Peggio l'Isis o gli scambisti?

Una banda di aspiranti tagliagole, arrestati vicino Lione, in Francia, con in tasca i biglietti dei pullman che avrebbero dovuto portarli prima in Bulgaria e poi in Turchia da dove avrebbero cercato di introdursi in Siria, aveva un piano B qualora non fosse riuscita a raggiungere i futuri commilitoni: un attentato in un club di scambisti.

L’Isis è una cosa seria (i suoi nemici meno)

Ora, è chiaro, l’Isis è una cosa seria. Figuriamoci che a Roma c’è stato John Kerry, Segretario di Stato americano, che oltre a bloccare mezza Capitale ha arringato allarmati giornalisti con i macchinosi (quanto fumosi) piani degli Stati Uniti per bonificare il Medio Oriente dal nuovo (ennesimo) gruppo radicale in lotta con l’Occidente.

Proprio perché l’Isis è una cosa seria dovremmo diffidare da ogni dichiarazione d’intenti troppo enfatica, non solo da parte della propaganda del sedicente califfato, ma anche e soprattutto da parte di chi dichiara di volerlo combattere, dopo aver contribuito, con scellerate quanto ingenue, quanto furbe, quanto ambigue azioni di politica estera, a creare il terreno per la sua affermazione.

Per fortuna, delle questioni serie possono benissimo occuparsene politologi e demagoghi, lasciando a noi, comuni e viziosi mortali, il modesto privilegio di occuparci di facezie.

Nightclubbing

Ed eccoci, a immaginarci nel club scelto dagli esaltati islamisti. Siamo seduti sui divanetti fatiscenti di uno dei tantissimi privé che offrono, a prezzi tutto sommato ragionevoli, qualche sollazzo ai tristi figuri che non possiedono ville alla Eyes Wide Shut in cui consumare i loro vizi in santa pace, circondati da gente di un certo livello, con sostanze stupefacenti di buona qualità, ottimi liquori, raffinati arredi, rilassati dalla ragionevole certezza di non contrarre fastidiose infezioni ai genitali (o di potersi consolare col fatto di condividerle con altri produttivi e stimabili membri della società).

Le nostre città ne sono piene, come all’estero, solo che noi siamo convinti si debba andare ad Amsterdam per “sballarsi”. Il livello più infimo del divertimento sessuale resta la camionale, dove per poche decine di euro un brav’uomo che si spacca la schiena tutta la settimana può consumare fugaci amplessi con prostitute svogliate e frettolose dietro il pianale di un tir.

Appena una tacca sopra, questi club, fortini di disperazioni condivise da chi sogna di appartenere alla middle class.

Per meno di cento euro avrete a disposizione buffet con patatine ossidate, liquori da discount, divani di dubbio gusto (e di dubbissima igiene) sui quali potrete sedervi e socializzare con disperati d’ogni età e risma, decidendo se restare a guardare o spingervi fino al punto di non ritorno di accrocchi inimmaginabili anche nella peggiore visione dell’inferno che possa esservi venuta a far visita durante un faticoso sonno pomeridiano dopo il pranzo di Natale dalla nonna.

E se…

Ora, immaginatevi lì: una brava ragazza di provincia vi sta raccontando di quell’insalata di mare che non ne vuole sapere di andare giù, un guappo sovrappeso rivanga i bei tempi della banda della Magliana (e voi non capite se ha guardato troppe fiction o se è davvero un ex criminale con la lingua lunga, ansioso di finire in galera o di farsi ammazzare), un’anziana guarda disperata nel vuoto (nessuno la piglia e lei ne avrebbe tanto bisogno), un paio di trentenni si guardano intorno incerti sul da farsi (sognavano figoni d’eccezione, ora non sanno se sia peggio gettare via i soldi senza consumare o aggiungere al danno dei soldi buttati la beffa di consumare il consumabile).

Il tutto n un turbinio - fortunatamente tutto sommato non troppo numeroso - di reietti con codini unti, tette penzoloni, virilità striminzite, calzini di spugna luridi, costumi di carnevale riadattati, sguardi lubrichi attraverso fori concepiti perché attraverso vi passi ben altro che l’adunco naso da avvoltoi dei guardoni più tristi e insoddisfatti che abbiate mai immaginato, mentre nel frattempo, alcuni arditi, sollecitati da ciò che avviene sugli schermi alle pareti, impersonato da professionisti, tentano di dar vita a faticosissime posizioni acrobatiche al grido di “Orsù, proviamo la scrocchiagalletto”…

Ed ecco, in quella, arriva l’Isis, cioè, una drappello dell’Isis, con armi automatiche, coltellacci da Rambo, bandiere nere, e fa fuori tutti i presenti, uno dopo l’altro. Compresi voi, naturalmente, togliendovi finalmente da davanti agli occhi quello spettacolo di abbacinante orrore dal quale, come di fronte a un’incidente stradale, nonostante vi inorridisse, non riuscivate a staccare gli occhi…

Ecco, ora, dopo aver immaginato tutto questo, sinceramente, immaginandovi i potenziali prodi al gabbio, non vi verrebbe voglia di firmare una petizione per la loro liberazione?

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