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La nuova guerra mondiale alla civiltà

La strage di Parigi ci guarda e riguarda da vicino. L’orrore delle immagini che arrivano dalla sede del giornale satririco Charlie Hebdo proiettano l’Europa come fosse un fronte della guerra che si combatte ogni giorno in Siria, in Iraq, in Afghanistan, in Africa. Parigi trasformata in uno scenario di guerra, come una qualsiasi città del mondo dove il radicalismo islamico lancia quotidianamente i suoi attacchi.

Sparano e uccidono perché si è infedeli, perché non ci si inginocchia alla loro fede o per “vendicare il profeta Maometto” come pare abbiano urlato gli assassini in Francia durante il massacro. Abbiamo tutti negli occhi le immagine dei civili sgozzati, il macabro e orrendo rituale di esecuzioni che lordano innanzitutto l’Islam e i suoi ideali. Molte volte si è portati a pensare che si tratta di vicende lontane, che si consumano tra le dune di un deserto. Ci sentiamo al sicuro e invece no. Parigi ci dice che l’orrore è in casa nostra, che nessuno può dirsi al sicuro. L’11 settembre 2001 avrebbe dovuto definitivamente farci risvegliare, farci capire che nessuno è sicuro a casa propria.

Abbiamo avuto i brividi, certo, ma poi ci siamo illusi che rintanandoci sotto le copertine raggrinzite della nostra civiltà (quella “altra”, “diversa” e soprattutto “lontana” dai terroristi) saremmo stati al sicuro. Buonanotte a tutti e vaffanculo ai tagliagole. Illusi. S’è visto. Oggi è toccato alla Francia.

Ma anche l’Italia, come tutti i Paesi civili, è a rischio. Dio non voglia, ma c’è ed è altissimo il pericolo che, prima o poi, saremo costretti a sollevare terrorizzati il dito dal mappamondo perché anche in Italia un commando di pazzi scatenati è sbarcato con i coltelli luccicanti a seghetto o con i kalashnikov.

È la nuova guerra mondiale, subdola e vigliacca perché non ci sono due eserciti contrapposti che si contendono un territorio: sul campo c’è solo un esercito che senza pietà ha sferrato il più potente attacco alla civiltà e alla democrazia occidentale. Lo fermeremo in un solo modo: rivendicando ogni giorno le nostre radici, rivendicando ogni giorno il primato della civiltà sulla barbarie.

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