Il pentolone Ubi scoperchiato da Bankitalia

Lele Mora ma anche Diego Anemone, il costruttore protagonista delle inchieste sui grandi appalti per i Mondiali di nuoto e il G8: l’Ubi Leasing spa, società del gruppo Ubi Banca, non si è fatta mancare niente nell’elenco non breve di clienti inaffidabili che, parola di Bankitalia, l’hanno portata a 912 milioni di sofferenze (al 31 marzo dell’anno scorso) e quindi a un aumento di capitale «di sicurezza» da 300. Sono altri dettagli che, a poco più di un mese dalla chiusura dell’ispezione dell’istituto centrale, continuano a trapelare sul grave infortunio gestionale. Su cui conta Giorgio Jannone, ex deputato pdl, sfidante dell’attuale vertice alla prossima assemblea del 20 aprile, per convincere una metà degli 8 mila soci abituati a votare in assemblea a scegliere lui e la «svolta» che promette. Alla conta, si vedrà. Intanto fioccano le opposte schermaglie.

Dunque Bankitalia, pur riconoscendo ai vertici della banca il cambio di manager e strategie nella Ubi Leasing, lo considera «non esaustivo» e foriero comunque di continue brutte notizie, come quella del rapporto con la Lm Management, società dell’impresario Mora, finito in carcere, che era stata finanziata per l’acquisto di un aereo Cessna a reazione a nove posti. «Scarsamente incisivo» il ruolo del collegio sindacale; «insufficiente» la «capacità di analisi» del rischio di credito; «partite anomale» nelle erogazioni del 2008 (all’8,9 per cento dello stipulato), del 2009 (7 per cento) e del 2010 (4,1):
sono solo alcune delle bordate di rimprovero. Così si è arrivati ai 912 milioni di sofferenze e ai 393,3 milioni di perdite attese, fatte proprie dalla gestione che ne aveva stimati solo 292. Gravemente lacunosa l’attività antiriciclaggio: «A settembre 2012 permanevano oltre 3 mila rapporti per i quali non risultava censito il beneficial owner». E in questo ambito, lo «screening» interno sottovalutava notizie compromettenti su clienti come appunto l’Impresa Anemone Costruzioni, tristemente salita agli onori della cronaca. Sul caso Ubi Leasing il gruppo si è già difeso più volte, sostenendo che il buco «è in linea con le medie del sistema»: buco comune, mezzo gaudio.

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