ANSA/ORIETTA SCARDINO
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Neonata morta a Catania: le responsabilità

Anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha espresso tutta la sua "incredulità" per la vicenda di Nicole, la bambina morta in Sicilia la notte scorsa. La neonata, che ha avuto gravi crisi respiratorie dopo la nascita nella clinica privata Gibiino di Catania, è stata trasferita d'urgenza in ambulanza nel reparto di rianimazione pediatrica dell'ospedale di Ragusa, distante 100 chilometri, perché nel capoluogo etneo non c'erano posti disponibili, ma è morta prima di arrivare a destinazione. Sull'episodio la Procura di Ragusa ha aperto un'inchiesta per accertare eventuali responsabilità mediche e sulla disponibilità di strutture cliniche non adeguate a Catania o nelle province più vicine.

Nell'inchiesta "e' stata acquisita la documentazione medica e quella delle strutture amministrative deputate individuare il luogo dove doveva essere portata, e gli ospedali che hanno dichiarato di non avere posti".
Lo afferma il procuratore Giovanni Salvi. "Le responsabilità penali - dice - sono dei singoli e non delle strutture". In pratica, gli errori sull'organizzazione del trasferimento e sul servizio, sarebbero imputabili a decisioni autonome, indipendenti dalla struttura.

Prima di eseguire l'autopsia sulla piccola Nicole "dobbiamo avere più chiare le ipotesi di responsabilita'". Lo ha detto il procuratore di Catania Giovanni Salvi. "Per potere svolgere accertamenti tecnici irripetibili come l'autopsia - ha spiegato il magistrato - prima devono essere individuate persone che domani possano essere chiamate a rispondere di questo reato, ma al momento non abbiamo elementi specifici che possano far ritenere accertate le responsabilità".

La crisi respiratoria

Secondo una prima ricostruzione della vicenda, la neonata sarebbe entrata in crisi respiratoria dopo il parto, avvenuto la notte scorsa regolarmente in un clinica privata di Catania. Nella sala erano presenti, tra gli altri, il ginecologo di fiducia della donna, un anestesista, un rianimatore e un neonatologo. I medici si sono accorti subito della gravità del quadro clinico della piccola e hanno contattato le Unità di trattamento intensivo neonatale (Utin) di Catania per trasferirla d'urgenza. Ma erano tutte  senza disponibilità di posti. È stato così contattato il 118 che ha cercato e trovato una Utin disponibile nell'ospedale Paternò-Arezzo di Ragusa. La clinica ha quindi provveduto, con un'ambulanza privata, al trasporto della neonata a Ragusa, con al seguito i medici specialisti della struttura privata. Dopo Vizzini, e in territorio della provincia di Ragusa, prima dell'alba, la piccola paziente ha avuto una violenta crisi. I medici a bordo dell'ambulanza hanno tentato di rianimarla, ma la neonata è morta.

Tempo prezioso

La piccola Nicole era la primogenita di Andrea e Tania, giovani sposi da due anni. Vivono a Gravina di Catania. Lui, che ha presentato la denuncia ai carabinieri del capoluogo etneo, lavora in un bar, lei invece e' casalinga. Non parlano con i giornalisti nella clinica Gibiino. Si fa portavoce il loro legale, Giuseppe Miceli: "Questo non e' il momento di commentare - dice - Non possiamo dire alcunche', vi prego di rispettare il dolore della famiglia". Commenta però la nonna di Nicole, Giusi C: "È inconcepibile, quello che è successo è inconcepibile...". E avanza il sospetto che "dall'1 alle 4 si sia perso del tempo prezioso, forse i medici non si sono accorti che stava male, e per questo non hanno accelerato". La nonna chiede "giustizia e sapere se c'è stata negligenza, noi lo vogliamo sapere e ne abbiamo il diritto..."

Un piano di coordinamento

"Si tratta di un episodio gravissimo, che conferma come sia assolutamente indispensabile un coordinamento non soltanto tra le strutture catanesi, che da tempo abbiamo avviato, ma tra quelle dell'intera città metropolitana" ha detto il sindaco di Catania, Enzo Bianco. "Non possiamo permettere - ha aggiunto - che si verifichino simili tragedie. Quando i posti in determinati reparti specialistici si esauriscono, deve immediatamente scattare un piano alternativo che consenta di trasportare il paziente nella struttura più vicina e nel più breve tempo possibile. Non si può giocare con delle vite umane e bene ha fatto l'assessore Borsellino ad avviare immediatamente un'indagine annunciando che non si guarderà in faccia nessuno".

Meno posti del necessario

"I posti nelle Unità di terapia intensiva neonatale a Catania sono certamente meno di quelli che sarebbero necessari". Lo afferma la dirigente dell'Utin dell'ospedale Garibaldi-Nesina di Catania, Angela Motta, uno dei reparti che era senza posto. "Abbiamo ricevuto - ricorda la dottoressa mentre ha in braccio una delle due gemelle nate a sua figlia - la chiamata del 118 che ci ha chiesto la disponibilità di 'un posto impersonale'. Il reparto è pieno, abbiamo 10 posti letto, e non c'era la disponibilità, Ci sono dei criteri per la priorità nei ricoveri nelle Utin, fissati da un protocollo del 2014, che noi applichiamo da due anni". A Catania sono ufficialmente all'incirca 35, distribuiti in quattro ospedali, i posti nelle Utin, due delle quali sono senza primario, sostituiti da pediatri, un neonatologo e un chirurgo.

L'ispezione ministeriale

''Abbiamo immediatamente inviato gli ispettori in Sicilia per fare luce sulla morte della neonata a Catania. Abbiamo chiesto una relazione dettagliata e in tempi brevi''. Cosi il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin all'Ansa, esprimendo "profondo sdegno per la morte della neonata, una vicenda che lascia sgomenti''.

 Il ministro ha poi sottolineato che quello di oggi non e' il primo caso del genere. ''Nei nuovi Livelli Essenziali di Assistenza, Lea, abbiamo inserito la parte prenatale come assistenza al parto. Per noi la rete di neonatologia e' una priorita'. ''Riferiro' in aula - ha concluso il ministro - del risultato delle ispezioni, che ci saranno in tempi brevi, come in tempi brevi verifichero' i Lea in Sicilia a la rete neonatale''.

La nota diffusa dalla clinica

"Le notizie circolate in queste ultime ore sul conto della casa di cura sono assolutamente infondate". Lo afferma la clinica Gibiino sulla morte della piccola Nicole, ritenendo che sono "probabilmente frutto di una ricostruzione dei fatti certamente influenzata dall'emotivita' che ha caratterizzato i concitati istanti susseguiti alla nascita e dalla rabbia che giustamente sta sconvolgendo i parenti delle vittime". "Comprendiamo il dolore della famiglia - aggiungono dalla casa di cura di Catania - e siamo sconvolti per quanto accaduto, ma e' importante precisare che in questo momento occorre concentrarsi sul corretto accertamento delle cause che hanno realmente provocato la morte della piccola Nicole, affinche' cio' non accada mai piu'". "La ricerca morbosa di una storia da raccontare - conclude la nota della clinica catanese - e' certamente controproducente, dannosa e fonte di ostacolo per il lavoro degli inquirenti e delle autorita' che stanno esaminando il caso”. 



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