Torna in Italia il folk di Micah P. Hinson

Micah P. Hinson è il mezzo miracolo di una voce calda e profonda che esce da un corpo esile, acciaccato. Non gli servono grandi arrangiamenti: basta un accenno di linea melodica, una struttura abbozzata, e riesce a dare alle sue canzoni un’intensità sconosciuta a molti. Sarà che prima di metter piede sul palco aveva già visto il dolore più nero: nato Memphis (Tennessee) in una famiglia di un cristianesimo troppo rigido, a vent’anni Hinson era già passato attraverso diverse risse, giorni in prigione, dipendenza da alcol e droga.

È uno capace di iniziare un concerto dicendo: “All’ingresso non avete visto l’avviso ‘Micah P. Hinson sarà professionale’”. O di registrare un album, come l’ultimo “Micah P. Hinson and the Nothing”, con le braccia provate da un incidente d’auto. È stato aiutato da Nick Phelps, polistrumentista che ha lavorato anche con Tom Waits: ha sentito le canzoni che Hinson aveva scritto prima di partire per il tour del 2011 (che sarebbe finito per colpa di quell’incidente) e ha voluto aiutarlo a registrarle.

“Ho messo molto tempo e molto amore in ogni canzone”, dice Micah P. Hinson, che nei giorni passati in studio ancora non sapeva che sarebbe potuto tornare a suonare la chitarra. Lo farà, per sei date a partire da oggi, in giro per l’Italia, accompagnato dai Pioneer Saboteurs.

Queste le date:

13/05 - Hana-Bi, Marina di Ravenna

14/05 - Circolo Magnolia, Milano

15/05 - Astoria, Torino

16/05 - Circolo degli artisti, Roma

17/05 - Macello, Padova

18/05 - Teatro Leopardi, S. Ginesio (Macerata)

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