi fu la volta della "pista nera" dell'eversione neofascista di Freda e Ventura. 

Quel tragico 12 dicembre 1969 farà poi altre due vittime indirette: Giuseppe Pinelli e Luigi Calabresi. La lunga notte degli "anni di piombo", come il cielo di quel dicembre 1969 a Milano, era cominciata.

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