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Perché Mattarella può diventare presidente anche senza i voti di FI e Ncd

Se le ragioni della politica (per stessa dichiarazione di diverse voci autorevoli del Pd) vorrebbero un presidente della Repubblica eletto anche con il consenso dell'opposizione, la logica dei numeri indica una possibile nomina di Sergio Mattarella al quarto scrutinio anche senza i voti di Forza Italia e Nuovo centro destra.

Chi è Sergio Mattarella, candidato al Quirinale


Il Pd può infatti contare su 444 grandi elettori tutti o quasi a favore di Mattarella, ai quali vanno aggiunti i 34 elettori Sel dopo il placet ufficiale di Vendola (anche se alla prima votazione il suo partito voterà Luciana Castellina), i 32 voti del gruppo autonomie e i 45 "sì" dell'area composta da Scelta Civica e dai Popolari. Totale: 555 voti per Mattarella (ne servono 505 dalla quarta votazione), ai quali se ne potrebbe anche aggiungere qualcuno da parte della trentina di ex del Movimento 5 Stelle, anche se hanno dichiarato di non avere Mattarella come loro candidato e di dare la preferenza alla prima votazione a Stefano Rodotà.

Calcolatrice alla mano, emerge quindi una più che concreta possibilità di superare il quorum richiesto e arrivare all'elezione di Sergio Mattarella a presidente della Repubblica già al quarto tentativo, nella votazione fissata per sabato.

Ovviamente, qualora Silvio Berlusconi decidesse di convergere a sua volta sul nome del candidato proposto dal premier Renzi, si potrebbe arrivare a una nomina anticipata di Mattarella, dal momento che i 142 grandi elettori di Forza Italia renderebbero possibile il raggiungimento delle 673 preferenze richieste nelle prime tre tornate anche a dispetto dei "franchi tiratori".

Senatori e deputati alla prima chiama

ANSA/ETTORE FERRARI
Un momento della prima votazione per eleggere il presidente della Repubblica nell'Aula della Camera, Roma, 29 gennaio 2015.

Senatori e deputati alla prima chiama

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Il senatore di Forza Italia Denis Verdini nell'Aula della Camera per la prima votazione per eleggere il presidente della Repubblica, Roma, 29 gennaio 2015.

Senatori e deputati alla prima chiama

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Il senatore della Lega Nord Roberto Maroni parla con Daniela Santanché nell'Aula della Camera durante la prima votazione per eleggere il presidente della Repubblica, Roma, 29 gennaio 2015.

Senatori e deputati alla prima chiama

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Il senatore Giorgio Napolitano entra in aula alla Camera per le votazioni per eleggere il presidente della Repubblica, Roma, 29 gennaio 2015.

Senatori e deputati alla prima chiama

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Il senatore della Lega Nord Roberto Maroni nell'Aula della Camera

Senatori e deputati alla prima chiama

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Un deputato del M5S urla durante il voto del senatore Giorgio Napolitano, Roma, 29 gennaio 2015.

Senatori e deputati alla prima chiama

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Dario Franceschini saluta Giorgio Napolitano nell'aula della Camera durante le votazioni per eleggere il presidente della Repubblica, Roma, 29 gennaio 2015.

Senatori e deputati alla prima chiama

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Fotocopie della prima pagina de Il Manifesto del 28 giugno 1983 che Luigi Pintor titolò: "Non moriremo democristiani" tra i banchi della Lega Nord in aula alla Camera - Roma, 29 gennaio 2015.

Senatori e deputati alla prima chiama

ANSA/ALESSANDRO DI MEO
Paola Binetti scatta una foto in aula alla Camera durante le votazioni per eleggere il presidente della Repubblica, Roma, 29 gennaio 2015.

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