Salvini-Berlusconi
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Perché Salvini non può fare a meno di Berlusconi (e non il contrario)

Berlusconi rilascia un’intervista al Giornale, nella quale parla fra l’altro dei rapporti con la Lega, ma anche dell’opposizione al governo Renzi, e soprattutto del futuro del centro-destra. Curiosamente, però, la maggior parte dei commentatori nota soprattutto le più ovvie fra le affermazioni del leader di Forza Italia, e cerca di caricarle di significati innovativi, e spesso stravaganti. Qui all’Inferno siamo sempre stupiti dalla miopia degli “addetti ai lavori” della politica italiana.

Berlusconi ribadisce che la stagione del Patto del Nazareno è definitivamente archiviata e che Forza Italia è senza esitazioni all’opposizione? I giornali titolano che Berlusconi “sceglie” l’opposizione, come se negli ultimi mesi Forza Italia avesse sostenuto Renzi. Aggiunge che Forza Italia voterebbe eventuali emendamenti che ritenesse migliorativi della riforma costituzionale (o di qualsiasi altra legge)? Ecco che Berlusconi “apre” a Renzi sulle riforme, come se fino ad oggi Forza Italia avesse detto il contrario, che voterà contro anche alle cose che condivide (atteggiamento questo che avrebbe più a che fare con la psichiatria che con la politica).

Ma il massimo della fantasia interpretativa riguarda il rapporto con Salvini. Berlusconi, secondo la fantasia dei titolisti, “sceglie”, “chiama”, “invita” il rampante leader leghista. Cos’ha detto in effetti Berlusconi? Che del futuro centro-destra faranno parte Forza Italia e la Lega, in un contenitore auspicabilmente più ampio. Ha anche aggiunto, per la verità, che a Forza Italia tocca organizzare “l’area dei moderati, dei liberali, il centro del centrodestra, quella che poi vince davvero in tutt'Europa”.

Qual è dunque la “svolta”? Fino ad oggi qualcuno pensava seriamente che il centro-destra potesse affrontare le elezioni politiche, ma anche quelle amministrative importanti, andando diviso? È mai successo? In Veneto e in Liguria, a Venezia e ad Arezzo, Forza Italia e Lega non erano alleate?

Berlusconi ha detto una cosa -  a ben vedere – persino ovvia. La Lega ha un’importante capacità di penetrazione, ed è capace di parlare alla “pancia” del paese. Intercetta umori diffusi, e rispettabilissimi. Dà voce ad uno scontento reale, e motivato. Insomma, è indispensabile per vincere ma non certo sufficiente per vincere.

La campagna politica di Salvini

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Matteo Salvini durante un incontro del leader della Lega con i supporter siciliani del suo movimento, Palermo, 8 Febbraio 2015.

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Luca Zaia, Matteo Salvini e Roberto Maroni (d) sul palco durante la manifestazione della Lega Nord contro il Governo Renzi, Piazza del Popolo, Roma, 28 febbraio 2015.

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Il leader dellla Lega nord Matteo Salvini

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Matteo Salvini

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Il segretario federale della Lega Nord, Matteo Salvini (S), durante la contestazione a Viareggio, 16 maggio 2015.

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Il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, a Livorno per un comizio, 22 aprile 2015. ANSA/ ENRICO PARADISI

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Silvia Morara
Matteo Salvini, leader della Lega, con una piccola ruspa dono di una sua sostenitrice

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Il segretario federale della Lega Nord, Matteo Salvini, durante la visita al campo rom di via Chiesa Rossa a Milano, 02 aprile 2015.

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Matteo Salvini durante la manifestazione della Lega Nord contro il governo Renzi, piazza del Popolo, Roma, 28 febbraio 2015.

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Il segretario della Lega Matteo Salvini con i suoi sostenitori durante la manifestazione della Lega Nord contro il Governo Renzi, Piazza del Popolo, Roma, 28 febbraio 2015

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Roberto Maroni e Matteo Salvini durante la manifestazione della Lega Nord contro il governo Renzi, piazza del Popolo, Roma, 28 febbraio 2015

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Matteo Salvini con Luca Zaia, Roma, 28 febbraio 2015.

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Il segretario federale della Lega Nord, Matteo Salvini, a Borgo San Lorenzo nel secondo appuntamento del suo tour nel Fiorentino, 26 febbraio 2015

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Il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, a Barberino di Mugello (Firenze) - 26 febbraio 2015

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Il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, durante un sit in di protesta contro il sindaco di Roma Ignazio Marino in piazza del Campidoglio, Roma, 25 febbraio 2015.

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Matteo Salvini

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Matteo Salvini mostra il simbolo con il quale la Lega Nord si presenterà anche al sud Italia. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

In Europa nessun partito con una linea affine alla Lega vince le elezioni. In tutti i paesi europei la socialdemocrazia è in crisi, perché il suo progetto è quello di continuare a consumare risorse che non ci sono più, per sostenere un welfare impossibile e inefficiente. L’Europa svolta a destra, scegliendo le destre moderate, liberali, che lavorano per un’Europa diversa, non per distruggere l’Europa.

Il compito di Forza Italia è rappresentare, non da sola, quest’area. Insieme alla Lega, questo significa, già oggi, poter tornare a governare il paese. Il Corriere della Sera – giornale che qui all'Inferno viene giudicato "renzianissimo" – ha pubblicato tre giorni fa un interessante sondaggio. In un ballottaggio fra Renzi e Salvini non ci sarebbe storia, vincerebbe Renzi. In un ballottaggio fra Renzi e un candidato moderato di centro-destra vincerebbe il centro-destra, Lega compresa.

Dunque, poiché Salvini sa fare politica, e sa che la sua brillante carriere finirebbe il giorno stesso nel quale una sua scelta avventata facesse vincere la sinistra, è evidente che il centro-destra è il suo approdo senza alternative. Naturalmente cercherà di ottenere il prezzo più alto possibile, ma lì deve andare a parare.  E poiché a Berlusconi interessa vincere, riportare al governo la “maggioranza naturale” degli italiani, che non sono di sinistra, l’alleanza con la Lega è – più che una necessità – un’ovvietà.

Poi Berlusconi ha parlato di altre cose, forse più importanti. Della metà degli italiani che hanno scelto di non votare, e della loro “insoddisfazione è arrivata a un livello intollerabile” così da mettere “anche che la stessa democrazia in pericolo” perché anche “i risultati delle elezioni perdono di significato”. Ha parlato di cosa vogliono questi italiani, e di cosa dire loro per convincerli a tornare al voto. Ha parlato della necessità di superare i partiti, senza scioglierli, ma aggregando la società civile nelle sue diverse espressioni: l’associazionismo, le rappresentanze di categoria, i movimenti di opinione, i singoli cittadini che non hanno un partito. Di inventare dunque uno strumento nuovo, che sia quello che i partiti non sono più: una vera espressione della società.

Ma tutto questo è noioso: non consente pettegolezzi, retroscena, non autorizza ad annunciare svolte e contro-svolte, non enfatizza il ruolo della Lega. E quindi a chi racconta la politica italiana interessa poco o nulla. Anche se il futuro della politica italiana è in questi temi, non nella prossima cena di Arcore.

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