Notizie 'pazze' della settimana

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AAA regalasi leone. Vi piacciono gli lo zoo e i suoi animali? In Spagna vi offrono la possibilità di portare direttamente a casa vostra un “pezzo” di zoo oppure di regalarlo al vostro compagno o di portarlo in dono alla vostra mogliettina. L’animale, ovviamente, è a scelta.
I tagli al bilancio dettati dall'enorme deficit pubblico hanno costretto la Comunitad di Catalogna a mettere in vendita o addirittura a regalare, alcune centinaia di animali - tra cui leoni, orsi, antilopi – che popolano la riserva naturale di Aqua Leon, ad Albyniana, Terragona.
Dunque se avete  un bel giardino potete adottare persino un leone. Purtroppo la Catalogna e' una delle comunità più indebitate della Spagna  e neppure quest'anno riuscirà a raggiungere l'obiettivo di contenimento del deficit. Così ha iniziato a "liberarsi" delle spese non necessarie e tra queste c’è  la gestione degli animali di Aqua Leon, che ammonta a circa 500 mila euro l'anno. Finora, però, non sono stati trovati acquirenti e così hanno dovuto fare ricorso al regalo: una cinquantina di antilopi sono state donate agli zoo safari di Madrid e Alicante e gli amministratori sperano che qualcun altro si faccia avanti per i leoni e gli altri animali.


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Occhio alla curiosità..ci si lascia la pelle.  E’ accaduto a Treviso. Un esemplare adulto di nutria del peso di circa sei chili ha deciso di lasciare i campi e le campagne e di dirigersi in città. Il suo obiettivo era quello di 'scuriosare' tra i banchetti del mercato rionale nel centro della cittadina veneta e di dare uno sguardo alle vetrine. E così ha fatto. La sua gita è iniziata di prima mattina e alle 8.30 aveva già raggiunto il mercato attraversando, con i suoi dentoni, baffi e codona morbidosa, i portici della centralissima via Sant’Agostino, quando davanti alla porta di una profumeria, dove aveva deciso di fermarsi, si è scatenato il panico. Anzi, l’inferno. Infatti, l’ignara nutria non avrebbe mai immaginato che la sua gita in città avrebbe scatenato migliaia di ambientalisti sul web. E sì, perché per la sua “bravata” è stata condannata a morte.  Dopo essere stata catturata dagli uomini del centro recupero fauna selvaggia della Provincia di Treviso, la povera bestiolina doveva essere soppressa. Subito. Ma il tam tam scatenato dagli ambientalisti su facebook, le centinaia di email e telefonate che hanno raggiunto gli uffici della Provincia “sembrano” avergli salvato la vita. Già, perché della nutria dal giorno della sua cattura si sono perse le tracce. C’è ci sostiene che sia stata soppressa il giorno stesso, c’è chi invece dice sia stata liberata. Eccetto, la dichiarazione del responsabile del Centro faunistico che sostiene di averla liberata lui stesso ad un chilometro dalla città lungo il Sile, della nutria curiosa non si sa più niente.  E il giallo sulla sua soppressione  è rimasto tra gli abitanti di Treviso e gli ambientalisti che hanno seguito la vicenda sul web.    


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Incubo aerei. Gli abitanti di Treviso non hanno paura di volare ma degli aerei che volano troppo bassi. E quando si dice bassi, non è una esagerazione. Gli aerei rasentano i tetti delle case tanto da far saltare le tegole e esplodere i vasi dei fiori nei giardini delle villette nelle vicinanze dell’aeroporto.

Solo pochi giorni fa, un ciclista  è stato travolto da una raffica di schegge che lo hanno colpito alle gambe. “Quando è passato un aereo, si è levata la solita raffica di vento e alcuni coppi sono caduti vicino a me andando in mille pezzi e provocando una sventagliata di schegge che mi ha preso in pieno - ha spiegato al giornale locale- se fossi stato un po’ più avanti mi avrebbero preso in testa”. E non è andata meglio ad un altro passante che è stato colpito in testa da una tegola volata via mentre un altro aereo stava atterrando. “Il 30 marzo, giorno prima di Pasqua – racconta un altro  residente sfortunato  - un aereo in fase di atterraggio con i flap al massimo della frenata ha causato lo spostamento e la rottura di molti coppi della mia abitazione. È uscita anche una squadra dei vigili del fuoco che ha dovuto delimitare una zona del giardino con dei nastri consigliandomi di non passare da quella parte». Poveri residenti adesso c’è in progetto l’ampliamento dell’aeroporto con l’implementazione dei voli: uno ogni 4 minuti. Un vero incubo.


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Quando la moda è moda. La Lady di Ferro  tiene ‘duro’. Questa volta però non sono né i suoi ideali né le sue strategie politiche bensì i suoi capelli. Sembra infatti che, dopo la sua morte, l'inconfondibile taglio di capelli della ex premier sia diventato un modello assolutamente da copiare, quasi una moda.

''L'ultima volta che sono stato testimone di una cosa del genere risale ai tempi in cui tutti volevano copiare il taglio di capelli di Jennifer Aniston ovvero quando l'attrice americana interpretava il personaggio di Rachel nella sit-com Friends -  racconta al Daily,  Mail Maximiliano Centini, parrucchiere di Chelsea, nel centro di Londra- da quando non c’è più ho realizzato taglio e acconciatura 'a la Thatcher' per almeno 100 clienti, su loro richiesta”. Il cotonato taglio per anni 'indossato' da Margaret Thatcher nacque in un salone di acconciature nell'elegante quartiere di Mayfair nei primi anni '70. A quanto pare le clienti di Centini ritengono che quel modello della Lady di ferro,  le faccia sentire più forti e più sicure. Se bastasse questo..


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Dal Regno Unito agli States. C’è chi vuole i capelli come la Lady di Ferro e chi i bicipiti come Michelle Obama.  E come saranno mai i bicipiti della First lady d’America? Ben torniti. Ma assai ben torniti che le donne americane hanno già speso in brachioplastica la bellezza di 61 milioni di dollari.

Nel 2012, 15.457 persone, il 98 per cento donne si sono sottoposte alla liposuzione del braccio o a un tipo di intervento noto appunto come brachioplastica  ovvero una incisione dall'ascella al gomito per rimuovere la pelle in
eccesso. La First Lady degli Usa, ancora una volta, dunque, fa moda. Dopo la frangetta che ha ispirato lo scorso inverno centinaia di donne adesso tocca alle braccia. Infatti, il numero delle operazioni e' salito considerevolmente dai primi anni Duemila quando solo 300 donne, in tutti gli States, vi avevano fatto ricorso. Alla faccia della crisi.


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