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Nomine all'Economia: grandi manovre al ministero

Ancora pochi giorni e al ministero dell’Economia voleranno i coltelli. A fine marzo, infatti, Lorenzo Codogno lascerà ufficialmente il proprio incarico di capo economista e a quel punto il ministro Pier Carlo Padoan non potrà più rinviare la decisione sul successore. Ma sarà davvero Padoan a decidere?

Dopo l’annuncio delle dimissioni di Codogno (uno che ha fatto le pulci alla politica economica del governo fino a diventare indigesto al premier Renzi) il ministro ha invitato chi ritenesse di avere i requisiti, a inviare il proprio curriculum a via XX settembre. Uno dei candidati esterni più accreditati è Sergio De Nardis, capo economista della società di consulenza Nomisma, fondata da Romano Prodi.

Un ruolo importante nella decisione sul nome del successore di Codogno l’avrà un dirigente piuttosto misterioso di cui non esiste né un curriculum dettagliato, né una foto. Si tratta di Federico Giammusso, diventato direttore generale di prima fascia del ministero (180 mila euro di retribuzione annua, premi inclusi) appena il 18 novembre scorso con una semplice “comunicazione” di Palazzo Chigi inserita alla chetichella in una seduta di routine della CameraGiammusso viene dall’Ocse dove era componente della delegazione italiana e dove ha conosciuto sia Padoan, con il quale ha stretto un rapporto di ferro, che Andrea Bassanini, figlio del presidente della Cdp con la cui famiglia ha un rapporto profondissimo.Giammusso è stato anche il primo responsabile della sede indiana dell’Ocse e, tornato in Italia, a fine anno ha ottenuto l’incarico di “consulenza, studio e ricerca nell’ambito del dipartimento del Tesoro” anche se nell’organigramma del ministero risulta inserito nella segreteria del ministro, tradizionalmente un incarico “politico” e non “tecnico”.

L’ingresso di Giammusso al ministero è stato piuttosto turbolento, un po’ per i metodi spicci; un po’ perché, pare senza averne titolo, ha sostituito l’ex responsabile della spending review Carlo Cottarelli in diverse riunioni e un po’ perché la sua produzione scientifica è molto scarsa. Secondo il database di Google Scholar ha appena 8 citazioni accademiche rispetto, per dire, alle 474 di Lorenzo Codogno e alle 692 di Sergio De Nardis.

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