Nepal, la vita quotidiana dei bambini dopo il terremoto

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Distretto di Dolakha, Nepal, 11 agosto 2015. Una bambina di nome Jamuma, di 9 anni, in posa con la sorella davanti alla porta della loro ex scuola, distrutta dal sisma.
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Distretto di Dolakha, Nepal, 11 agosto 2015.
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Distretto di Dolakha, Nepal, 11 agosto 2015. Una bambina in posa davanti alle macerie della sua casa, distrutta dal sisma.
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Distretto di Dolakha, Nepal, 11 agosto 2015. Un bambino di nome Kumar, di 12 anni.
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Distretto di Dolakha, Nepal, 11 agosto 2015. Un bambino in posa di fronte alla casa della sua famiglia, distrutta dal sisma.
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Distretto di Dolakha, Nepal, 11 agosto 2015. Una giovane ragazza di nome Niva, 16 anni, nel suo primo giorno di scuola dopo la lunga pausa causata dal terremoto. Un periodo trascorso con la famiglia nel rifugio temporaneo realizzato con tela catramata.
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Distretto di Dolakha, Nepal, 11 agosto 2015. Nikhi, 12 anni, fuori dalla sua scuola distrutta dal terremoto.
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Distretto di Dolakha, Nepal, 11 agosto 2015. Nakul, 12 anni, che ha perso la sua casa a causa del terremoto.
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Distretto di Dolakha, Nepal, 11 agosto 2015. Una bambina in posa davanti alla sua casa, distrutta dal terremoto.
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Distretto di Dolakha, Nepal, 11 agosto 2015. Una bambina partecipa alle attività scolastiche all'aria aperta.
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Distretto di Dolakha, Nepal, 11 agosto 2015. Una bambina in posa davanti alle macerie della sua casa, distrutta dal sisma.
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Distretto di Dolakha, Nepal, 11 agosto 2015. Una bambina di nome Roasana, di 9 anni, partecipa alle attività scolastiche all'aria aperta.
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Distretto di Dolakha, Nepal, 11 agosto 2015. Bambini dai 3 ai 15 anni partecipano alle lezioni scolastiche in uno spazio temporaneo allestito dopo il terremoto.
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Distretto di Dolakha, Nepal, 11 agosto 2015. Bambini dai 3 ai 15 anni partecipano alle lezioni scolastiche in uno spazio temporaneo allestito dopo il terremoto.
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Distretto di Dolakha, Nepal, 11 agosto 2015. Una bambina in posa davanti alle macerie della sua casa, distrutta dal sisma.
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Distretto di Dolakha, Nepal, 11 agosto 2015. La porta di una scuola distrutta dal sisma.
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Distretto di Dolakha, Nepal, 11 agosto 2015. Bambini dai 3 ai 15 anni partecipano alle lezioni scolastiche in uno spazio temporaneo allestito dopo il terremoto.
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Distretto di Dolakha, Nepal, 11 agosto 2015.
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Distretto di Dolakha, Nepal, 11 agosto 2015. Bambini durante le attività scolastiche negli spazi temporanei allestiti dopo il terremoto.
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Sundrawati, Distretto di Dolakha, Nepal, 11 agosto 2015. Uno spazio temporaneo allestito dopo il terremoto per ospitare le lezioni scolastiche di bambini dai 3 ai 15 anni..

Secondo i dati forniti da Save the Children sono oltre 3,2 milioni i bambini e gli adolescenti che hanno subito le conseguenze dei terremoti che il 25 aprile e il 12 maggio hanno colpito il Nepal, causando la morte di oltre 8.856 persone e il ferimento di 22.309.

Le scuole del Nepal completamente ridotte in macerie dai terremoti erano frequentate da oltre un milione di studenti. E dopo l'inizio della stagione dei monsoni si teme che la situazione delle scuole danneggiate peggiori ulteriormente a causa dei rischi di alluvioni e frane. 

Nell'area di Dolakha, un distretto montano del Paese, situato a nord-est di Kathmandu, che è stato epicentro del secondo sisma, abitano circa 400.000 persone. Attualmente vivono tra le rovine di case, scuole, negozi e ospedali andati quasi completamente distrutti a causa del sisma. In questa gallery vediamo i più piccoli tra loro posare di fronte alle scuole che frequentavano e alle case dove vivevano prima dei terremoti, 
o impegnati in attività scolastiche presso le strutture temporanee allestite dopo la calamità naturale, dove ricevono aiuto anche per superare i traumi conseguenti alla perdita di famigliari e amici. 

Il 25 luglio scorso le organizzazioni non governative Plan International, Save the Children, UNICEF e World Vision International Nepal, hanno avviato una consultazione tra circa 1800 bambini abitanti nei 14 distretti del Nepal maggiormente colpiti, chiedendo loro quali fossero le principali necessità a cui si trovano a dover far fronte dopo oltre tre mesi il sisma. Dal sondaggio è emerso che le priorità percepite dai più piccoli sono dei rifugi sicuri, la possibilità di ritornare a frequentare la scuola, di avere accesso a rifornimenti di acqua potabile e a cure adeguate. La consultazione ha messo in evidenza anche alti livelli di stress e stati d'ansia, causati dalla morte di parenti e amici, dalla distruzione delle abitazioni e dall'incertezza circa il loro futuro. 

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