NON TUTTE LE ZUCCHE SONO UGUALI. LECTIO MAGISTRALIS CON UOMINI DI “ ZUCCA”

Un connubio tra arte e cibo, tema caro all’Expo. Critici d’arte e di food- art coinvolti nell’evento studiato da Fabio Barbaglini , lo chef super stellato e il direttore creativo Alessandro Agrati.

Mentre disquisivo con due uomini che s’intendono di cucina come il presidente di Confagricoltura Lombardia Matteo Lasagna e L’assessore all’Agricoltura Gianni Fava, entrambi mantovani, è apparso l’immancabile Carlo Cracco a dire la sua sui tortelli di zucca mantovani, e visto l’orario la discussione è stata veramente particolare. Può una zucca destare la curiosità di tante persone?

Si effettivamente si, perché abbiamo nella circostanza scoperto che le zucche sono di tanti tipi. Esistono persino quelle marine, fanno parte della famiglia delle cucurbitacee. Si dice zucca “ marina” o di Chioggia, che si è diffusa in tutto il Veneto.

Ma se si va a fondo si scopre che zucca e zucchine erano coltivate qualche millennio avanti Cristo e solo dopo la scoperta del Nuovo Mondo giunsero in Europa. Altri autori pensano invece che la zucca realmente sia una pianta rampicante con origini dei paesi caldi del bacino del Mediterraneo.

Cracco sosteneva che quella marina era adatta al pesce, perché il gusto non era formidabile e un sapore forte la tirava su. I nostri due mantovani, decisamente capaci tra i fornelli, e fantastici nella conoscenza dei prodotti agricoli , mi hanno veramente stuzzicato l’appetito parlandomi degli adorabili tortelli di zucca mantovana.

Pianta questa che non richiede neppure tante cure. La zucca più coltivata è la Piacentina, grandi dimensioni, con la buccia spessa color verde-grigio con polpa arancione acceso, con un elevato tenore zuccherino. Poi esiste la zucca “ cappello da prete” reggiana e mantovana, poi la Butternut detta “violina” perché ricorda lo strumento musicale, la Delica e poi… e poi basta ragazzi, come Cenerentola invece che a mezzanotte, a mezzogiorno ho lasciato questi uomini di “ zucca” perché la mia fame si stava trasformando, lasciandomi senza riserve.

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