Miradar di Ilaria Mavilla: eros, night club ed alberghi a ore

Cosa sia questo Miradar è difficile da spiegare con una definizione. Ma è pure piuttosto intuitivo capirne la finalità. Ha un’insegna al neon che funziona a giorni alterni e ospita un vecchio disco-pub dove si fa l’unica attività redditizia che si può portare avanti in una periferia di provincia, il night.

Così, l’hotel al suo interno si trasforma spesso in un albergo a ore, pieno di immigrate disperate e giovani sfortunate ma pure in grado di raccogliere dentro di se energie straordinarie e insperate.

Come quelle che porta Margherita, la protagonista di questo romanzo d’esordio di Ilaria Mavilla, intitolato appuntoMiradar e pubblicato da poco da Feltrinelli.

Mavilla ha vinto la prima edizione del concorso ilmioesordio , promosso da ilmiolibro.it, dalla casa editrice milanese, con la supervisione della scuola Holden di  Alessandro Baricco.

E va detto che un risultato, questo concorso, l’ha raggiunto, scovando nel mare degli inediti un’opera che ha una sua dignità e una sua autonomia narrativa.

È, alla sua essenza, una storia di riscatto e di disperazione, che grazie a dio non si trasforma mai in un apologo assertivo.

Con qualche ingenuità stilistica, certo, ma pure con dei discreti anticorpi in grado, forse, di sopravvivere all’esordio. Proseguendo magari il cammino con ancora maggiore nettezza e convinzione.

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