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Perché è importante la dichiarazione del Papa e del Patriarca di Mosca

EPA/Alejandro Ernesto
Patriarca Kirill a Cuba con Raoul castro per l'incontro con il Papa
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L'Avana, Cuba. Papa Francesco incontra il patriarca di Mosca Kirill, 12 febbraio 2016
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L'Avana, Cuba. Papa Francesco incontra il patriarca di Mosca Kirill, 12 febbraio 2016
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L'Avana, Cuba. Papa Francesco incontra il patriarca di Mosca Kirill, 12 febbraio 2016
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L'Avana, Cuba. Papa Francesco incontra il patriarca di Mosca Kirill, 12 febbraio 2016

Francesco, conversando con i giornalisti mentre lasciava Cuba, ha commentato l'incontro e la dichiarazione congiunta firmata pochi minuti prima con il Patriarca di Mosca Kirill. E ha sottolineato che si tratta di un documento di portata «pastorale», non politica né sociologica. Questa precisazione, tuttavia, non sminuisce affatto la portata e il significato di questo testo. Più d'uno, anche in Vaticano, visto il repentino annuncio dello storico incontro tra il capo della Chiesa cattolica e quello della Chiesa ortodossa, aveva messo in dubbio che si sarebbe potuto trattare di un confronto destinato ad andare in profondità, a toccare i nodi controversi nei rapporti tra Roma e Mosca e nelle relazioni tra il cristianesimo e il mondo di oggi.

Un'agenda predisposta con cura
In realtà l'agenda era stata predisposta con cura. D'altra parte è fin dal pontificato di Giovanni Paolo II che le diplomazie delle due Chiese lavorano a questo appuntamento. Perciò sono stati effettivamente passati in rassegna nella dichiarazione congiunta e nel dialogo privato (durato due ore) tutti i temi chiave. Si è partiti dal martirio dei cristiani in Medio Oriente alla lotta al terrorismo. Si è parlato di giustizia e tutela dell'ambiente. Ma anche di collaborazione tra cattolici e ortodossi per difendere in valori comuni della famiglia e della vita (il passaggio che critica le unioni civili è destinato a far discutere soprattutto a casa nostra). Ci si poteva fermare qui. E invece la dichiarazione prosegue affrontando i temi di maggiore frizione tra cattolici e ortodossi: la questione del proselitismo della Chiesa cattolica nei territori dell'ortodossia, l'uniatismo e la guerra in Ucraina, l'impegno a lavorare insieme per superare le antiche divisioni.

Nuovi colpi di scena
Soprattutto è una dichiarazione che apre al futuro: «L'ecumenismo si fa camminando», ha tenuto a sottolineare il Papa, non «studiando la teologia». Un'altra affermazione che non piacerà a tutti ma intanto il dialogo continua. E potrebbero esserci altri colpi di scena se le due Chiese avranno la forza e la voglia di percorrere la strada aperta dai loro due leader.

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