Quei maledetti derivati di Mps e Deutsche Bank

Che c'entra un colosso come Deutsche Bank con una banca ormai “piccolina” (almeno su scala europea) come il Monte dei Paschi di Siena (Mps)?

La risposta la si trova nel nome di un contratto derivato che richiama una nota isola vulcanica greca, la magnifica Santorini. È in questo contratto derivato che si intrecciano le storie tanto diverse della banca toscana e tedesca, considerate le due pecore nere del sistema creditizio dei rispettivi paesi (o del mondo intero, nel caso di Deutsche Bank).


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Chi ha seguito le vicende del Monte dei Paschi di Siena, scoppiata agli inizi del 2013, ricorderà sicuramente un particolare importante: la crisi dell'istituto toscano, i cui ex-vertici guidati da Giuseppe Mussari sono stati rinviati a giudizio nei giorni scorsi, ha avuto origine dall'utilizzo spregiudicato dei contratti derivati, che a Mps servivano per coprire una montagna di perdite, generate in primis dalla sciagurata acquisizione di Banca Antonveneta del 2009.

Ebbene, tra i derivati utilizzati da Mussari e compagni c'era anche il famigerato contratto Santorini. E ad architettare Santorini è stata proprio la Deutsche Bank, un gruppo che nel maneggiare i derivati è sempre un “maestro”, tanto che adesso se ne ritrova pieni i bilanci.


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A quanto pare, Santorini era stato sottoscritto da Mps per coprire un'altra perdita di bilancio di ben 367 milioni di euro, apertasi dentro i bilanci della banca per un altro derivato sottoscritto in precedenza dall'istituto toscano, sempre con Deutsche Bank. Per questo, oltre a rinviare a giudizio Mussari e atri manager di Mps, i giudici per l'udienza preliminare che indagano ancora sul crack del Monte dei Paschi hanno chiesto il processo per altri 5 manager ed ex-manager del colosso tedesco: Ivor Scott Dunbar, Michele Faissola, Dario Schiraldi, Matteo Angelo Vaghi e Marco Veroni.


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"Ci difenderemo in tribunale e non abbiamo ulteriori commenti per oggi", ha dichiarato Deutsche Bank nell'immediatezza delle notizie sui rinvii a giudizio. Oggi il gruppo di Francoforte ha problemi ben diversi rispetto al Monte dei Paschi. Mentre l'istituto toscano ha una montagna di crediti sofferenti da smaltire, il gruppo finanziario tedesco ha i bilanci pieni zeppi di derivati che in passato ha utilizzato in maniera assai spregiudicata. Tanto che, secondo quanto riporta l'agenzia Reuters, le autorità di vigilanza tedesche avrebbero rilevato altre decine di operazioni analoghe a quelle effettuate con Mps, sempre con i derivati. Siena e Francoforte, insomma, non sono poi così lontane.

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