Per pagare basta metterci la faccia (e anche la voce)

A farlo vedere in anteprima era stato addirittura Jack Ma, il fondatore del colosso cinese dell'e-commerce Alibaba. Stiamo parlando del sistema di pagamento basato sul riconoscimento facciale con il quale il magnate di Pechino aveva sorpreso tutti già nel lontano 2015 durante l'edizione de CeBit di Hannover.

Anche se ancora sembra una frontiera tecnologica, questo sistema viene già largamente usato, soprattutto in Cina. Secondo una recente indagine condotta dal Juniper Research attualmente sono già 671 milioni gli utenti che utilizzano il pagamento con il volto, ma il dato interessante è che entro il 2025 questo metodo verrà impiegato da oltre 1,4 miliardi di persone.

Grazie anche all'implementazione del FaceID da parte di Apple, questo sistema ha ricevuto un ulteriore spinta, resa ancor più robusta dal fatto che il pagamento con il riconoscimento facciale ha continuato a crescere anche durante il periodo della pandemia che ha costretto le persone a indossare la mascherina.

La coautrice della ricerca Susan Morrow spiega: «il riconoscimento facciale basato su hardware sta crescendo, ma la capacità di eseguire il riconoscimento facciale tramite software rappresenta ancora un limite. Con la crescita del bisogno di metodi sicuri per l'autenticazione i produttori di smartphone di passare a sistemi più robusti per tenere il passo con le tattiche dei truffatori».

Non c'è solo il riconoscimento facciale, anche la voce può essere usata a posto di banconote e carte di credito. La ricerca dell'azienda americana ha rilevato infatti che l'uso di questa modalità di pagamento è in ascesa, da 111 milioni di utenti nel 2020 a una prospettiva di oltre 704 milioni nel 2025.

Il rapporto ha rilevato che, al momento, il riconoscimento vocale è utilizzato principalmente nel settore bancario e avrà difficoltà a crescere oltre a questo, a causa delle preoccupazioni sulla robustezza. Juniper Research consiglia ai fornitori di adottare una strategia biometrica multi-metodo, che comprende riconoscimento facciale, impronte digitali, indicatori vocali e comportamentali per garantire un ambiente di pagamento sicuro.

Il tema della sicurezza è infatti centrale. Deepfake di volti e voci circolano con parecchia disinvoltura e rappresentano una sera minaccia, ma ci sono anche dubbi legati alla tutela della privacy e all'inviolabilità di dati biometrici così sensibili. Di converso, la comodità è indubbia. Addio al portafogli, per pagare basterà esibire il vostro viso o recitare la frase d'ordine che comparirà sullo schermo.

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