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Mogol, il maestro che fa cantare il cuore degli italiani

Silvia Morara
Mogol
Silvia Morara
Mogol, Giuseppe Gioni Barbera e Gianni Poglio
Silvia Morara
Il pubblico dell'incontro con Mogol a Spoleto
Silvia Morara
Il pubblico dell'incontro con Mogol a Spoleto
Silvia Morara
Il pianista Giuseppe Gioni Barbera a Spoleto
Silvia Morara
Il pianista Giuseppe Gioni Barbera a Spoleto
Silvia Morara
Incontro con la musica: “Viaggio nella canzone italiana” - Mogol si racconta con le musiche di Giuseppe Gioni Barbera al pianoforte
Silvia Morara
Il pianista Giuseppe Gioni Barbera a Spoleto
Silvia Morara
Mogol con Gianni Poglio
Silvia Morara
Mogol, Giuseppe Gioni Barbera e Gianni Poglio
Silvia Morara
Mogol con Gianni Poglio
Silvia Morara
Il pubblico dell'incontro con Mogol a Spoleto
Silvia Morara
Incontro con la musica: “Viaggio nella canzone italiana” - Mogol si racconta con le musiche di Giuseppe Gioni Barbera al pianoforte
Silvia Morara
Mogol con Gianni Poglio

Un entusiasmante viaggio tra musica e parole. Erano in tanti al complesso San Niccolò di Spoleto per assistere alla performance-intervista del più grande autore della musica italiana: Mogol. "Io e Lucio Battisti completavamo un album in una settimana, dieci giorni. Mi portava tutte le musiche di quello che poi sarebbe diventato il disco e io ogni mattina scrivevo un testo. Quando tutto era concluso facevamo ascoltare al disco in anteprima a un mio amico floricoltore e subito dopo alle persone ricoverate all'Istituto dei Tumori a Milano" racconta l'uomo che hai impresso le sue strofe nel Dna di tutti gli italiani.

Quelli di Mogol sono ricordi straordinari che vanno da Battisti a Mina ad  Adriano Celentano: "Adriano mi portò una canzone, eravamo giovanissimi. Io alle primissime armi scrissi un testo. Andammo a farlo sentire a mio padre, allora discografico, che ci bocciò senza appello: "Quello non sa cantare e le parole non funzionano. Ma che roba è?".


In viaggio con Mogol, tra musica e parole

Non era solo Mogol sul palco di Spoleto. In scena c'era un pianoforte e non per caso. Era lì per Giuseppe Barbera, arrangiatore pianista, compositore e docente del Cet, la scuola fondata da Mogol. Barbera ha la classe del grande pianista e un approccio allo strumento che colpisce fin dalle prime note. Introdotto dal Maestro regala al pubblico due sue composizioni di grande bellezza. Un diluvio di applausi. "Questi applausi per brani che non avete mai sentito" spiega Mogol "dicono come funziona la musica. Quella bella arriva subito, dritta al cuore". Poi, ancora ricordi e memorie di una vita d'artista straordinaria. Mogol racconta e poi coinvolge Barbera per una bellissima versione classicheggiante di Fiori rosa, fiori di pesco. Ancora applausi, tanti. "Ai tempi ci fu qualcuno, un critico, che disse che Battisti non avrebbe mai potuto passare per radio perché non sapeva cantare. Una sciocchezza enorme. Non sono i gorgheggi che fanno di un artista un interprete amato dalla gente". Segue il momento musicale più intenso della serata, un medley per pianoforte tra Battisti e Michael Jackson. Pura energia. Chiudono la serata le note di L'emozione non ha voce, uno dei successi immortali della musica italiana scritto da Gianni Bella e interpretato da Mina e Celentano.

Naturalmente con le parole di Mogol. Il Maestro.

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