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Ora Obama dovrà giocare in difesa

È stata una tempesta perfetta per il partito repubblicano. Ai conservatori servivano sei seggi per ottenere la maggioranza al Senato – e dunque dell’intero Congresso: la Camera è già conservatrice – e il Grand Old Party ne ha già ottenuti almeno sette. E non è tutto. Per lo spoglio in Alaska, l’ultimo stato a chiudere i seggi, occorre pazientare ancora qualche ora, mentre il verdetto finale in Louisiana arriverà dopo il ballottaggio del 6 dicembre. Ma i conservatori potrebbero anche fare a meno di questi due seggi, accontentandosi, per dir così, di osservare le sonanti vittorie ottenute dal Kentucky all’Arkansas, dal Colorado all’Iowa, con distacchi che l’inesatta scienza pre elettorale aveva decisamente sottostimato: con i dati veri alla mano pare assurdo che una sfida vinta per oltre sedici punti percentuali sia stata data per settimane come un “toss up”, una partita in bilico.

Ma è esattamente quello che è successo in Kentucky, dove il veterano – e con ogni probabilità nuovo leader conservatore al Senato – Mitch McConnell ha polverizzato la giovane sfidante. In Iowa la destra ha eletto la prima rappresentante donna dello stato, Joni Ernst, e nello stato di New York quella più giovane, la 30 enne Elise Stefanik. Anche per quanto riguarda i governatori i repubblicani possono esultare, e l’ennesima affermazione elettorale di Scott Walker in Wisconsin è la prova di forza di una serata in cui anche le sconfitte sono state assai meno cocenti del previsto, come si vede in Virginia e New Hampshire. Il Gop in questa tornata si è dimostrato competitivo anche fuori casa. Ed è per queste qualità inattese che Barack Obama e i democratici dovranno temere gli assalti da destra nei prossimi due anni.

In cima alla “to do list” repubblicana c’è il grande mantra di questi anni di equilibrio (cioè stallo) congressuale: revocare l’Obamacare. Comunque vadano gli ultimi conteggi, il Gop non ha la maggioranza qualificata per aggirare l’ostruzionismo al Senato, e difficilmente troverà uomini a sinistra pronti a smarcarsi, ma certamente ci proverà, anche soltanto per adempiere il suo dovere nei confronti dell’elettorato. Certamente la nuova maggioranza al Congresso metterà pressione sulla Casa Bianca per adottare una postura più aggressiva in politica estera, specialmente per quanto riguarda la guerra contro Isis. Negli ultimi due anni di presidenza Obama sarà costretto sulla difensiva, messo all’angolo dalla maggioranza parlamentare che in una notte sembra aver ritrovato la coesione perduta; il vantaggio di Obama è che a giocare in difesa è piuttosto abituato.

Il voto di midterm

Si vota a Alexandria, Virginia. EPA/MICHAEL REYNOLDS

Il voto di midterm

Il senatore repubblicano Mitch McConnell del Kentucky festeggia la vittoria. EPA/Mark Lyons

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La scandidata democratica della Georgia Michelle Nunn dopo la sconfitta. EPA/ERIK S. LESSER

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Il candidato rpubblicano David Perdue (C) festeggia la vittoria. EPA/JOHN AMIS

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Il candidato rpubblicano David Perdue (C) festeggia la vittoria. EPA/JOHN AMIS

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Pat Roberts, senatore repubblicano del Kansas. EPA/ED ZURGA

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BRENDAN SMIALOWSKI/AFP/Getty Images
Il presidente Obama riceve la sua carta elettronica per votare nelle elezioni di midterm al US Martin Luther King Community Service di Chicago, Illinois

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Il presidente Obama riceve la sua carta elettronica per votare nelle elezioni di midterm al US Martin Luther King Community Service di Chicago, Illinois

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Il presidente Obama riceve la sua carta elettronica per votare nelle elezioni di midterm al US Martin Luther King Community Service di Chicago, Illinois

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Il presidente Obama riceve la sua carta elettronica per votare nelle elezioni di midterm al US Martin Luther King Community Service di Chicago, Illinois

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Il presidente Obama riceve la sua carta elettronica per votare nelle elezioni di midterm al US Martin Luther King Community Service di Chicago, Illinois

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Il presidente Obama riceve la sua carta elettronica per votare nelle elezioni di midterm al US Martin Luther King Community Service di Chicago, Illinois

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