Francia, riforma del lavoro: nuova settimana di proteste - FOTO

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25 maggio 2016. La polizia antisommossa pronta a intervenire durante il blocco di una rafineria di petrolio a Douchy-Les-Mine, per protestare contro la riforma del diritto del lavoro.
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24 maggio 2016. Pneumatici dati alle fiamme da lavoratori iscritti al sindacato per protestare contro la riforma del diritto del lavoro, presso il deposito di carburante di Douchy-Les-Mines, Francia.
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24 maggio 2016. Pneumatici dati alle fiamme da lavoratori iscritti al sindacato per protestare contro la riforma del diritto del lavoro, a Douchy-Les-Mines, Francia.
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25 maggio 2016. Lavoratori in sciopero bloccano l'accesso a un deposito di carburante vicino alla raffineria di Donges, Francia, per protestare contro la riforma del diritto del lavoro.
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24 maggio 2016. Lavoratori in sciopero bloccano l'accesso al porto di Saint-Nazaire, Francia, per protestare contro la riforma del diritto del lavoro.
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25 maggio 2016. Presso una pompa di benzina un cartello annuncia: "Massimo 20 litri, no taniche" a Rennes, Francia.
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24 maggio 2016. Lavoratori in sciopero bloccano l'accesso al porto di Saint-Nazaire, Francia, per protestare contro la riforma del diritto del lavoro.
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23 maggio 2016. Lavoratori del sindacato CGT bloccano l'accesso alla raffineria di Fos-sur-Mer, Francia, con un ammasso di pneumatici che verranno dati alle fiamme.
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23 maggio 2016. Una stazione del gas chiuso per mancanza di carburante a Rennes, Francia.
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23 maggio 2016. La scritta "Blockage" sulla strada che conduce alla raffineria Total di Donges, in Francia, per protesta contro la riforma del lavoro.
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25 maggio 2016. Un dipendente delle Ferrovie francesi (SNCF) durante un blocco al deposito di petrolio vicino alla raffineria Total di Donges, Francia occidentale, per protestare contro la riforma del diritto del lavoro.
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23 maggio 2016. Lavoratori del sindacato CGT danno fuoco a degli pneumatici per bloccare l'accesso alla raffineria di Fos-sur-Mer, Francia.
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17 maggio 2016. Un momento della protesta contro la riforma del lavoro, a Parigi.
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17 maggio 2016. Il Segretario generale della Confederazione generale del Lavoro (CGT), Philippe Martinez (a sinistra) partecipa a una manifestazione contro la riforma del lavoro del governo Valls, a Parigi.
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17 maggio 2016. Un momento degli scontri tra polizia e manifestanti nel corso della protesta contro la riforma del lavoro, a Parigi.
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17 maggio 2016. Il ministro francese del Lavoro, Myriam El Khomri interviene all'Assemblea nazionale durante una sessione di domande al governo.
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17 maggio 2016. Un momento della protesta dell'Unione sindacale "Force Ouvriere" (FO) contro la riforma del lavoro, a Parigi.
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17 maggio 2016. Il president dell'Unione nazionale degli studenti di Francia (UNEF), William Martinet, partecipa a una manifestazione contro la riforma del lavoro del governo Valls, a Parigi.
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17 maggio 2016. Un momento degli scontri tra polizia e manifestanti nel corso della protesta contro la riforma del lavoro, a Parigi.
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17 maggio 2016. Il Primo Ministro, Manuel Valls, interviene all'Assemblea nazionale durante una sessione di domande al governo.
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17 maggio 2016. Un momento della protesta contro la riforma del lavoro, a Parigi. Su due striscioni si legge: "Siamo ingovernabili!" e "In piazza tutti i giorni".
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17 maggio 2016. Un momento della protesta contro la riforma del lavoro, a Parigi.
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17 maggio 2016. Un momento della protesta contro la riforma del lavoro, a Parigi.
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17 maggio 2016. Membri del servizio di sicurezza del sindacato Force Ouvriere (FO) durante una manifestazione contro la riforma del lavoro, a Parigi.
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18 maggio 2016. Un'auto della polizia data alle fiamme durante una manifestazione non autorizzata conto le violenze delle forze dell'ordine a Parigi.
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18 maggio 2016. Un'auto della polizia data alle fiamme durante una manifestazione non autorizzata conto le violenze delle forze dell'ordine a Parigi.
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18 maggio 2016. Un momento della manifestazione dei poliziotti francesi, scesi in piazza a Parigi e in altre 60 città contro quello che definiscono un "clima di odio antisbirro" e di stigmatizzazione nei loro confronti. Sullo striscione nella foto di legge "Viva lo stato d'emergenza"
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18 maggio 2016. Un momento della manifestazione dei poliziotti francesi, scesi in piazza a Parigi e in altre 60 città contro quello che definiscono un "clima di odio antisbirro" e di stigmatizzazione nei loro confronti.
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17 maggio 2016. Un uomo con la maschera di Guy Fawkes partecipa alla protesta contro la riforma del lavoro, a Parigi.
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18 maggio 2016. Un momento della manifestazione dei poliziotti francesi, scesi in piazza a Parigi e in altre 60 città contro quello che definiscono un "clima di odio antisbirro" e di stigmatizzazione nei loro confronti. Sullo striscione nella foto di legge "Viva lo stato d'emergenza"

Trasporti pubblici e settore energetico sono i comparti che, secondo i sindacati, saranno i più interessati alla nuova ondata di scioperi prevista per questa settimana e fino a un tempo non ancora ben definito.

Le tensioni sono legate alla riforma del lavoro presentata dal governo, la cosiddetta "Loi Travail", altrimenti detta legge El Khomri (dal nome del ministro del Lavoro), una sorta di Jobs act francese, che ha scatenato malcontento da più parti e che l'esecutivo non intende modificare in nessuno dei suoi punti. "Il processo parlamentare andrà fino alla fine, la legge sarà adottata" ha dichiarato il premier Valls.

La scorsa settimana era scattata l'emergenza carburante da quando il sindacato di sinistra, la Cgt, ha indetto uno sciopero che ha paralizzato 6 raffinerie su 8, per ottenere la revoca della nuova legge sul lavoro, da poco approvata dal governo Valls.

Con un quinto dei distributori di benzina a secco in tutta la Francia, file chilometriche negli altri ed il rischio che il blocco delle raffinerie e dei depositi prosegua, il governo ha autorizzato i petrolieri francesi dell'Ufip a usare le riserve strategiche del Paese in grado di garantire rifornimenti per 4 mesi. La situazione è tesa e la penuria di carburante, dopo Nantes, Rennes e Le Havre, si avverte anche a Parigi.

Mentre la polizia è intervenuta con gli idranti, ma senza scontrarsi con gli scioperanti - come è avvenuto invece ieri a Marsiglia - per sbloccare l'accesso ad uno dei più importanti depositi, quello di Douchy-les-Mines vicino alla frontiera belga, bloccato da giovedì scorso.

Guerriglia urbana

Da settimane, si registrano tafferugli, scontri - a tratti divenuti vera e propria guerriglia - e arresti. Nel centro di Parigi la polizia ha lanciato gas lacrimogeni e ha fermato almeno 49 dimostranti in una giornata di guerriglia durante una nuova manifestazione di protesta organizzata da sindacati e studenti e dai militanti del movimento "Nuit debout".

Giovani mascherati si sono confusi tra i manifestanti per creare disordine, lanciando sampietrini, sassi e bottiglie contro la polizia, che a sua volta ha lanciato lacrimogeni verso il corteo. In piazza a Parigi c'erano 12.000 persone secondo la polizia, 55.000 per i sindacati. Sessantottomila le persone partecipanti in tutta la Francia e 87 i fermati. Scontri tra polizia e manifestanti e strade bloccate anche a Nantes e Rennes. 

I poliziotti sono scesi in piazza, in risposta a quello che definiscono un "clima di odio antisbirro" e di stigmatizzazione nei loro confronti. Sono almeno 350 gli agenti feriti nel corso di queste settimane di scontri. Uno di loro ha perso l'uso di un occhio. 

Il Governo non cede sulla riforma

"Non cederò - ha detto ieri mattina Hollande - troppi governi hanno ceduto ed è la causa delle condizioni in cui ho trovato il Paese nel 2012". 

La riforma della ministra Myriam El Khomri - che garantisce più flessibilità nel codice del lavoro introducendo il principio delle contrattazioni d'impresa che prevalgono su quelle collettive - è stata "discussa, concertata, corretta, emendata: i sindacati riformisti appoggiano il testo e la maggioranza dei socialisti lo vota", ha detto il presidente. La legge ha già ricevuto l'approvazione dell'Assemblea nazionale grazie alla scorciatoia della "fiducia" al Governo prevista dall'articolo 49/3 della Costituzione, evitando quindi migliaia di emendamenti delle opposizioni. 

Sulle manifestazioni violente
Sui "casseur", in particolare, nessun cedimento di Hollande: con loro "è ora di finirla, quello che fanno non potrà restare senza risposta. Manifestare è un diritto, distruggere è un reato". Manuel Valls, a Rennes, ha fatto eco alle parole del presidente: "Di fronte a individui incappucciati, con i caschi, dei vili, ai quali non sempre si può dare un nome o un'appartenenza politica, ogni parola, ogni atto deve trovare una risposta chiara, netta, della Repubblica, dell'azione della polizia e della giustizia", ha detto il primo ministro.

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