NSA e privacy: ecco il progetto di Obama bocciato dal Senato

Il Senato americano ha bloccato la riforma della National Security Agency, al centro dello scandalo del Datagate. La misura, chiamata U.S.A. Freedom Act, prevedeva la fine della raccolta automatica di dati dalle chiamate telefoniche degli americani. Ma non ha superato il voto procedurale del Senato per l'avvio della discussione: la misura non ha incassato i 60 voti necessari per l'avvio del dibattito. Ecco che cosa prevedeva la riforma Nsa bocciata dal Senato.

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Dopo l’intervento di gennaio, il Presidente degli stati Uniti è fermamente deciso ad estromettere la National Security Agency dai sistemi che permettono la raccolta dei dati. L’obiettivo è preservare i programmi di monitoraggio attualmente in uso preservando la privacy dei cittadini (statunitensi e non), un connubio di valori che non è certamente semplice da attuare. Vista la materia sensibile in cui si rischiava di rimanere coinvolti e fermi per anni, lo stesso Barack Obama aveva dato potere al Dipartimento di Giustizia e agli ufficiali dell’intelligence americana di redigere un piano attuativo delle nuove disposizioni, da consegnare sulla sua scrivania entro il 28 marzo.

I tempi sono quasi maturi per svelare la proposta legislativa che permetterà una decisa revisione dei compiti affidati alla NSA alcuni dei quali hanno lasciato di stucco gli stessi ufficiali amministrativi e i regolatori della privacy. Se verrà approvata dal Congresso, la proposta apporterà sostanziali modifiche ai programmi di sorveglianza, soprattutto sui metodi e temi di conservazione dei dati degli utenti:

- La NSA non potrà più raccogliere e memorizzare tutte le telefonate senza un permesso del tribunale del Foreign Intelligence Surveillance Act

- Una volta ottenuto il permesso potrà monitorare solo le chiamate in ingresso ed uscita di specifici individui. Non vale più la regola della rete gettata a caso nel mare del traffico telefonico

- Le Agenzie preposte non potranno più tracciare i capi di stato, soprattutto gli “amici” e “gli alleati”

- L’amministrazione ha deciso di chiedere al tribunale del FISA di poter rinnovare i programmi attualmente in utilizzo per almeno altri 90 giorni dopo i quali, in teoria, potrebbe essere tutto bloccato. Facendo un paio di conti, da qui alla fine di giugno dovranno essere applicate le nuove norme, nell’interesse di tutti.

Un altro punto su cui il Presidente Obama ha voluto soffermarsi è il tempo di conservazione dei dati da parte della NSA. Finora l’Agenzia poteva conservare le informazioni per un tempo massimo di cinque anni. A tale riguardo l’amministrazione ha valutato, e respinto, un rinnovo dello stesso periodo di tempo, imponendo alla NSA di ottenere un mandato dalle compagnie telefoniche per mantenere un archivio superiore ai 18 mesi, peraltro come già richieste dai regolamenti federali. Il motivo? Secondo i regolatori scelti da Obama per riformare le procedure di spionaggio più vecchi sono i dati, meno sono importanti.

C’è da dire che, quando arriveranno, le proposte del governo USA non pregiudicheranno altri sistemi di raccolta di informazioni di massa. La CIA, ad esempio, ha ottenuto lo scorso anno il permesso di raccogliere diversi dati sui trasferimenti di fondi internazionali attraverso varie compagnie mondiali, tra cui Western Union.

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