Matteo Renzi Leopolda
ANSA/CLAUDIO GIOVANNINI
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Milioni all'uomo della Leopolda dati da Toto per il Giglio magico

Le vicende del “Giglio magico” assomigliano sempre di più ad una spyware story. Con vista sulle dolomiti. Nell’inverno del 1981 a Cortina d’Ampezzo vennero girate alcune scene di “Solo per i tuoi occhi”, il dodicesimo film di James Bond. Quasi 40 anni dopo la vallata è diventata la location perfetta per alcune scene degne del film, con protagonisti i personaggi più in vista del Giglio magico.

Qui, per esempio, i Carabinieri del Noe, impegnati nell’inchiesta Consip, si erano messi alle costole dell’avvocato Alberto Bianchi (all’epoca presidente della fondazione renziana Open e contemporaneamente legale della Consip) che ha il physique du role da borseggiatore di Martini in galante compagnia e lo avevano pedinato per 16 km sulla neve durante una ciaspolata.

I militari si imbatterono anche in Marco Carrai, l’uomo che Renzi voleva a capo della nostra Cybersecurity. Insomma, un altro personaggio degno delle pagine di Ian Fleming.

Ma cambiamo inquadratura pur rimanendo sotto il monte Cristallo.

Questa volta la scena è ambientata nei saloni del Park Hotel Franceschi, albergo a 5 stelle ospitato in un caratteristico palazzo turrito. Il set è la sala da caffè impreziosita da stufe in maiolica e colonne di legno intarsiato. Qui il solito Bianchi ha bevuto un caffè con Alfonso Toto, rampollo della nota famiglia di imprenditori abruzzesi. I due si erano incontrati per caso su Corso Italia, la via dello struscio della regina delle Dolomiti. Erano con le rispettive famiglie. E Bianchi era accompagnato anche da Carrai e signora.

Toto era stato da poco perquisito su ordine della Procura di Firenze, mentre l’avvocato avrebbe ricevuto la visita delle Fiamme Gialle dopo poco più di un mese , nell’ambito dello stesso filone d’inchiesta: i rapporti economici tra i Toto ed il Giglio Magico.

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