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Due milioni alla Bonino. Dalla Bonino

Due milioni 142 mila 857 euro (e 15 centesimi) per combattere le mutilazioni genitali femminili a Dakar: a tanto ammonta la spesa per la campagna Stop Fgm fortemente voluta da Emma Bonino. Il progetto è partito il 1° marzo, neanche due mesi dopo la firma dell’accordo triennale di cooperazione Italia-Senegal (valore: 45 milioni di euro) da parte del ministro degli Esteri senegalese, Mankeur Ndiaye, e della medesima Bonino, all’epoca responsabile della Farnesina. La lotta contro le mutilazioni genitali, come spiegava il ministero l’8 gennaio, è uno «storico cavallo di battaglia» della Bonino che infatti nel 1994 ha fondato una ong, Non c’è pace senza giustizia (Npsg), impegnatissima sul tema. E chi si è aggiudicato il contratto da 714 mila euro l’anno, dal 2014 al 2016, per l’intervento in Senegal? Indovinato.

Dalle battaglie femministe alla Farnesina

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L' onorevole Emma Bonino del Partito Radicale con il questore Umberto Improta (D), Roma 12 maggio 1977

Dalle battaglie femministe alla Farnesina

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Emma Bonino, a sinistra, dopo la liberazione di Enzo Tortora, in piedi vicino a lei

Dalle battaglie femministe alla Farnesina

Luciano Del Castillo/Ansa
Con Romano Prodi (1997)

Dalle battaglie femministe alla Farnesina

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In una scuola per piccoli profughi kosovari, ai tempi della Commissione europea

Dalle battaglie femministe alla Farnesina

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Commissario europeo per gli aiuti umanitari dal 1995 al 1999, Emma Bonino è qui in Afghanistan per una missione

Dalle battaglie femministe alla Farnesina

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Ai tempi della Commissione europea dal 1995 al 1999

Dalle battaglie femministe alla Farnesina

Da sinistra, Rita Bernardini, Marco Pannella e Emma Bonino durante la marcia di Natale organizzata dai Radicali dal titolo: "Carceri, amnistia e giustizia" nel 2013
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Dalle battaglie femministe alla Farnesina

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Con il presidente del Consiglio Enrico Letta che l'ha nominata ministro degli Esteri

Dalle battaglie femministe alla Farnesina

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Il ministro degli Esteri Emma Bonino in visita nella base italiano in Libano (Unifil)

Npsg è una vecchia e meritevole cliente del Mae (viene finanziata dal 2004), oltre che di governi esteri (come Austria e Canada) ed enti locali (la Regione Puglia o la Provincia di Milano). Ma nell’era Bonino è stata particolarmente attiva: a settembre 2013 è entrata nella graduatoria dei progetti da finanziare con il piano Stop Fgm in Burkina Faso, e nel marzo 2014 è stata prescelta per il Senegal (ma sul sito della Farnesina, attenzione, non c’è traccia del bando). Poi però qualcosa è andato storto. L’ong ha partecipato a due bandi per la cooperazione internazionale, ma il 26 giugno, in epoca post Bonino, nessuno dei due finanziamenti è stato approvato. La doccia fredda, a dir la verità, è toccata anche ai 44 vincitori del concorso per i paesi in via sviluppo. I criteri di selezione seguiti dalla Farnesina sono stati infatti cambiati in corso d’opera, e tra schede corrette a penna, avvisi mancati, priorità modificate, il mondo della cooperazione oggi è in rivolta. Contestata la graduatoria, gli esclusi oggi minacciano un ricorso al Tar, col rischio di bloccare tutta la procedura. E di perdere i fondi. 

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