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Romani (FI): "Sull'Italicum solo modifiche piccole, marginali e condivise"

"Se tutto va bene qui al Senato, allora andrà bene anche per l'Italicum", dice a Panorama.it un esponente azzurro di rango. Il senso politico è: Forza Italia è responsabile e rispetta i patti sul superamento del bicameralismo perfetto, ma il premier deve rispettar quelli sottoscritti al Nazareno sulla legge elettorale. Questione vitale per il futuro di FI. 

Le antenne del partito di Silvio Berlusconi, nonostante il continuo monitoraggio degli sherpa azzurri (dietro i quali si staglia la figura di Denis Verdini) con palazzo Chigi, si sono di nuovo scattate nel pomeriggio quando Renzi per allentare la tensione in Senato ha ricevuto i capigruppo della maggioranza. E in particolare avrebbe fatto aperture a Sel (autrice della stragrande maggioranza della montagna dei 7850 emendamenti iniziali) ufficialmente su questioni relative alla riforma del Senato e cioè riduzione del numero delle firme per i referendum e immunità dei nuovi senatori.

Ma subito ha preso a circolare il sospetto insistente che sottotraccia sia in atto anche una trattativa per la riduzione delle soglie nella legge elettorale in modo tale da favorire le forze minori da Sel a Ncd. E' chiaro che se si dovesse scendere significativamente sotto la soglia del 4,5 per cento per i partiti coalizzati e dell'8 per cento per quelli che vanno da soli, significherebbe stravolgere l'Italicum e rimettere in discussione il ruolo di Forza Italia come perno centrale della coalizione di centrodestra. Ma fonti azzurre assicurano: "No Renzi finora è stato corretto, tendiamo a fidarci".

Ad ogni modo il capogruppo di Forza Italia a Palazzo Madama, Paolo Romani, davanti alle telecamere mette le cose in chiaro. Prima ribadisce che se la maratona della riforma si è rimessa in moto, dopo l'incidente che ha visto andar il governo sotto e la bolgia di giovedì 31 luglio, con tanto di malori e spalle lussate in aula, il merito è di Forza Italia. E' insomma una conferma del fatto che "senza di noi le riforme non si fanno", scandisce Romani. Poi annuncia che se all'Italicum verranno fatte modifiche, queste saranno "piccole e marginali" e soprattutto "condivise" dai contraenti "del patto che ha avviato le riforme", perché, ribadisce, non si può certo stravolgere "L'Italicum così come è stato approvato alla Camera", grazie sempre all'apporto di Forza Italia. 

Denis Verdini dice che non è stata ancora fissata la data dell'incontro tra Renzi e Berlusconi. Ma secondo le previsioni è atteso per martedì prossimo a Palazzo Chigi. E' l'incontro che dovrebbe mettere in moto la volata finale. Ostruziunismo delle opposizioni permettendo. Nel pomeriggio i Cinquestelle sono usciti dall'aula e fuori c'era ancora la Lega Nord. Ma il numero dei senatori pentastellati e di quelli del Carroccio non è tale da mettere in discussione il numero legale. Senato aperto fino a Ferragosto? Romani: "Non credo proprio, spero si chiuda entro l'8, poi a settembre si passa alla legge elettorale". Ma al massimo "con piccole e marginali modifiche".  

Tra ritocchi, secondo gossip, ci potrebbe essere anche una piccola apertura sulle preferenze e cioè il primo della lista sarebbe dsegnignato sempre dal partito, i secondi e terzi invece si dovrebbero guadagnare il seggio con le preferenze. Oltre questo FI non andrebbe. Romani esclude anche la prossima primavera si andrà a elezioni anticipate. Nei giorni scorsi di fronte alle difficoltà crescenti del governo erano riprese a circolare ipotesi di appoggi esterni o ingressi in maggioranza di Forza Italia. Poi smentite. Certamente se si dovesse andare a votare con il sistema proporzionale previsto dal Consultellum (la legge stabilita dalla Consulta dopo aver bocciato il Porcellum), nel caso naufragasse l'Italicum,  FI avrebbe un ruolo importante in un governo di larghe intese. Ma sembra ormai assodato che Giorgio Napolitano non abbia alcuna intenzione di scgiogliere le Camere se prima non è stata fatta almeno la nuova legge elettorale.       

Ps. Nei corridoi qualcuno fa notare che un anno fa, 1 agosto 2013, Berlusconi venne condannato in Cassazione. Oggi, un anno dopo, il leader di Forza Italia è ancora centrale in questa fase di riforme...

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