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Omicidio Regeni: gli attivisti egiziani accusano i magistrati del Cairo

Parlando al quotidiano La Repubblica, non ha usato giri di parole l'attivista per i diritti civili Mohammed Lotfy, responsabile della ong "Egyptian commission for rights and freedoms", che sta aiutando i legali della famiglia di Giulio Regeni nella ricerca della verità sul suo assassinio: "Credo che per capire quanto è accaduto a Giulio, e quanto accaduto in queste cinque settimane di indagine al Cairo, sia necessario tener presente due verità", ha dichiarato Lotfy. "Una riguarda il rapporto di sudditanza tra le procure e gli organi della polizia e della sicurezza nazionale. Un'altra i numeri delle persone illegalmente scomparse tra l'agosto del 2015 e oggi". Che secondo i dati censiti dalla ong sono stati ben 340 tra il 1° agosto e il 30 novembre 2015, di cui "a marzo 2016 più di 100 risultano ancora scomparsi".

- LEGGI ANCHE: Giulio Regeni, tutti i dubbi sull'inchiesta egiziana

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Un momento del sit-in davanti all'ambasciata egiziana per chiedere la verità sulla morte di Giulio Regeni, Roma, 25 febbraio 2016.
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Un momento del sit-in davanti all'ambasciata egiziana per chiedere la verità sulla morte di Giulio Regeni, Roma, 25 febbraio 2016.
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Un momento del sit-in davanti all'ambasciata egiziana per chiedere la verità sulla morte di Giulio Regeni, Roma, 25 febbraio 2016.
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Un momento del sit-in davanti all'ambasciata egiziana per chiedere la verità sulla morte di Giulio Regeni, Roma, 25 febbraio 2016.
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La vignetta contro Al Sisi pubblicata da un sito palestinese e opera del caricaturista brasiliano Carlos Latuff
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Una foto tratta dall'archivio dei "sindaci dei ragazzi" di Fiumicello, di Giulio Regeni, lo studente di 28 anni scomparso il 25 gennaio al Cairo, Roma, 31 gennaio 2016.
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Sul maxischermo del rinnovato impianto, prima della partita Udinese-Bologna, è stata proiettata una foto di Regeni con un applauso del pubblico presente
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Fiumicello (Udine), 12 febbraio 2016, i funerali di Giulio Regeni
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Fiumicello (Udine), 12 febbraio 2016, i funerali di Giulio Regeni
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Fiumicello (Udine), 12 febbraio 2016, i funerali di Giulio Regeni
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Il carro funebre di Giulio Regeni raggiunge la palestra dove è stata celebrata la funzione funebre, Fiumicello, 12 febbraio 2016.
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Il carro funebre di Giulio Regeni raggiunge la palestra dove è stata celebrata la funzione funebre, Fiumicello, 12 febbraio 2016.
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Il manifesto funebre in piazzale dei Tigli a Fiumicello dove si terranno i funerali di Giulio Regeni , il ricercatore 28enne ucciso a Il Cairo alla fine di gennaio, Fiumicello (Udine) 12 febbraio 2016
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Uno degli ingressi della palestra dove si è tenuta la cerimonia funebre per Giulio Regeni , Fiumicello 12 febbraio 2016
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Il feretro di Giulio Regeni raggiunge la palestra per la funzione funebre, Fiumicello, 12 febbraio 2016
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Il feretro di Giulio Regeni raggiunge la palestra per la funzione funebre, Fiumicello, 12 febbraio 2016
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Il feretro di Giulio Regeni raggiunge la palestra per la funzione funebre, Fiumicello, 12 febbraio 2016
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Il percorso da via Yambo alla fermata della metro El Behoos a Il Cairo (Egitto), 10 febbraio 2016.
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Il numero 8 di via Yambo nel quartiere Dokki al Cairo dove abitava Giulio Regeni.
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Il percorso da via Yambo alla fermata della metro El Behoos a Il Cairo (Egitto), 10 febbraio 2016.
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La porta dell'appartamento dove abitava Giulio Regeni a Il Cairo (Egitto), 10 febbraio 2016.
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Un ingresso della fermata della metro El Behoos a Dokki, Il Cairo (Egitto), 10 febbraio 2016.
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Il numero 8 di via Yambo nel quartiere Dokki al Cairo dove abitava Giulio Regeni.
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La fermata della metro El Behoos a Dokki, Il Cairo (Egitto), 10 febbraio 2016.
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La fermata della metro El Behoos a Dokki, Il Cairo (Egitto), 10 febbraio 2016.
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Il percorso da via Yambo alla fermata della metro El Behoos a Il Cairo (Egitto), 10 febbraio 2016.
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Fiori e candele in memoria di Regeni fuori dall'ambasciata italiana al Cairo
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Una donna con un cartello in arabo che dice: "Perchè uccidete gli stranieri? Vi hanno fatto qualcosa?" durante il sit in in memoria di Giulio Regeni davanti all'ambasciata italiana al Cairo - 6 febbraio 2016
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Il sit-in sul retro dell'ambasciata italiana al Cairo per commemorare Giulio Regeni - 6 febbraio 2016
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Il sit-in sul retro dell'ambasciata italiana al Cairo per commemorare Giulio Regeni - 6 febbraio 2016
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Il sit-in sul retro dell'ambasciata italiana al Cairo per commemorare Giulio Regeni - 6 febbraio 2016
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Il sit-in sul retro dell'ambasciata italiana al Cairo per commemorare Giulio Regeni
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Una donna partecipa al sit-in sul retro dell'ambasciata italiana al Cairo per commemorare Giulio Regeni - 6 febbraio 2016
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Un sit-in sul retro dell'ambasciata italiana al Cairo ha commemorato Giulio Regeni, il giovane ricercatore friulano torturato e ucciso nella capitale egiziana, 06 febbraio 2016
L'ingresso della sala mortuaria dove è statop portato il corpo di Giulio Regeni al Cairo, 4 febbraio 2016.
L'ambasciatore italiano in Egitto Maurizio Massari davanti all'obitorio dove è stata portata la salma di Giulio Regeni. Cairo, 4 febbraio 2016
L'ambasciatore italiano in Egitto Maurizio Massari davanti all'obitorio dove è stata portata la salma di Giulio Regeni. Cairo, 4 febbraio 2016
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L'ingresso della sala mortuaria dove è statop portato il corpo di Giulio Regeni al Cairo, 4 febbraio 2016.
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Un'immagine di Giulio Regeni diffusa sui social network dagli amici che hanno avviato la campagna #whereisgiulio. 2 febbario 2006.
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Una foto tratta dall'archivio dei "sindaci dei ragazzi" di Fiumicello, di Giulio Regeni, lo studente di 28 anni scomparso il 25 gennaio al Cairo, Roma, 31 gennaio 2016.

Una verità impossibile?
Quindi, dopo aver sottolineato come "i pubblici ministeri in Egitto fanno lavoro di scrivania", Mohammed Lotfy si è dichiarato del tutto scettico sulla possibilità che le forze di sicurezza egiziane compiano fino in fondo il loro dovere, "poiché stiamo parlando di un caso in cui la polizia per cercare la verità dovrebbe indagare su se stessa... I pm del Cairo, e in particolare la procura di Giza, sono non solo normalmente riluttanti a incriminare appartenenti alle forze di polizia o di apparati della sicurezza, ma la prassi vuole che ne siano complici in tutti i casi in cui è necessario coprire e dare legittimità legale a casi di sparizione". 

Un'indagine piena di contraddizioni
Le accuse dell'attivista trovano al momento conferma nei continui depistaggi che arrivano dall'Egitto, con la versione dell'andamento dei fatti che cambia ogni giorno, e nella mancanza di una vera collaborazione da parte delle autorità egiziane con gli investigatori italiani del Ros e dello Sco, che da ormai un mese stanno operando al Cairo senza aver ancora ricevuto l'intero fascicolo delle indagini. 

Uno scetticismo, quello italiano, alimentato anche dalle recenti dichiarazioni del procuratore aggiunto di Giza, Hassam Nassar, secondo il quale Giulio Regeni sarebbe morto "non più tardi delle 24 ore precedenti il ritrovamento del suo corpo, la mattina del 3 febbraio" (ovvero "in un lasso di tempo compreso tra il 2 e il 3 del mese"), con le violenze "inflitte tra le 10 e le 14 ore precedenti la sua morte". Supposizioni completamente discordanti da quelle cui sono giunti gli esperti con l'esame svolto in Italia, secondo i quali la morte del ricercatore risalirebbe al 30-31 gennaio, dunque almeno 2 giorni prima alla data indicata dalle autorità del Cairo.

La docente inglese di Regeni attacca al-Sisi

E non è tutto. Perché tra gli elementi "sospetti" c'è anche il fatto che solo ora l'Egitto ha fatto sapere che l'ultima cella agganciata dal telefonino di Regeni pochi minuti prima delle ore 20 del giorno 25 gennaio non è quella che copre la sua abitazione (come le stesse autorità del Cairo avevano invece sempre sostenuto), ma una che impegna il ripetitore della stazione della metropolitana di El Bothoot, quella da dove Giulio avrebbe dovuto prendere il treno per raggiungere il suo amico nei pressi di piazza Tahir.

Perché solo ora è emerso questo particolare, nonostante i tabulati fossero da tempo a disposizione delle autorità egiziane? Il sospetto di chi indaga sul fronte italiano è che l'elemento sia stato reso noto solo nel momento in cui i filmati delle telecamere della stazione della metro non erano più recuperabili, perché si sono autocancellati, impedendo così di poter avere qualche traccia in più sulle persone che hanno avvicinato e quindi sequestrato Regeni....

L'impegno della politica italiana 
Malgrado l'oggettiva difficoltà di arrivare alla verità, l'Italia farà di tutto per fare piena luce sull'omicidio di Giulio Regeni: questo quanto ha assicurato Sergio Mattarella a Paola e Claudio Regeni, i genitori del ricercatore ricevuti al Quirinale dal presidente della Repubblica, che ha anche detto loro che il nostro Paese non accetterà mai verità di comodo o, peggio ancora, che le torture e le sevizie subite da Giulio rimangano senza un colpevole. L'incontro con Mattarella è stato poi seguito da quello con il premier Matteo Renzi.

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